Archivi categoria: What-if xkcd

what if xkcd: Voyager

Mi e’ capitato sott’occhio un vecchio “what if” di Randall, che risponde a questa domanda:

“Con le attuali tecnologie, sarebbe possibile mandare una missione senza equipaggio a riprendere Voyager I per riportarlo indietro?”

Voyager I e’ l’oggetto artificiale terrestre che in questo momento e’ piu’ lontano da noi (qua il Jet Propulsion Laboratory traccia in tempo reale la sua posizione e quella del fratello Voyager II, un po’ piu’ indietro). Si trova a una ventina di miliardi di chilometri da noi, e soprattutto si muove a 17 chilometri al secondo fuori dal sistema Solare, i cui “confini” ha superato qualche mese fa.

La risposta in breve e’ “si, in un par di centinaia di anni si potrebbe raggiungere, rallentare, riaccelerare verso la Terra e fare in modo che arrivi piu’ o meno qua“. La risposta lunga e’ come sempre piu’ divertente, e fa capire come lanciare qualcosa in orbita e mouverlo nello spazio abbia un costo enorme in termini di propellente (la “benzina” da utilizzare per fare arrivare la sonda in scia al Voyager, e poi decelerarlo e riaccelerarlo verso Terra). E ovviamente anche in termini di soldi…

voyager_comparisonA sinistra, il Titan che ha mandato in orbita il Voyager I. A destra, i 10 Saturno V che sarebbero stati necessari, come minimo, per fare il viaggio di andata e ritorno…

La chiusura suggerisce una via alternativa: andare in Australia e recuperare il Voyager, una nave affondata nel 1964 davanti le coste del Nuovo Galles del Sud. Quello potrebbe essere piu’ facile da fare, senza dubbio…

 

Barney

 

what-if xkcd: Flood Death Valley

Ogni tanto Randall risponde ancora alle domande pazze che gli vengono poste. Risponde alla sua maniera, e arrivati alla fine del pezzo si e’ imparato qualcosa di nuovo, sempre. E spesso divertendosi.

Il quesito di oggi e’ questo:

“Visto che la Valle della Morte e’ sotto il livello del mare, o non si potrebbe fare un bel canalone fino all’Oceano Pacifico, e riempirlo d’acqua?”

La risposta iniziale (per chi vuole subito il risultato e non ha tempo in sottigliezze) e’:

“Certo! Possiamo fare quel che vogliamo. Non dovremmo farlo pero’, perche’ verrebbe fuori uno schifo”

Una persona un minimo curiosa a questo punto vorra’ sapere non solo come fare, ma anche perche’ il risultato sarebbe un troiaio immondo. E Randall ce lo spiega, ovviamente.

deathsea

Parte descrivendo la Death Valley, e quanto caldo faccia li’. Con disquisizioni su quale sia il posto piu’ caldo del mondo, misure sbagliate, riconteggi e infine dichiarazione che si: nella Death Valley si sono superati i 53° C almeno 4 volte da quando si misura seriamente la temperatura, e quindi e’ il luogo piu’ caldo del mondo.

L’idea di farla diventare un lago interno e’ poi approcciata sia descrivendo il tragitto del canale (che dovrebbe passare per Zzyzx, posto reale e impronunciabile), e che se fosse largo 100 metri e profondo 20 ci metterebbe mesi a riempire il deserto.

Poi che succederebbe? Randall ce lo spiega raccontando la storia del Salton Sea, in California. Storia che non conoscevo, ma che finisce con un enorme ammasso di liquami puzzolenti e velenosi.

What-if xkcd (che esiste anche come libro, e da poco esiste pure in italiano) sarebbe un ottimo libro di testo, insomma. Proprio per questo non sara’ mai adottato da una scuola italiana. Poi e’ anche a fumetti, quindi non puo’ essere serio, no?

 

Barney

Cambio di stagione

Con commento musicale doppio.

L’estate che finisce…

…e lascia il posto all’autunno:

 

 

Barney

Ma Vincenzo Salemme che minchia fa nella vita?

Pare sia un attore.

Giuro che non ho mai visto un film di Salemme.

Pero’ pare che ieri il maitre à penser della commedia napoletana moderna abbia esternato sulla missione “New Horizons“, che questa settimana ci ha sparato immagini e dati di Plutone ed i suoi satelliti.

