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Matematica elementare per leghisti e grillini

Come tutti sappiamo, il grande problema italiano dell’ultima settimana sono i sacchettini biodegradabili che ci costringono (!!!1!!uno!!) a comperare a due centesimi di Euro al pezzo al supermercato per metterci dentro frutta e verdura sfusa.

E’ sicuramente un problemone, che ha giustamente eclissato qualsiasi discussione su fine vita, unioni civili, femminicidio, crisi economica, tasso di disoccupazione, vaccini, manovre fiscali e financo le scelte dei candidati alle prossime elezioni di marzo.

L’indignazione e’ sorta spontanea nel popolo, che vessato da tasse e balzelli (non ultimi gli impercettibili aumenti del 5% su bollette del gas e dell’energia elettrica, che rispetto al problema dei sacchetti biodegradabili sono sciocchezzuole, un aggravio medio di qualche centinaio di Euro all’anno per famiglia e’ davvero niente se lo si paragona ai sacchettini) ha giustamente invaso i social con una civile e intelligente ondata di proteste.

Si va dalla geniale trovata di etichettare ogni pezzo di frutta e verdura singolarmente -cosi’ da evitare l’ignobile gabella e nel contempo minare le fondamenta economiche della Grande Distribuzione Organizzata, costretta a far fronte al decuplicarsi dei consumi di etichette (salvo scoprire alla cassa che un’etichetta conta come un sacchetto)-, all’invocazione di sportine di tela/di rete/Louis Vuitton che ciascun consumatore attento potrebbe portarsi da casa, al consiglio di boicottare per uno/due/dieci mesi sia la GDO che le farmacie (pure loro inserite nel bieco commercio dei sacchettini da 2 centesimi a pezzo). Tutte trovate geniali, a tutela del consumatore vessato da questa immonda burocrazia che fa gli interessi di amiche/cugine/ganze di Renzi, le uniche al mondo a produrre siffatti sacchettini biodegradabili.

Che poi pare che tanto biodegradabili non siano: dice chi li mette nella compostatrice che essi mantengono la forma a sacchetto per una/due/dieci/centotrentasei settimane consecutive…

In attesa della marcia su Roma, capitanata da un improbabile trust di cervelli formato da Di Maio-Salvini-Meloni, la gGente si chiede a quante migliaia di Euro dovra’ rinunciare nel 2018 per colpa di Renzi E dell’Europa: ho sentito cifre vicino ai 100 Euro, gente (anzi, gGente) che sostiene che in dieci anni di sacchettini ci si potrebbe comperare un viaggio a Bali, e altre amenita’ simili.

Ora, se un sacchetto costa due centesimi di Euro (per leghisti e grillini: 0,02 Euro), e se si ipotizzano tre spese settimanali al supermercato, in cui ogni volta si comprano sei diversi tipi di frutta e/o verdura, ora dicevo che siccome le settimane sono 52 il totale per famiglia per anno ammonta a meno di 20 Euro (!!111!!uno!!).

“Si, ma e’ una questione di principio, cribbio!” Dira’ il puro contestatore, postando un commento dal suo smartphone di ultima generazione pagato una seicentina di Euro (che a casa mia fanno trentamila sacchettini…) su Amazon.

Puo’ essere, ma allora mi si permetta di essere assai pessimista sullo stato complessivo del popolo italiano. E di aspettarmi il peggio, in questi tre mesi scarsi di campagna elettorale.

 

 

Barney

Buzzword of the Year 2016

Non volevo mettere nel titolo “Post-Truth” o la sua traduzione italo-Savianese “Post-Verita’” per non scacciare quei tre o quattro grillini che potrebbero capitare qua per caso. Adesso pero’ per loro la scelta e’ ineludibile: uscire subito e andare a leggere la (post-) Verita’ da abBeppe, o restarsene qua e leggersi il pippone fino alla fine, che non so quanto sia vicina ma ci stiamo preparando.

Bene, andiamo avanti.

Come quasi tutti sanno l’Oxford Dictionary ha eletto “Post-truth” come parola dell’anno. Quelli che non hanno letto dell’Oxford Dictionary sanno della cosa perche’ questo fatto ha dimolto fatto girare i coglioni a Beppe Grillo. E gia’ qua io fossi un grillino comincerei a chiedermi perche’…

Che cosa e’ la post-truth? E’ una verita’ rivelata attraverso slogan emozionali piuttosto che tramite fatti e conoscenze accertate. La post-verita’ non deve essere vera, ne’ tanto meno verificabile. Una cosa che credo tutti possano avere toccato con mano quando per esempio si parla di vaccini. Li’ lo schieramento degli antivaccinisti usa soprattutto l’emozione, il messaggio diretto che terrorizza, la sparata di dati e numeri a caso che riguardano morti e invalidati a vita.

I fautori del metodo scientifico si affannano a controbattere a queste cazzate (cazzate, si. Sono cazzate) con studi scientifici, ragionamenti logici e dati di fatto.

Col risultato di perdere tempo e di non smuovere di una virgola la posizione degli antivax, esempi perfetti della societa’ post-truth.

Per citare una delle mie massime preferite, da me sempre disattesa:

Mai lottare nel fango con un maiale. Entrambi vi sporcherete, e lui si divertira’.

I discepoli della post-verita’ sono infatti tetragoni a qualsiasi spiegazione che venga da fonti al di fuori di quelle che loro considerano “ufficiali”.

