Battutaccia da geek per la vignetta di oggi, che vo prontamente a presentare e poscia a spiegare:
Il boroidruro di sodio e’ un potente agente riducente, quindi se fosse usato sui nostri mutui e prestiti, li potrebbe “ridurre” (maancheno!).
L’alt-text continua con il pun dicendo “ho provato ad ossidarli, ma la tua banca usa una carta veramente incredibile che non piglia fuoco!”
Insomma, fa ridere solo gente con grossi problemi e disturbi multipli della personalita’, meglio se in possesso di formazione tecnico-scientifica 😛
Per le persone normali, faccio notare come il titolo sia il perfetto complemento a “enlarge your penis“. Operazione per la quale non credo sia indicatissimo il boroidruro di sodio…
Una query e’ una interrogazione ad un database. Il comando “select” e’ forse il piu’ conosciuto, e in una query seleziona quegli elementi che corrispondono a determinate caratteristiche. La sintassi e’ quella che si vede nella vignetta di oggi:
Dopo l’ultima select, l’omino di Randall fa un drop della tabella “persone”, e il risultato e’ che tutto il contenuto della tabella scompare.
E siccome la tabella era “people”, il comando successivo, che si vede nell’alt-text, va a selezionare tutto il contenuto della tabella “ghosts” 🙂
La prima e’ la stupidita’, i comportamenti illogici e cretini. Le bizze in eta’ matura, insomma.
La seconda e’ la gente che sul treno spippora (tecnicismo per “interagisce a randa con la GUI di un dispositivo elettronico”) sullo smartphone del cazzo per verificare il proprio status su Facebook, e tiene a palla il volume delle notifiche/dei messaggetti della chat. Spero almeno che ogni “piiiiing” corrisponda ad un orgasmo, perche’ a me invece scassa i coglioni, vedi te i casi della vita?
La terza cosa mi manda davvero in bestia, e mi succede parecchie volte a settimana. E’ il classico comportamento da decerebrato totale che tiene l’utonto italiano medio di posta elettronica allorquando gli arriva una mail indirizzata a n persone (con n maggiore di 20), in cui si annuncia una riunione/una cena/un qualsiasi evento a caso, e si chiede la conferma della partecipazione. Un po’ come ricevere a casa una lettera di invito per una festa di compleanno, no? Sulla lettera c’e’ scritto di confermare la propria presenza, e una persona normale in genere cosa fa? Telefona o scrive al mittente e dice “Allora venerdi’ sera io ci sono. Grazie”.
Non e’ che alla persona normale gli viene in mente di cercare tutti gli invitati e far sapere anche a loro che venerdi’ sera ci sara’ anche lui. No, perche’ agli altri invitati gli potrebbe anche importare una sega se io sono presente alla festa e Pallette invece resta a casa, se Moana passa dopo le undici e Franchino preferisce il torneo di Burraco a Lido di Camaiore.
Per gli inviti per posta elettronica invece tutti (tutti e’ una esagerazione, diciamo il 95% degli italiani, e ci stai larghino) cliccano a caso sul tasto di risposta del loro client (nel caso fortunato che ne abbiano uno, altrimenti e’ una iconcina in una finestra del browser) e scelgono piu’ o meno coscientemente (meno, meno) di rispondere a tutti.
Si vengono quindi a creare thread infiniti e surreali di risposte inutili e piu’ o meno standard: “Io ci saro'”, oppure “Scusa Egisto, ma ho un’unghia incarnita e proprio non mi posso muovere”, o anche “Al posto mio mando il leccafrancobolli che abbiamo appena assunto proprio per mandarlo alle feste del cazzo come questa”.
Capisco che tutto questo volare di salamelecchi, scuse false come una dentiera e annunciazioni di concomitanti viaggi di piacere alle Maldive possa rappresentare un interessante bacino di ricerca per i sociologi e gli etologi, ma e’ tutta banda e tempo sprecato. Quindi, per ribadire il concetto, esiste la concreta possibilita’ che se guardate bene la barra dei pulsanti del vostro client di posta elettronica/la vostra casella webmail, vediate che il pulsante “Reply to all” sia come questo qua sotto:
Lascio chiudere ai PJ, che altrimenti perdo il filo:
Qualcuno avra’ sentito sui media della morte di Aaron Swartz, che s’e’ impiccato venerdi’ scorso a 26 anni.
Aaron Swartz at a Boston Wiki Meetup (Photo credit: Wikipedia)
Chi era Swartz? Un genio della programmazione, che a 13 anni ha partecipato alla definizione della specifica RSS. La specifica RSS magari la usate senza manco accorgervene. Magari i feed di questo blog v’arrivano attraverso RSS. Ecco: Swartz aveva scritto parte di questa roba qua a -lo ripeto- tredici anni.