Il pezzo di Salemme e’ il classico frullato di stronzate, banalita’, qualunquismo e benaltrismo misto a totale ignoranza dell’argomento cui si discetta (l’unica cosa che ha indovinato, a caso e non sapendo di cosa cazzo stesse parlando, e’ che New Horizons funziona grazie ad un generatore a radioisotopi con dentro del Plutonio) che caratterizza grillini, complottisti e wannabe allenatori della nazionale di calcio. Il 90% della popolazione italiana, insomma. Cui non val la pena spiegare perche’ a qualcuno viene in mente di mandare una sonda scientifica ai limiti del nostro Sistema Solare, tanto sarebbero caratteri sprecati, e poi loro hanno fede granitica nelle stronzate di Salemme e compagnia. Scie Chimiche, rettiliani, geoingegnerizzazione del clima, fusione fredda e auto ad acqua sono sul mercato per loro, che si divertano con la Formula 1 (che a occhio costa il triplo di qualsiasi missione scientifica).

Per mettere un tappo al restante 10% -che s’e’ scatenato a prendere giustamente per il culo Salemme- lo stesso ha pubblicato una precisazione dal vago sapore di aria fritta, in cui lui ci spiega che no: non e’ contrario alla ricerca con l’obiettivo di migliorarsi, ma preferisce migliorarsi con l’obiettivo della ricerca. Manca il “puppa!!111!” finale e la supercazzola delle stronzate antiscientifiche e’ bell’e che pronta per essere utilizzata dal Di Battista di turno. Come oliva ci va chiaramente il costo della missione, lo spreco di soldi che in un momento come questo non ci possiamo permettere e altri luoghi comuni a piacere.

Per chi non la pensa come lui ci sono i twitter di NASA sulla missione, con foto spettacolari dei “sassi di Plutone” (cit. Salemme), e anche il primo nuovo “what-if xkcd” da qualche mese (Randall e’ impegnato con il nuovo libro, un manuale di tecnologie complesse spiegate con parole semplici; magari Salemme se lo dovrebbe comperare…).

E i R.E.M. di “Man on the Moon”

Barney

what-if xkcd: Tug of War

Dopo mesi di assenza, torna su questi schermi il what-if di Randall Munroe (che e’ ancora in giro per vendere il libro che raccoglie i migliori articoli sino qua pubblicati), dedicato al tiro alla fune.

Tug of war e’ infatti il nome inglese del tiro alla fune, e la domanda posta dal lettore e’:

“E’ possibile per due squadre di tiro alla fune superare la resistenza alla trazione di una barra di ferro e schiantarla? E di quanti elementi dovrebbe essere composta la squadra?”

La risposta e’ subito positiva: due squadre di un par di dozzine di giocatori l’una possono tranquillamente spezzare una barra di ferro di quasi due centimetri di diametro.

Poi si viene a scoprire che il tiro alla fune e’ uno sport molto pericoloso, soprattutto preche’ piu’ spesso di quel che si crede la fune si schianta. Cio’ provoca incidenti sia perche’ la gente crolla improvvisamente a terra, sia soprattutto perche’ le estremita’ schiantate della fune, liberate istantaneamente da tensioni dell’ordine delle tonnellate, agiscono come grosse e potenti fruste addosso a tiratori e pubblico.

C’e’ ovviamente la digressione sulla fisica del tiro alla fune, in cui si spiega come piuttosto che tirare forte (che e’ comunque importantissimo) e’ fondamentale non scivolare in avanti, il che ha senso: tirare fortissimo quando gli altri sono ben piantati per terra e tu no comporta che tu ti muova in avanti, non loro :-).

E poi calcoli su quale sia il limite di diametro per tondini di ferro (circa cinque centimetri), limite dettato solo dal fatto che la “corda” si deve “impugnare”. Per spezzare un tondino da 5 centimetri pero’ servirebbero 400 persone, e se invece del ferro si usano materiali piu’ resistenti alla tensione si ottengono numeri fantasmagorici.

Sino allo scenario-fine-di-mondo: corda di grafene da 200 miglia di lunghezza, che potrebbe teoricamente essere “tirata” fino allo schianto da due squadre di centomila persone l’una. Con il risultato che se la corda si spezzasse davvero, si otterrebbero due micidiali fruste di grafene che spazzerebbero come rasoi tutto quel che si trovassero davanti, umani inclusi.

map

Meglio saltarla, la corda…

Barney

xkcd: Move Fast and Break Things

Oggi Randall si da dell’elefante in un negozio di cristalli:

move_fast_and_break_thingsCerto, essere “Ralph Spaccatutto” puo’ creare problemi se fai uno dei lavori elencati qua sopra, dai quali Randall a sua detta e’ stato licenziato. Non so se abbia davvero guidato uno dei rover NASA su Marte (tra i lavori c’e’ anche “Mars Rover Driver”…), e’ quasi probabile sia vero :-).