Quindi, se si parla di 11 settembre 2001 e’ inutile iniziare a discutere di ingegneria strutturale con un adepto della post-verita’: per lui l’unica fonte degna di rispetto e’ quella di Thierry Meyssan o di gente cosi’; per i vaccini non c’e’ che l’imbarazzo della scelta nel designare quale sia la fonte post-verita’ da seguire, basta che non sia scritta da un medico, e via cosi’ per piu’ o meno tutto: economia, cancro, sesso, e ovviamente politica.

E qua mi ricollego all’incipit.

Uno dei maggiori utilizzatori della tecnica della post-verita’ e’ senza dubbio il vertice del Movimento 5 Stelle. Casaleggio e Grillo sono campioni della tecnica dello sparacazzate ripetute a due a due finche’ non diventan dispari, degni epigoni di Joseph Goebbels che ottant’anni fa gia’ aveva capito come una bugia -se ripetuta mille volte- diventa facilmente verita’. Basta che il pubblico non abbia le basi, ne’ la voglia di verificare. E che si fidi ciecamente di quel che gli viene detto dal vertice, ritenuto insindacabile a prescindere, fornitore solo di profonde e provate verita’: si tratti di medicina, chimica, politica internazionale, economia… tutto quel che dice il vertice e’ corretto e va creduto. A prescindere, appunto.

In questi giorni oltre che della parola dell’anno si parla moltissimo di come i giovani di oggi siano una generazione che affianca uno stato di estrema precarieta’ (per non dire di disoccupazione cronica) a una serie di competenze e di conoscenze ineguagliate nei secoli passati. Questa affermazione e’ parzialmente vera, e si basa sulla ovvia constatazione che i nostri figli adolescenti e ventenni adesso parlano inglese come noi alla loro eta’ ce lo sognavamo, oppure sanno accendere ed “usare” un PC o uno smartphone. Questi giovani sono uno dei bersagli migliori per chi usa la post-verita’ come strumento di aggregazione del consenso, proprio perche’ usano moltissimo la tecnologia. E -la mi sia ‘honsentito dire- le usano male: non hanno voglia di capire perche’ una cosa si fa in un certo modo, basta sapere come fare a farla; ne’ han voglia di approfondire un argomento, soprattutto quando c’e’ la versione facile gia’ predigerita per loro. E spesso  e’ versione la fuffara, la complottista, la antimainstream. Quella che appunto viene veicolata “facilmente” su internet, a disposizione di tutti.

Oggi si sente sempre piu’ spesso dire che la rete e’ democratica, perche’ mette a disposizione di chiunque un sapere sterminato. E’ vero, ma quel che la rete -e i guri della rete, abBeppe Grillo in primis- si guardano bene dal mettere a disposizione dei naviganti sono gli strumenti per usarla bene. E perche’ mai dovrebbero fornire al popolo gli strumenti veri per ottenere informazione? E’ molto piu’ conveniente far credere alla gente di avere tutto in mano, e poi dargli solo quel che vuoi tu. E sbraitare come una gallina strozzata quando qualcuno fa notare che sarebbe anche l’ora di smetterla di sparare cazzate su tutto e farle passare per scienza, o per concetti profondi.

La post-verita’ funziona bene quando convinci le persone che esse sono in grado di capire tutto di tutto, e allo stesso tempo le tieni nell’ignoranza. Funziona cosi’ da anni, prima si chiamava propaganda, prima ancora religione.

E non e’ stupefacente (almeno per me) constatare che in decenni di declino delle religioni tradizionali hanno avuto buon gioco santoni, maghi, fuffari, e negli ultimi anni i diaconi della post-verita’: la nuova religione che non sai nemmeno di professare…

Come ci sta bene Lennon, come commento musicale, eh?

Barney

 

Pensieri sparsi sul maelstrom di merda che ci attanaglia a noi italiani (insomma, parlo di politica)

Il vortice ha tirato giu’ il trota e la nera, gente rappresentativa di quel cul de sac evolutivo che risponde al nome di “leghismo“, ma siamo dalle parti dei primati non evoluti. Lemuri, Tupaie, e Aye-Aye, insomma, con il muschio verde sulla schiena a colorare un po’ il grigio dell’assenza di idee.

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Questo e’ un parente prossimo di Eridiano Sirio. Un Aye aye, per Eridiano e i suoi amici.

Ma il resto dei politici e’ sempre a galla; incredibilmente, contro ogni logica e ogni quota ai picchetti di BetWin, gente come Nicole “igienedentale” Minetti resiste al pezzo (e sorvoliamo sulle dimensioni e sulle forme del pezzo, ovvia…). Addirittura, abbiamo soggetti (mi si scusi l’eufemismo…) come la Santanche’ che riesce a scavare nella montagna di merda da lei stessa prodotta, e ad accomunare Nilde Iotti alla suddetta Nicole Minetti. Come dire: il culo con le quaranta ore. O il silicone con la materia grigia, in questo caso. O anche “darla a tanti rispetto a darla a uno solo”. Che dal punto di vista etologico-evolutivo mi pare meglio, non fosse che per il rischio-malattie cui la Nicole si sottopone.

E non e’ che il resto della truppa politica sia messa meglio, ne’ a destra -dove abbiamo Mr. Angelino “quid” Alfano, abile spalatore di vuoto cosmico supercazzolato-, ne’ a sinistra, zona presidiata dallo sverniciatore maximo di giaguari, e da cazzari vari e assortiti (aBbeppiGrilli, Tunninari, Vendoli, Diliberti e mazzi vari, e certo mi scordo qualcheduno di assolutamente insignificante).

