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Ancora sul perche’ la gGente crede alla fuffa, ovvero: perche’ anche un capraro pretende di essere un Nobel della fisica (con tutto il rispetto per il capraro)

Oggi al coffee break di chiusura dell’estenuante workshop cui partecipavo mi son messo a spippolare col PC, e sono capitato su questo interessante articolo, scritto da un simpatico astrofisico americano che -come me- non sopporta le fuffe scientifiche, che -come me- ritiene che l’E-Cat funziona come puo’ funzionare oggi la ISS Enterprise, o lo zaino protonico che cattura le onde psicocinetiche di Ghostbuster e infine che pensa -come penso io- che l’EMDrive sia un bel bussolo steampunk che fa la sua sporca figura in salotto, magari come bongo vittoriano, ma che mai e poi mai spingera’ alcun satellite nello spazio.

Il pezzo e’ molto piu’ talebano di quelli che scrivo io (??!!!), nelle sue conclusioni, ma muove de una considerazione iniziale interessante, che vò prontamente a proporre in una traduzione a spanne.

Siegel dice questo:

A noi umani piace pensare che se riusciamo a vedere le cose con una mente aperta, ci riuscira’ tutto. Che se ci mettiamo su un problema di buzzo buono e ci applichiamo al 100% ad una certa ricerca non solo potremmo capire cosa c’e’ sotto quanto ne capisce un esperto, ma addirittura potremmo fornire allo stesso esperto un valido supporto per qualsiasi campo dello scibile umano ci interessi. Ci piace pensare che le cose stanno cosi quando parliamo di energia, ambiente (io aggiungo anche : clima e riscaldamento globale), salute e farmaci (aggiungiamoci anche i vaccini, va’), e addirittura fisica e matematica.

Pero’, allo stesso tempo, siamo anche consapevoli degli anni -se non dei decenni- che sono necessari per diventare esperti “certificati” in qualsiasi dei campi sopra rammentati. Sappiamo che e’ davvero dura, anche per il piu’ intelligente e talentuoso, fare scoperte dirompenti in un campo scientifico dove magari uno ha passato anni della sua vita.

C’e’ pero’ una idea romantica che ci acchiappa quasi tutti, ed e’ quella che se un ricercatore indipendente ed anarchico, non inquadrato in una Universita’, se ne esce fuori dal coro con una idea rivoluzionaria anche senza avere alcuna base teorica sull’argomento, egli puo’ cambiare per sempre il corso della storia

Siegel continua raccontando come la vulgata comune sostanzia questa idea romantica: rafforzandola con quella che crediamo sia la storia delle vite di Albert Einstein, di Nikola Tesla, di Edison, Faraday, Newton e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Tutti geni assoluti, ovviamente, nulla da dire.

Il piccolo problema e’ che nessuno di loro ebbe davvero l'”illuminazione”: tutti studiarono duro per anni, e solo dopo si permisero di fare la loro rivoluzione scientifica.

Pero’ ci piace credere che Einstein fosse un ciuco assoluto in matematica, e chissa’ come abbia preso il Nobel a soli 22 anni. Basta Wikipedia per dimostrare che -ma va?- la vulgata della sua asineria e’ una cazzata. E cosi’ per gli altri.

Ma come dice Siegel, all’uomo piace autoilludersi, e pensare che il genio sia anche nelle piccole cose, non solo in Feynman o in Enrico Fermi. Quindi, si da credito ai ricercatori indipendenti autodidatti e assolutamente (guai!) senza alcuna laurea nei campi dove dicono di eccellere, nella speranza che se il genio e’ uscito dalle loro teste magari un giorno potrebbe sortir fuori anche da noi, no?

La prima conclusione che Ethan deriva (dopo avere brevemente passato in rassegna le massime fuffe tecnologiche attuali) e’ che quando uno di questi “maverick” moderni tira fuori una teoria rivoluzionaria, i casi molto probabilmente sono solo due:

  1. o anche il ricercatore indipendente si autoillude d’essere un genio, ed e’ sinceramente convinto di avere davvero scoperto qualcosa che vale il Nobel. Come il personaggio che ho incontrato due volte e che e’ ancora convinto (contro tutte le evidenze) di essere un genio.
  2. oppure, molto semplicemente, siamo di fronte ad un truffatore. Ossia, a uno che non inganna se stesso, bensi’ gli altri. Ovviamente, lo fa per soldi, o per potere, o per la combo (che e’ sicuramente meglio).