L’alt-text ricorda un altro lavoro che deve essere fatto con calma, senza muoversi troppo velocemente: il guidatore di carri funebri :-O

Ah, notevole anche il what-if di questa settimana!

Barney

what-if xkcd: Keyboard Power

La domanda dello scrittore Nicolas Dickner e’ interessata:

Mi piacerebbe sapere quale e’ l’energia cumulativa che si potrebbe generare dalle centinaia di migliaia di battute di tasti necessarie per scrivere un romanzo

La risposta di Randall e’ subito scorante:

Non dovresti investire in un generatore a battitura di tasti, in futuro.

 

Poi sostanzia la sua risposta, con esempi e calcoli su quanta energia si sviluppa per battitura di tasto (quella necessaria per sollevare uno scoiattolo di 300 micron…), con divagazioni su autostrade solari e sistemi simil-kers.

Immagine

La conclusione comunque e’ quella iniziale: scrivere per generare energia non conviene.

Punto.

 

Barney

Randall Munroe a TED!

Hat trick per Man from Mars, che mi ha segnalato il TED Talk di Randall di qualche mese fa in Canada. Cosi’, oltre ad Amanda Fucking Palmer che insegna l’arte di chiedere (lezione fondamentale di vita, fatevelo dire per l’ennesima volta…). ho un altro video da tirare fuori come cosa da vedere assolutamente prima di morire.

Eccovelo, comodamente sottotitolato in inglese:

 

 

Barney

what-if xkcd: Billion-Story Building

Il what-if di questa settimana risponde alla domanda della figlia di una lettrice, che vorrebbe un palazzo da un miliardo di piani. La povera mamma chiede aiuto per spiegare alla figlia sia le dimensioni dell’improbabile palazzo, sia “tutte le altre difficolta’ che ci sarebbero da superare” per costruire l’ipotetico gratta-gratta-grattacielo.

Randall arriva al risultato come sempre a piccoli passi, partendo dalla constatazione che fare una torre di burro di arachidi e’ facile se si tiene la torre bassa, ma diventa impossibile se si alza il “palazzo”: la torre crolla sotto il proprio peso.

Poi, in effetti, ci sono “tutte le altre difficolta’ che ci sarebbero da superare”:

ImmagineDi mega-palazzo in mega-palazzo si arriva presto oltre l’orbita lunare, per poi tornare di botto al burro di arachidi dopo essere anche transitati per l’ascensore spaziale.

Una spiegazione alla Munroe, insomma!

 

Barney

what-if xkcd: Far-traveling objects

Domanda classica, quella di questa settimana:

“Parlando di oggetti fatti dall’uomo, il Voyager 1 e’ quello che ha percorso la distanza piu’ grande?”

Il lettore curioso prosegue puntualizzando quanto segue:

“No, perche’ di certo e’ l’oggetto artificiale piu’ lontano dalla Terra di cui abbiamo notizia. Ma siamo sicuri che sia quella che ha percorso la distanza piu’ grande, eh? Che dire dei bordi delle ultracentrifughe, o delle turbine che magari hanno girato per anni e anni?”

La questione insomma e’ non tanto sulla distanza dal pianeta, ma sul piu’ lungo percorso fatto da un oggetto costruito dall’uomo. E Randall si scatena nella disamina di tutte le possibili risposte, partendo ovviamente dal sistema di riferimento nel quale determinare la distanza. Per cui gia’ all’inizio si apprende che -basandoci su un sistema Eliocentrico- il Voyager 1 e’ prima di tutto un oggetto lentissimo. E che una qualsiasi Plymouth Voyager costruita nel 1977 ha percorso una distanza quasi doppia rispetto al Voyager 1. Ovviamente, esclusivamente girando una volta all’anno attorno al Sole: anche se l’automobile non avesse mai acceso il suo motore, la distanza percorsa in riferimento al Sole sarebbe maggiore.

ImmagineDa questa affermazione si deduce che l’oggetto artificiale che ha compiuto la distanza maggiore e’ un manufatto etiope di 2.6 milioni di anni fa. Che per tutto questo tempo non ha fatto altro che girare ad una velocita’ circa doppia rispetto a quella attuale del Voyager 1.

E siamo solo al prima sistema di riferimento considerato. Per gli altri, c’e’ what-if xkcd, ovviamente 🙂

Conclusione: non dimentichiamoci mai di cambiare l’olio ogni 3000 miglia 🙂

Barney