In mezzo, un governo tecnico che sta mostrando tutto il poco fiato che vecchi semidecrepiti e ultraconservatori possono avere: idee zero, coraggio zero, prospettive zero. Zero assoluto, quindi, a parte la facile ricetta delle tasse, delle accise, dell’addizionale, dei soldi chiesti a chi li ha sempre dati. Ma sempre meglio (incredibile!) del meno di zero che un qualsiasi s-governo di coalizione (sia di destra quale abbiamo avuto sino a pochi mesi fa, sia di sinistra come s’e’ tentato un par di volte in cinquant’anni di democrazia italiota) ha ed avrebbe prodotto in questi sei mesi.

No, perche’ uno puo’ anche credere che mr. Quid abbia idee: d’altronde c’e’ chi crede a Scientology, e chi sono io per vietare la libera intrapresa e l’altrettanto libera presa per il culo con maniglie? O che Bersani possa produrre -oltre che idee geniali, che gia’ sarebbe difficile e stupefacente- una qualsiasi riforma che tocchi un privilegio a caso tra quelli che veramente andrebbero toccati (facile prendersela con gli imbianchini, i pescatori a palamito e gli artigiani del sanpietrino. Fai una stracazzo di riforma seria contro i notai, o gli avvocati, o i baroni  universitari, poi se ne riparla, no? Oppure fai veramente una legge che costringa gli statali a lavorare come lavorano i privati! Si, vabbe’… Scherzavo…).

Ma la verita’ e’ che stiamo lentamente morendo soffocati dalle puttanate Montiane perche’, almeno, abbiamo una minima speranza di sopravvivere: con Mr. Quid, o Sir Smacchaigiaguari avremmo gia’ dichiarato fallimento da un pezzo. Monti ci permette almeno di morire con lentezza: una consolazione, rispetto allo stiantare ora e subito che sarebbe stato il programma “dei partiti”. Ah, oggi un mio concittadino quarantaduenne con figlia di 13 anni s’e’ tirato sotto a un treno a Prato, perche’ l’avevano licenziato. Ma la crisi non c’e’, e’ tutta psicologica, e vedrai che se non ne siamo gia’ usciti se ne sorte doman l’altro…

Scrivo nel giorno in cui Bersani e’ venuto a parlare nella mia citta’ a sostegno del candidato sindaco del PD per le prossime amministrative di maggio. Il candidato del PD e’ uno degli UNDICI (porca maiala: UN-DI-CI) candidati sindaci che si contendono lo scranno municipale, in un comune da 85.000 abitanti. Non a New York, a Lucca insomma. Undici candidati. Mah…

Abbiamo di tutto, tra le liste collegate ai candidati: ho contato 24 stracazzo di movimenti, partiti e clan di famigli anelanti alla greppia pubblica e al pubblico guiderdone: da “Donne al governo” (e gli uomini? Allo stadio? Al barrino? Dove li mettiamo, gli uomini?) a “Dignita’ lucchese” (dignita’ e’ una parola grossa…),  passando per “Noi Lucca” (e “Voi Pisa”?), “Impegno Comune” (questo e’ il gioco di parole piu’ intelligente, e vi sia chiaro il livello della contesa) e “Governare Lucca”. Faccio sommessamente notare che “governare” in lucchese e’ l’atto di concimare col “bottino” (ovvero, con il contenuto dei pozzi neri -i contenitori di liquami casalinghi-, gelosamente conservato e fatto maturare allo scopo) i campi, acciocche’ le messi fruttifichino rigogliose. Insomma: in molti sono consapevoli che di merda si sta parlando, e magari pure loro merde si ritengono.

E -cosi’ si parla di cose leggermente piu’ serie- tutti (T.U.T.T.I.) gli stracazzo di undici candidati a sindaco faranno passerella mercoledi’ sera al palasport, ad assistere (probabilmente per la prima volta nella loro vita) alla prima partita di semifinale tra Lucca e Taranto. Serie A1 di basket femminile, non il torneo di lippa o di rubabandiera.

Il sindaco uscente (il vecchio Mauro Favilla, sindaco gia’ nel -dio Nànos!!!- MILLE-NOVECENTO-SETTANTA-DUE: il nuovo che avanza…) se ne e’ accorto pochi mesi fa, quando l’accesso ai playoff era oramai matematico (chissa’ la fatica a spiegare al vecchio il meccanismo dei playoff), ed ha prontamente fiutato la possibilita’ di marketing politico a costo quasi zero, sponsorizzando la societa’ che dalla prima giornata giocava senza nomi sulle maglie e con pochi soldi in cassa. Adesso continua a giocare con pochi soldi, la mia squadra del cuore, ma sulle maglie spicca “citta’ di Lucca”, grazie al vecchio che avanza e che addirittura s’e’ ricandidato. Se per caso viene rieletto, il vecchio stabilira’ un sicuro record mondiale, bissando il mandato del 1972 a quarant’anni di distanza (lo so: e’ difficile da credere ma e’ purtroppo tutto vero).

Mavaffanculo, porca maiala, va…

Ma torniamo al PD, e a Bersani che oggi ha occupato il bellissimo teatro cittadino per spazzolare le briciole con la motosega, e appoggiare il candidato del PD. Anzi, parliamo direttamente del candidato a sindaco.

Io abito a Lucca da quando mi sono sposato, perche’ sia io che Mrs. Panofsky adoriamo la citta’. Nel 1994 abbiamo assistito alle -credo- prime primarie del PDS in Italia. E da li’ abbiamo votato a tutte le primarie, come due coglioni, pensando di poter contare qualcosa nei meccanismi oliati e sovietici del partito.

