Filosofia da muro #129

Il palazzo che vedrete tra poco io l’ho visto nascere, bloccarsi nel suo sviluppo verticale per anni, poi fare qualche passetto avanti che sembrava decisivo per il completamento di una ennesima cattedrale nel deserto della zona industriale che lo ospita, in cui sono probabilmente più numerosi i cartelli “vendesi” e “affittasi” che le aziende ancora in vita.

Lo vedo incompiuto da almeno dieci anni, tutti i giorni quando vado in ufficio e le sere quando torno alla fermate dell’autobus, è oramai quasi un amico. Qualche anno fa addirittura fecero delle prove di colore (le vedrete sotto la “I” di destra), poi tutto s’è bloccato di nuovo, e meno male che una squadra di graffittari l’ha usato per fare questa roba qua:

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La qualità della foto è oscena, come al solito, ma spero dia l’idea del colore e della complessità del graffito, composto da un “AIDA” a sinistra e da un enigmatico “OGEDI” a destra. Questa seconda scritta è ornata da ancora più misteriosi numeri su alcune lettere: una coppia di “5” sulla “O”, un “3” sulla “E”, un “9” sulla “I”. La “G” e la “D” hanno invece delle specie di rombi neri. Google mi dice che “Ogedi” è una località del Niger, oppure un giocatore di calcio di una squadra inglese, ma io immagino una coppia di writer, lei Aida e lui Ogedi, che hanno preso per un giorno possesso della facciata nord del palazzo in eterna costruzione.

La zona è ricca di graffiti, a un paio di chilometri verso Pisa c’è il quartiere di Sant’Ermete che ospita sulle case popolari in rifacimento degli splendidi affreschi.

Gli Zen Circus, essendo pisani, ci stanno benissimo. Anche se il video è girato a Livorno. Anzi: ci stanno benissimo proprio per quello.

 

Barney

3 pensieri su “Filosofia da muro #129

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