Poi ha fondato Reddit, e s’e’ dato anima e corpo a progetti di democrazia digitale, in cui chiedeva a gran voce l’abbattimento delle barriere all’informazione. Uno dei suoi cavalli di battaglia e’ stato DemandProgress.org, una campagna contro SOPA e PIPA (di SOPA e PIPA ho parlato tempo fa).
Le sue campagne l’hanno portato ad avere grossi problemi legali con i giudici americani e con JSTOR, un archivio digitale di pubblicazioni scientifiche che Swartz in pratica “dumpo’” penetrando da un PC portatile nella rete del MIT. Lo scopo era quello di sensibilizzare sull’importanza della Open Literature, e la storia -veramente avvincente- la potete leggere qui. L’obiettivo finale era quello di mettere tutti gli articoli e i giornali “rubati” su reti peer-to-peer, cosi’ da renderli accessibili a chiunque. Fu alla fine scoperto, ma JSTOR non lo denuncio’, ritenendosi soddisfatta d’avere scoperto chi scaricava gigabyte di materiale senza pagare.
Pero’ la corte di Boston decise di proseguire lo stesso la causa, e a breve avrebbe avuto inizio il dibattimento in cui Swartz rischiava 50 anni di galera e chissa’ quanti milioni di dollari di multa. Per una azione sicuramente illegale, ma assolutamente senza conseguenze nocive per nessuno, in cui addirittura -lo ripeto- l’istituzione derubata ritiro’ immediatamente l’accusa.
Mi pare spropositato (anche e soprattutto in questo caso in cui un ragazzo s’e’ ucciso) il divario tra la legge -vecchia, manichea, vendicatrice- e la Rete. Tutti i tentativi di soffocare la liberta’ in rete si scontrano con l’impossibilita’ a farlo, a meno che non si proceda come in Cina e si impedisca a chi non e’ un minimo versato in certe cose di accedere ai siti. Ma allora non siamo in democrazia. E infatti la Cina e’ tutto fuorche’ democratica. Ma tutti i tentativi frustrati di censura sono altrettanti pungoli per chi -non capendo- ha paura del futuro e della liberta’.
Per questo si batteva Swartz, per questo si e’ ucciso: perche’ s’e’ sentito incapace di spiegare il suo mondo a un giudice che molto probabilmente in cuor suo aveva gia’ deciso -imbastendo il processo- che il ragazzo era colpevole.
La famiglia e gli amici hanno creato una pagina per ricordarlo. Eccola qua.
La fine non posso che lasciarla a Nick Cave che rifa’ (con la Minogue, Shawn McGowan e altra bella gente) una ballata di Bob Dylan:
Mi sono stufato di correre dietro ai disservizi di Posterous. La piattaforma era splendida e funzionale, sinche’ non e’ arrivato Twitter che ha comperato a suon di milioni di dollari la baracca. E subito dopo ha spostato tutti gli sviluppatori a lavorare alle nuove versioni di Twitter.
Adesso credo ci sia uno stagista, a manutenere Posterous, che rimarra’ una delle iniziative migliori degli ultimi anni, parlandone da vivo.
Lascio con dispiacere il paziente in coma, e mi sposto definitivamente qui:
E’ una cosa veramente piccola, che tocca me e qualche altro milione di persone in giro per il mondo. Rispetto ad altre comunita’, i cui utenti si misurano a decine o centinaia di milioni, siamo in pochi irriducibili, anticonformisti, pigri, cui piace scegliere un servizio sulla base di caratteristiche non certo comuni, ne’ cercate dalla maggioranza. Che infatti non e’ con noi.
Questo post e’ per Posterous, la piattaforma che mi ospita e che mi permette cose che Blogger, o WordPress, o Tumblr o sarcazzo quale altro sistema di blogging vi puo’ venire in mente manco si sognano. Su Posterous si possono inviare attraverso una semplice email post completi, formattati, con link, immagini e video, e i tag giusti. Scrivo su Posterous (o scrivo una mail a Posterous), e la piattaforma, da sola, mi replica il post su Facebook, Blogger, Twitter e quel che altro avete come social coso, uguale all’originale. Inserisco una foto e Posterous non fa una piega, ma se inserisco dieci foto nello stesso punto del post, la piattaforma, da sola, mi crea una galleria esplorabile con un clic. Carico un documento qualsiasi (.pdf, .doc,. odt, vedrai funziona anche con il LaTeX), e Posterous mi mette su da solo una finestrella Scribd nella quale viene visualizzato il documento sul computer remoto del lettore occasionale (che magari manco ha Word a bordo…). Il cruscotto di gestione e’ senza fronzoli inutili: le cose essenziali ci sono; se vuoi il resto (contatori, feed, altro) ce lo pianti a manina da solo, nell’html della homepage. Ma quel che c’e’ funziona, e quel che manca non puo’ crashare, no? Quindi, sino a una settimana fa thumbs up per Posterous e per come mi permetteva di divertirmi a sparare bischerate in rete senza faticare.