Quest’anno, a toglierci financo l’illusione del decidere, il PD ha scelto internamente il candidato. Niente primarie, nome benedetto da tutto l’establishment e dai vertici, e dialettica azzerata. Non ho capito perche’, ma non vi preoccupate cari dirigenti di alto livello: stavolta votero’ scheda nulla, e penso che anche Mrs. Panofsky fara’ lo stesso, oppure si dirigera’ verso una lista civica che pero’ -purtroppo-poi appoggera’ il candidato “democraticamente” unto dal Politburo.

Ma ri-vaffanculo, ri-porca maiala, va…

Ora, la reazione sana e partecipata di una persona ottimista dovrebbe essere “Beh, stante la situazione, e stante il maelstrom di merda imminente… Mi butto IO in politica!”.

Ma siamo in Italia, ragazzi! Il paese in cui la barriera all’ingresso di un qualsiasi cane sciolto in politica e’ la piu’ alta al mondo. Un paese in cui sei eletto se la/lo dai al politico/politica giusto (la direttissima per il potere), oppure se ti inserisci nel meccanismo del partito x con anni e anni di portaborsaggio e di yesmanismo con le orecchie piegate (la via “normale”). 

Non lo so: sono leggermente sfavato, e -lo ripeto- per la prima volta quest’anno annullero’ clamorosamente la scheda.

Spero in qualcosa di definitivo, ma –come ci racconta oggi Seminiero su Phastidio– purtroppo nemmeno il default, neanche il fallimento riuscirebbero a cambiare piu’ di tanto le cose, nel nostro paese. 

E allora?

Beh, sto rileggendo “L’ombra dello scorpione“, edizione writer’s cut, e probabilmente un virus letale che colpisse selettivamente i politici potrebbe essere la soluzione definitiva.

Magari, la mortalita’ dovrebbe essere leggermente piu’ alta di Captain Trips. Perche’ col misero 99,4% ipotizzato da King ci sarebbe sempre il rischio non nullo che Rosy Mauro se la sfanghi, no? 

 

 

 

 

Lombroso rivisitato e mixato con Darwin nel 2012 per spiegare l’esistenza delle capre leghiste

Andra’ a finire che Bosso Bossi rimarra’ quello piu’ pulito, dopo il maelstrom di merda che si sta abbattendo sulla Lega Nord in questi giorni. Lui (meglio:i suoi avvocati) almeno potra’ invocare l’incapacita’ di intendere e di volere, come attenuante per tirarsi fuori dall’immenso bordello che s’e’ alzato con la scoperta di come venivano usati i rimborsi elettorali destinati al partito: per esigenze particolari della famiglia del vecchio leader e per quelle del “cerchio magico”, l’accozzaglia di varia umanita’ da circo Barnum che s’e’ accalcata attorno a Bossi dopo l’ictus che l’ha menomato. E che -s’e’ scoperto oggi- disponeva e predisponeva tutto per quel che attiene il vile denaro.

Uno dei protagonisti della storia e’ la fantastica Rosa Angela Mauro, detta Rosy la nera, una che “non sa nemmeno parlare italiano” (cit. qualche leghista che si sta togliendo i talponi dalla gola in queste ore). Una che pero’ faceva il vicepresidente del Senato, con questi esiti agghiaccianti:

Una che non si capisce veramente come possa esser votata da qualche essere minimamente senziente: se anche riesci a non far caso al cotè lombrosiano (e devi quindi esser cieco per non capire a prima vista che la signora non capisce un cazzo…), Darwin e l’evoluziona dovrebbero avvertirti che un’essere vivente che coniuga a malapena tre verbi non puo’ decidere della tua vita.

Ma la fogna aperta da poche ore ci racconta di un gruppo veramente da circo.

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La seconda moglie del vecchio rimbambito, che di cognome fa “Marrone” probabilmente a ricordar la merda, e’ colei che ha distratto milioni di Euro di finanziamento pubblico per finanziare la sua scuola privata: ecco, a me vien la curiosita’ di sapere cosa si insegna, in quella scuola. A castrare i vitelli? A spaccar la legna coi cunei? A raddrizzar le banane? Cosa cazzo puo’ essere insegnato in una scuola la cui direttrice dorme in una mansarda, su una brandina, circondata da letteratura magica, e in particolare da testi di magia nera? E perche’ non ha chiamato “Hogwards” quella scuola?

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Come si puo’ pensare che questa signora sia equilibrata, quando ha chiamato un figlio Eridiano Sirio, un altro Roberto Liberta’, e quello meno furbo solo Renzo, ma oramai “Trota” anche per suo padre? Come si puo’ passar sopra le centinaia di migliaia di Euro spesi per fare -forse, mica e’ sicuro!- prendere un diploma al Trota in sette o otto anni, e iscriverlo poi a qualche universita’ privata di Londra (la famosa “Inculacoglions”, a naso)?

E torniamo alla fantastica Rosy Mauro. I giornali ci raccontano d’una sua effervescenza sessuale, con marito a casa e amanti in giro per tutta Italia e pure in Senato (a dar conto d’una scadenza del gusto veramente oscena, nel paese tutto: fosse vivo Pacciani, la bollerebbe lombrosianamente come una che “puzza di volpe”). E una predilizione per gente con nomi incredibili, da generatore casuale di puttanate. Si narra infatti d’un amante di nome Pier Moscagiuro, poliziotto oramai in carriera immagino politica, e d’un altro toy-boy dall’assurdo nome di Delmirino Ovieni (che mi sembra di sentirlo chiamare, dalla pastora, come fosse un cane da lavoro: “Ovvieni, Delmirino!!”).

