Mi e’ capitato sott’occhio un vecchio “what if” di Randall, che risponde a questa domanda:
“Con le attuali tecnologie, sarebbe possibile mandare una missione senza equipaggio a riprendere Voyager I per riportarlo indietro?”
Voyager I e’ l’oggetto artificiale terrestre che in questo momento e’ piu’ lontano da noi (qua il Jet Propulsion Laboratory traccia in tempo reale la sua posizione e quella del fratello Voyager II, un po’ piu’ indietro). Si trova a una ventina di miliardi di chilometri da noi, e soprattutto si muove a 17 chilometri al secondo fuori dal sistema Solare, i cui “confini” ha superato qualche mese fa.
La risposta in breve e’ “si, in un par di centinaia di anni si potrebbe raggiungere, rallentare, riaccelerare verso la Terra e fare in modo che arrivi piu’ o meno qua“. La risposta lunga e’ come sempre piu’ divertente, e fa capire come lanciare qualcosa in orbita e mouverlo nello spazio abbia un costo enorme in termini di propellente (la “benzina” da utilizzare per fare arrivare la sonda in scia al Voyager, e poi decelerarlo e riaccelerarlo verso Terra). E ovviamente anche in termini di soldi…
A sinistra, il Titan che ha mandato in orbita il Voyager I. A destra, i 10 Saturno V che sarebbero stati necessari, come minimo, per fare il viaggio di andata e ritorno…
La chiusura suggerisce una via alternativa: andare in Australia e recuperare il Voyager, una nave affondata nel 1964 davanti le coste del Nuovo Galles del Sud. Quello potrebbe essere piu’ facile da fare, senza dubbio…
Barney