C’e’ sicuramente spazio anche per la possibile epifania d’un nuovo vero genio, ma come direbbe un incallito scommettitore alle corse di cavalli “il picchetto me lo banca a 1000”. La conclusione amara di Siegel e’ che uno dei piu’ grandi fallimenti dell’uomo e’ quello di essere magari inconsciamente consapevole di non potere essere un esperto in tutti i campi della scienza, e allo stesso tempo di non fidarsi di coloro che -studiando duramente- esperti in almeno un campo lo sono davvero diventati. Medicina alternativa e scienza di frontiera sono i risultati di questa debolezza (sui motivi della quale si potrebbero scrivere altri tre post, ad averne voglia…), Rossi, Vannoni, Vanoli e compagnia cantante coloro che (di nuovo: consciamente o inconsciamente) se ne approfittano.

La chiusura e’ lasciata a una citazione di Richard Feynman, che piu’ o meno fa cosi’:

una tecnologia di successo deve far prevalere la realta’ delle cose alle relazioni umane, perche’ la natura non la si inganna.

Il sottinteso, non c’e’ bisogno che lo scriva, e’ che invece le persone si ingannano (o si autoingannano), eccome se si ingannano…

Barney

Novita’ (??!!!!) sulla fusione fredda

La novita’ e’ che non vi sono novita’ di rilievo, pero’ i Monaci Diacci Marmati degli Ultimi Giorni continuano a credere cosi’ forte che prima o poi uscira’ loro il sangue dal naso.

Allora, uno potrebbe chiedersi come mai mi viene in mente di scrivere un post sul nulla. Beh, non e’ mica la prima volta, e mica sara’ l’ultima…

In questo caso pero’ ho una giustificazione semi-decente: oggi sono intervenuto sul blog di riferimento dei Monaci Diacci ecc. ecc., in una discussione nella quale e’ venuto fuori il disastro di Fukushima. Ho segnalato come sempre in questi casi l’ottimo blog “Unico Lab“, che da sempre aggiorna sulla situazione del reattore (in sintesi: e’ un enorme disastro, un casino dal quale difficilmente si riuscira’ ad uscire, e comunque serviranno decenni…), e leggendo tra i titoli in prima pagina ho scoperto un gran bel commento, anzi una ottima analisi del “third party report” sull’E-Cat ad alta temperatura, che pure io ho brevemente analiz sbeffeggiato tempo fa.

Il pezzo e’ di qualche settimana fa, pero’ pone l’accento su una serie di aspetti cosi’ macroscopici che a caldo sono risultati invisibili.

Il piu’ macroscopico e’ quello riferito ad un grafico che appare a pagina 27 del report. Ecco qua sotto uno screenshot dall’ultima versione del lavoro, del giugno di quest’anno:

plot1Il grafico “racconta” cosa succede all’accrocchio sotto test quando gli si fornisce della potenza in ingresso. Le onde quadre rosse rappresentano la durata della fornitura di potenza al dispositivo (asse x) e l’entita’ della potenza stessa (asse y). La curva blu e’ invece la registrazione della potenza in uscita dal sistema, sotto forma di calore. Il claim degli autori del lavoro e’ duplice: dicono che il sistema produce piu’ energia di quanta gliene viene fornita, e dicono anche che il dispositivo, in queste registrazioni, funziona in autosostentamento. Produce, insomma, da solo l’energia necessaria al suo funzionamento, anche se si spegne l’input rappresentato dall’onda quadra rossa del grafico qua sopra.

La prima affermazione necessita di complicati calcoli per essere confutata, ma io sono buono e la considero vera. La seconda e’ una puttanata galattica (tecnicismo gergale, mi scuso per i non addetti ai lavori), perche’ un sistema in autosostentamento parte da uno stato di “spento” e, dopo l’attivazione/il miracolo/la magia raggiunge e mantiene indefinitamente (e’ sbagliato, ma si fa per capirsi…) uno stato di “acceso“. Un grafico di un E-Cat che si autosostiene NON E’ certamente quello mostrato dagli autori; avrebbe dovuto essere come la parte sinistra della figura qua sotto, che io ho indegnamente taroccato con Paint:

plot2La parte destra rappresenta invece un sistema che, attivato, non si controlla piu’ e a un certo punto “esplode”. Una bomba o un razzo a solido sono due buoni esempi del caso due. Ma il grafico originale non descrive di certo un sistema che produce energia “dal nulla”, autosostenendo il processo. Insomma: gli stessi autori dimostrano che l’accrocchio non funziona.

Se qualcuno si chiedesse come mai allora i Monaci Diacci son sempre li’ a portare in giro i ceri e la croce, anche contro l’evidenza mostrata loro dai profeti e dai discepoli… Beh, mi permetto di rammentarvi che in questo bellissimo paese per vent’anni un tizio e’ riuscito a gestire il potere dando a bere al popolo cose ben peggiori, con ben altri ordini di evidenza.

Ci deve essere della genetica, dietro questa facilita’ ad essere abbacinati dal primo venditore di balle che passa, non trovate?

Mi resta solo da giustificare la citazione musicale dell’inizio:

Barney

(E)-Cats are on the floor

Grid2

 

Non i micini carini di faccialibro, ma roba reale.

 

 

Barney