E che dire del figuro che tutto ha fatto iniziare, il fantastico Francesco Belsito, che piu’ lo guardo piu’ penso che riaprire le differenziali non sia tutto sommato una cattivissima idea?

Va a finire che davvero Bossi il vecchio e’ il pezzo migliore della famiglia, ma tutto questo veramente non rende, per me, meno comprensibile come si possa dare il voto a gente del genere. Come sia possibile che -nel 2012, porca puttana!- qualcuno scientemente dia la preferenza a un Calderoli, a un Trota, a un Boso o a un Borghezio qualsiasi. No: proprio non c’arrivo.

Ma poi penso a questi immani coglioni, che fanno queste cose qua:

e allora mi si chiarisce tutto, e sento che pure la crisi economica ha un senso, se ci toglie dai coglioni bestie simili.

Che questi, se gli togli la greppia della rendita di posizione, stiantano in tre giorni. E speriamo che -siamo a Pasqua- non risorgano…

 

Barney

La crisi e’ psicologica, tutti i partiti se ne preoccupano ma alla gente gli importa una sega e si suicidano come mosche. Vorra’ mica dire che la politica in Italia fa tutta cacare il cazzo, eh?

Devo aggiungere qualcosa al titolo?

No, perche’ anche oggi due persone disperate si sono suicidate. Perche’ la crisi e’ solo psicologica, certo. E la gente s’ammazza per scherzo, dio Nànos! No?

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Fate caso al fatto che i ricconissimi di stramerda invece prosperano, ingrassano e continuano a ridere alle nostre spalle.

Si ammazzano i piccoli imprenditori, gli artigiani, gli operai, sempre piu’ strozzati dai cravattari. Gli inutili sbavatori come Bossi e famiglia di mentecatti piu’ la Rosy Sarcazzo Badans, o Lapo Elkann e la sua trota personale (una aristocratica! Cazzo, esistono ancora le aristocratiche? Mavaffanculo alle baronesse e alle contessine dei miei coglioni!), gente cosi’ -del tutto inutile, diciamocelo- prospera nella crisi: riescono a mimetizzare la propria completa incompetenza e il loro totale non saper sfilarsi neanche un dito dal culo con le vagonate di miliardi che si ritrovano come rendita ignobile di posizione.

No, porca puttana: uno come Lapo Elkann nemmeno alle scuole speciali lo prenderebbero. Neanche ci fosse l’obbligo di avere uno studente particolarmente coglione ogni mille, perche’ tutti i presidi obietterebbero che v’e’ un limite alla coglionaggine, e Lapo l’ha infranto quel limite. Uno cosi’ gli levi il cognome e quello ti stianta in due ore sulla tangenziale, non essendo nemmeno in grado di infilare il bocchettone della benzina nel serbatoio della Ferrari mimetica. No, perche’ ditemi voi: ma quanto coglioni si deve essere per guidare una merda di macchina come questa qua, dopo averla COMPERATA e PAGATA centinaia di migliaia di Euro?

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Insomma: io non dico di prendere i forconi e dare un deciso aiutino a Darwin. Pero’… quando sento i politici (di destra, di sinistra: quel che vi pare) dire che loro si, certo che ci pensano alla crisi! E poi pensare che tutta la politica in Italia costa al cittadino VENTICINQUE MILIARDI di Euro l’anno (fonte: Focus Economia di oggi 4 aprile 2012, Radio24), beh: mi vien voglia di legare assieme Bossi, Casini e Bersani, e usare poi Alfano per dar fuoco alla sympatica pira. E vedere se almeno di riscaldamento e illuminazione qualcosa ci torna in tasca.

Perche’ va bene i subprime, capisco i CDS, certo che i ladri e i grassatori… Ma a comandare la baracca c’erano anche vent’anni fa questi stessi inetti qua, non il povero corniciaio che s’e’ impiccato ieri, ne’ il cinquantunenne che -perso il lavoro, persa la moglie- e’ tornato a casa dei genitori solo per uccidersi in cantina.

Non sono un violento, ma quando sento che la sinistra si prende carico della crisi mi viene goebbelsianamente voglia di metter mano alla pistola (se lo dice la destra vado diretto al fucile a pompa, sia chiaro).Siamo qui, oggi, per colpa di una classe politica che definire “di merda” e’ un’offesa alla merda.

Punto.

Prima si levano tutti dai coglioni, prima l’Italia ha una chance di rialzarsi.

 

Barney

Corsi e ricorsi storici: propaganda disneyana per spingere gli americani a pagare le tasse. Nel 1943…

Un fantastico cartoon di Walt Disney, disegnato e prodotto in piena seconda guerra mondiale. C’era bisogno di sacrifici per sostenere la macchina bellica, e il sacrificio migliore che uno potesse fare era pagare le tasse. Per schiantare, con nuovi aerei, corazzate e cannoni, il nemico nazifascista:

Retorica a vagonate che torna utile anche di questi tempi. Con la differenza che il nemico da schiantare non si dice quale e’ 🙂

 

 

Barney

 

 

Non ci son discussioni: i grandissimi problemi nazionali, oggi come oggi, sono questi qua.