Una settimana fa pero’ la homepage di Posterous avverte me e gli altri 15 milioni di utenti che l’azienda e’ stata acquistata.
Il link ci avverte che nulla cambiera’ per i nostri “Spaces” (i blog degli utenti), e che se qualcosa dovesse cambiare saremmo comunque avvertiti per tempo, ma vedrai che non succede, e per sicurezza tu utente sarebbe bene tu leggessi le FAQ che t’abbiamo preparato.
E io leggo le FAQ, e ora le leggerete pure voi, con il rosso corsivo che segnala le parti a mio avviso interessanti:
What happens to my Space? Will Posterous eventually shut down? You can use your Space(s) exactly as you have in the past. We’ll give you ample notice before any changes or disruptions to the service and we’ll provide specific instructions for exporting your content to another service.
Can I still post to my Space? Yes, you can continue to post via email the Web or our iPhone or Android apps. We’ll give you ample notice before any changes or disruptions to the service.
How can I backup or export the content of my Space(s)? We’ll share instructions on how you can backup the content of your Space soon.
What happens to my content if I don’t do anything to my Posterous account? We’ll give you ample notice before any changes to the service and we’ll share clear instructions about how to move your content to other services. In the meantime, your Spaces will remain up and running without disruption.
I bought a custom domain from Posterous – what happens to it? Our domain partner, eNom, will take over domain management. Over the next several days, you will receive an email with instructions for accessing your new domain account.
I am redirecting my domain/subdomain to Posterous – what do I need to do? Your domain or subdomain will continue to point to your Posterous Space. You do not need to change anything.
Can I export my Space’s to WordPress, Tumblr, Blogger, or another service? Over the coming weeks we’ll provide you with specific instructions for exporting your content to other services.
Bene: visto che non mi devo preoccupare perche’ non succedera’ nulla, e che comunque m’avvertiranno con un certo anticipo prima che il nulla accada, ho provveduto a preparare uno spazio altrove, nella speranza che nulla veramente succeda. Nulla oltre al passaggio a Twitter, intendo, il che e’ gia’ forse troppo. Perche’ a parte che quasi tutti oramai i dati a Twitter glieli abbiamo dati, se una aziendona acquista una aziendina, acquista anche i dodici milioni di clienti dell’aziendina con le loro preferenze, i gusti, la rete di lettori… Insomma, il pacchetto completo. E non so se a me piacera’ far parte del pacchetto completo, ci devo riflettere e capire quanto di me era affezionato alla tecnologia di Posterous, e quanto invece era rimasto affascinato dalla sostanziale anarchia che la piattaforma prometteva.
Ma questo e’ il bello (e il brutto) della Rete: tanta liberta’, ma spesso liberta’ di comportarti liberamente come la massa. Il che non e’ liberta’, a mio avviso, anche se quasi sempre l’utente finale manco si accorge che le sue scelte sono guidate da qualcun altro.
Ma non preoccupatevi, o miei sette lettori!
Non dubitate nemmeno per un secondo che qualcosa potra’ mai accadere, e nel caso im.pro.ba.bi.le. che comunque qualcosa accada, beh… vi forniro’ ampi aggiornamenti ben prima del meltdown, e scrivero’ di mio pugno istruzioni inequivocabili su come far fronte all’immane perdita.
Cravatte per Trekkers con loghi prima serie, di colori diversi a seconda delle mansioni.
Costano solo 49,99$, ovviamente su ThinkGeek. Ma cosa son cinquanta dollari, al cospetto della soddisfazione di poter sfoggiare queste fighissime cravatte in riunioni ufficiali, e magari chiudere l’incontro con un bel “Beam us up, Scotty!”, eh?
Mapstalgia e’ un tumblr che raccoglie i lavori artigianali degli appassionati videogiocatori “old style”, che cercano di risolvere livelli e settori affidandosi a foglio e matita. Tutti i disegni sono dati come rigorosamente eseguiti “a memoria” :-O. Un tuffo nel passato, con alcune mappe fatte veramente bene; ma tutte, secondo me, inutili per il visitatore occasionale: ogni giocatore capisce solo le sue mappe 🙂
Ma cosa c'è dentro un libro? Di solito ci sono delle parole che, se fossero messe tutte in fila su una riga sola, questa riga sarebbe lunga chilometri e per leggerla bisognerebbe camminare molto. (Bruno Munari)