Su, dai… lo sapete tutti, di che sto parlando! Non ci sarebbe nemmen bisogno di rimarcarlo, non fosse che:

  • sono stanco per fare altro che scrivere,
  • oggi sono riuscito a consegnare il lavoro ben un’ora prima della deadline, e -contestualmente-
  • ho dovuto tenere a freno telefonicamente Mrs. Panofsky, incazzata come una biscia perche’ i vigili urbani avevano gentilmente portato ad un garage qua vicino la nostra auto, che io avevo parcheggiato in un luogo dove pare non si potesse [1].

Insomma, con lo spread a men di 300 punti, la disoccupazione sotto il 20%, l’inflazione che viaggia al 3,3% ma dice che e’ solo colpa del petrolio, gli stipendi italiani che rimangono piu’ alti solo di quelli bulgari ma giocando la combo con le tasse svedesi siamo nel bottino… insomma il grandissimo tema di discussione, quello che impegna alla dichiarazione virgolettata, all’esternazione meditata e alla semplificazione educativa i nostri politici e’…

IL MATRIMONIO TRA PERSONE DELLO STESSO SESSO.

Nei giorni scorsi si sono ascoltate sull’argomento cruciale e cogente le stronzate partorite da menti illustri come Domenico Scilipoti, Carlo Giovanardi, Vittorio Sgarbi, Carlo Casini (che non e’ Gianfry Casini, e non son manco parenti) e di sicuro ne dimentico qualcuno, ad esempio Rosy Bindi che ha puntualizzato la sua posizione a latere degli interventi dei suddetti maitres a penser della destra ultra cattotalebana italiana. Mancano all’appello alcuni calibri da novanta (Walter Veltroni, per dirne uno, che sta sicuramente elaborando un commento tranchant, del tipo “Bene i gay, maanche gli eterosessuali, e chi sono io per giudicare male i coprofili e i sadomasochisti in latex?”; tutti i leghisti, cui deve ancora essere spiegato bene che “omosessuale” equivale a “busone” in bolognese stretto; qualche ciellino di ritorno e molti ciellini-OpusDeireñi stanziali).

Tutto questo perche’ in un paio di giorni abbiamo avuto un pronunciamento di indirizzo del Parlamento Europeo e -proprio oggi- una sentenza della Cassazione che pone le basi per un futuro riconoscimento delle unioni omosessuali. A me paiono cose normali, che non dovrebbero nemmeno essere discusse tanto riguardano liberta’ individuali che non ledono assolutamente le liberta’ degli altri. Ma tant’e’, siamo in Italia… E allora, Scilipoti ha pensato (oddio… “pensato” e’ un overstatement) che fosse indispensabile rammentare che due uomini che si amano avranno rapporti sessuali anali, che non va bene per nulla, perche’ non si fa. Ma la stessa cosa tra un uomo e una donna, allora si, e’ ammessa (se avete tempo, ecco qua l’.mp3 de “La Zanzara” di ieri, con tutto questo e molto di piu’). Mi manca la posizione dell’illustre olista riguardo al sesso tra due donne, magari devo solo cercar meglio tra le puttanate che il viscido nano grasso (si, sono razzista. Ma il mio e’ un giudizio politico, si badi bene!) ha vomitato in questi mesi. Oppure, Carlo Casini che ci dice che l’omosessualita’ diffusa a macchia d’olio sarebbe la fine della civilta’ umana, uguale all’ecatombe nucleare (toh, non ci credete, eh? E allora ecco un altro .mp3!).

Lasciamo da parte Sgarbi, che tanto spara sempre le solite stronzate, e chiediamoci come mai c’e’ da noi questo terrore da parte di certi cattotalebani destrumani riguardo all’omosessualita’. Che poi, in realta’ si tratta di assoluto panico per l’omosessualita’ maschile, e di tremenda avversione per baci, sesso ed effusioni amorose solo tra maschi. Le donne, se proprio vogliono, son tollerate; e si esemplifica sempre, se si vuole esternare sull’argomento, sui due giovanotti che si sbaciucchiano in una qualsiasi piazza d’Italia.

Certamente vivere di fatto in una semi-teocrazia aiuta a reprimere -anzi: addirittura spinge decisamente verso-  le espressioni di liberta’ individuale quali -tra tutte- la sessualita’ di ciascuno. Il fatto che vi sia sempre, nei farneticanti discorsi di queste capre ammaestrate, l’accenno alla procreazione -impossibile nei rapporti omosessuali- e’ ulteriore argomento di riflessione: la donna (esclusa ovviamente da qualsiasi possibilita’ di carriera nella teocrazia cattotalebana) deve esser ridotta a fattrice e compagna del maschio dominante. Altro ruolo non se ne vede.

E l’uomo non puo’ certo permettersi di avere un rapporto alla pari con un suo simile, perdio! La schiava, ci vuole, per lui!

Si osservi poi l’ossessivo ricorrere alla descrizione del culo e dei suoi variegati usi (cfr. Dante Alighieri, Divina Commedia) ad aggiungere dileggio e oltraggio nei confronti degli omosessuali maschi. E’ veramente incredibile come questi maestri del pensiero liberale siano ossessionati dal sedere, quasi a testimoniare la loro impossibilita’ a superare la fase anale di freudiana memoria.

Tutto cio’, me lo si lasci dire, fa decisamente schifo.

E lo fa ancor di piu’ quando un coglione lampadato come Angelino Alfano usa l’argomento delle unioni omosessuali come spauracchio elettorale. Fa schifo al cubo sia perche’ si rivolge ad una larga fetta di coglioni come lui (il che ci dimostra come il nostro paese li attiri, i coglioni, come la calamita attrae la limatura di ferro), sia perche’ e’ un argomento che non riesco a definire se non “razzista”. Perche’ se oggi si accetta che l’unione tra due persone dello stesso sesso non sia normale, cosa ci impedisce di ritornare a vietare i matrimoni tra bianchi e neri?

Anche in questo la storia non c’ha insegnato nulla: ad Auschwitz assieme agli ebrei gasavano gli omosessuali.

Comunque, i cattotalebani da sbarco diano un’occhiata qua sotto: e’ la mappa dell’Europa in cui sono evidenziati i paesi che permettono unioni civili tra persone dello stesso sesso. L’Italia e’ nel gruppetto minuscolo dei retrogradi (Grecia, Eire e Estonia); ci piace farci riconoscere sempre…

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[1]: In realta’ penso che riusciro’ a vincere il ricorso a occhi chiusi, mancando qualsiasi segnalazione di divieto di sosta con rimozione coatta nella strada dove avevo legittimanente parcheggiato. E sottolineo “legittimamente”. 🙂

 

Barney

Liberta’ di scelta à là cattotalebana. In Texas, il che non mi stupisce manco un pò…

Stamani ho letto su un quotidiano che Garry Trudeau s’e’ visto rifiutare la striscia quotidiana della settimana che viene da un 35 giornali americani, a causa dell’argomento trattato.

Molti qua avran gia’ cambiato canale, non sapendo chi cazzo e’ Garry Trudeau, pensando che “striscia quotidiana” si riferisca alla quantita’ di polverina bianca che il summenzionato Trudeau inala aiutandosi con una cannuccia di platino, e soprattutto non avendo idea del perche’ un quotidiano americano debba rifiutare qualcosa per il suo contenuto: stiamo parlando della piu’ grande democrazia dal mondo, no?

Bene, andiamo con ordine.

Garry Trudeau e’ un disegnatore. Un bravo disegnatore, famoso per le sue strips, le serie di tre vignette che i quotidiani nel mondo mettono nelle pagine centrali, diciamo nella sezione “cultura non troppo alta”, ma lontano da “tette e culi” o da “estrazioni della Lotteria del Sarchiapone”. Uno che ha vinto il Pulitzer, mica noccioline! Lo si puo’ tranquillamente catalogare come “di sinistra”, e sicuramente i destri che leggessero questo pezzo lo definirebbero “un radical chic con la puzza sotto il naso”. Beh, chi se ne fotte: “Doonesbury” e’ una striscia al livello di “Dilbert”, e tanto basta.

Abbiamo quindi scoperto che Trudeau disegna “Doonesbury” (no: “Dilbert” NON lo disegna Trudeau, lo fa Scott Adams). Doonesbury, a sua volta, e’ una specie di commento quotidiano ai fatti rilevanti della vita sociale USA, demandato ai protagonisti della striscia (Mike Doonesbury, l’alter ego di Trudeau, e la varia umanita’ che ruota attorno a lui in una qualsiasi cittadina borghese americana di oggi: Insomma: uno “Snoopy” per adulti). E siccome tra i fatti quotidiani c’e’ di tutto, di recente in quel “di tutto” e’ andata a finire anche il commento alla notizia di una legge emanata dal Governatore del Texas, Rick Perry, che obbliga chi vuole abortire a subire una ecografia transvaginale e all’ascolto del battito del cuore del feto. E la obbliga a farlo a meno che la donna non dichiari che la gravidanza e’ stata causata da uno stupro. La legge ha altre amenita’ che solo un Kompleto Koglione Kattotalebano (un “KKK”, no?) poteva tirare fuori. Qua e qua un paio di commenti alla vaccata del vaccaro, ce ne fosse bisogno.

Ora, a prescindere da come la si possa pensare sull’aborto (io, nel mio piccolo, non so proprio come pensarla, ma so di sicuro che non posso scegliere anche per gli altri su questioni cosi’ delicate), le cose qua sono chiare: Perry vuole rendere difficile, traumatica e psicologicamente dirompente la scelta di abortire, vuole che la cosa rimanga impressa a fuoco nelle carni (ecografia transvaginale) e nel cervello (sonogramma del battito cardiaco del feto con il medico che gli spiega cosa sta ascoltando) delle donne che si sottoporranno all’intervento. Si capisce che Perry e’ contro l’aborto, no? E si capisce che questa legge e’ il tentativo di rendere impossibile con cavilli e gabole di bassissima lega l’aborto in Texas. Forse perche’ e’ impossibile proibirlo, forse perche’ gia’ ci hanno provato, ma anche nel feudo dei Bush e’ meglio poter abortire legalmente -per la maggioranza della popolazione- piuttosto che affidarsi a praticoni e mammane abusive?

Detto questo, la settimana entrante la serie di strisce incriminate non sara’ pubblicata su 35 giornali su piu’ di 1400 in tutto il mondo che hanno i diritti per Doonesbury. La pecentuale e’ minima, ma gia’ il fatto che ci sia e’ una notizia (anche se alcuni di questi quotidiani hanno gia’ fatto sapere che le strisce saranno pubblicate nella sezione “politica”. E mi pare una ottima scelta). L’autore difende fieramente la sua scelta, i cattotalebani del Texas (che somigliano molto ai nazisti dell’Illinois, peraltro) gia’ inneggiano ai roghi di libri e albi di Doonesbury, e a me non resta che presentare una delle vignette incriminate, schierandomi assolutamente dalla parte di matite e chine.

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(E c’e’ chi ancora si ostina a pensare che i fumetti son cose da bambini…)

 

Barney

Stipendi, costo del lavoro, produttivita’ e altre cazzatelle messe a caso, cosi’ la casalinga di Voghera non capisce nulla

E’ di oggi l’ennesimo rapporto Eurostat-OCSE-Spectre o quel che volete che certifica un dato assolutamente noto ai piu’, ignoto ai politici e ignorato dagli industriali: i salari in Italia sono tra i piu’ bassi d’Europa.

Oggi il rapporto parlava di stipendi lordi, quindi dentro ci stanno sia le tasse (per quel che concerne la parte dovuta dal lavoratore) sia gli oneri sociali. E’ quasi il costo aziendale lordo, ma di questo ci occuperemo dopo. In ogni caso, il risultato e’ che siamo “davanti” solo al Portogallo e dietro tutti gli altri. Comprese Spagna e Grecia, e soprattutto l’Europa del nord che ci sovrasta con salari (lordi, ribadiamolo) doppi dei nostri. Il primo commento e’ della Ministra Fornero, che dopo la grappa serotina (che’ senza assunzione di adeguate dosi alcooliche mal si comprende come simili cazzate possano venire fuori) ha cosi’ puntualizzato:

In Italia abbiamo salari bassi e un costo del lavoro comparativamente elevato. Bisogna scardinare questa situazione, soprattutto aumentando la produttività“.

Cioe’, la ricetta per aumentare i salari italiani e’ quella di aumentare la produttivita’. Come aumentare la produttivita’ e’ lasciato all’immaginazione degli ascoltatori, e andiamo avanti. Anche perche’ -dice la Ministra al welfare- il costo del lavoro e’ comparativamente elevato. Glisso sul comparativamente (no, perche’ per comparare avrei bisogno di un termine di paragone. Siamo noi e… Chi, di grazia? L’Albania? Il Congo Belga? La Groenlandia?) e torno alla questione del costo del lavoro e del cuneo fiscale (che non e’ ancora uscito, ma diamogli un paio d’ore di tempo e vedrete che qualcuno lo tira fuori). La storia che il costo del lavoro e’ tra i piu’ alti, in Italia e’ parzialmente vera. Purtroppo per i vari Fornero, Marcegaglia, Monti, Berlusconi e chi vi pare, quel costo e’ pero’ inferiore a quello che le aziende sostengono in Germania, Francia, Svezia e Austria. Che hanno pure stipendi lordi maggiori dei nostri.

Ora, io non sono un ingegnere, ma se sommo uno stipendio lordo MINORE ad uno equivalente tedesco ad un cuneo fiscale MINORE di quello francese, non posso certo ottenere un costo del lavoro SUPERIORE, no? E’ matematica da terza elementare, e non ho nemmen tirato fuori robe esotiche come il signoraggio, i cerchi nel grano o le scie chimiche. Se non ci credete, ecco la tabella con le cifre di Eurostat -il rapporto e’ quello commentato nel link di lavoce.info-:

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Tabella 1. Siamo messi benissimo, e il cuneo non c’entra piu’ di tanto…

Se poi pensate che quelli di lavoce.info siano troppo comunisti (in effetti, un po’ lo sono…), possiamo commentare la tabella di Assindustria Lombarda, che cerca di gabolare la casalinga di Voghera presentando dati percentualizzati. Il risultato non cambia: basta tenere presente i dati in Euro della tabella 1 e ragionare un po’. Chi non e’ leghista ce la fa in scioltezza come ce la faccio io che non sono certo una cima:

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Tabella 2. Dal rapporto di sintesi di Assolombarda del 25 luglio 2011. A cura di Andrea Fioni

E’ utile e didascalico, oltre che ottimo per attivare la bestemmiatrice, copincollare anche la figura che sta immediatamente sotto la tabella 2, che illustra graficamente lo stesso concetto. Pero’ il commento subito sotto e’ stupendo. Voila’:

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Figura 1. Dove si dicono le stesse cose di Tabella 2, ma si usa la faccia di bronzo nel commento…

E’ necessario che faccia notare come il confronto lo si fa con gli spagnoli, e NON con i francesi e i tedeschi? No, vero?

Bene, siamo alla fine. Non resta che consigliare a tutti, come fa il nostro Monopolio, l’unico mezzo per demolire queste storture e poter progredire al livello dei nostri concittadini europei. Non si tratta di cambiare lavoro, o di studiare di piu’, o di farsi il mazzo anche nei fine settimana. Fortunatamente (forse…) non si tratta nemmeno di vendere parti anatomicamente pregiate di noi stessi/stesse. E’ questione di culo, pero’, quello si: si tratta di sognare:

Massi’, lasciate sognare anche me! Lasciatemi sognare di mandarli tutti affanculo: politici, industriali, santoni e massimamente quella merda di uomo che ha inventato questo spot. Assieme a chi permette che venga messo in onda, chiaramente.

 

Barney

 

 

 

 

 

 

 

Megadeth’s Dave Mustaine Supports Santorum… Estiquaatzi!

La notizia del giorno e’ che Dave Mustaine (frontman dei Megadeath) appoggia Santorum nella corsa repubblicana alla candidatura per la Casa Bianca.

Il commento del grande capo Estiquaatzi e’:

“Estigranquaatzi! Meglio lui di Ligabue, ma forse anche no, e comunque e’ ‘na bella lotta…”

(tutto il mondo e’ paese, direi)

Barney