Negli USA il nuovo POTUS sta mettendo in piedi un omogeneo gruppo di potere e di indirizzo che -in ultima analisi- non crede per nulla all’impatto antropico sui cambiamenti climatici. Questo e’ il nuovo presidente dell’EPA (il Ministero per l’Ambiente americano), quest’altro il consigliere scientifico di Donaldone, che addirittura e’ entusiasta dell’aumento della CO2 in atmosfera, perche’ le piante cresceranno meglio.
E allora, mentre aspettiamo che al Ministero della Ricerca venga nominato un creazionista (ci stiamo lavorando…) o un terrapiattista, a noi italiani non resta che concentrarci sulle iniziative scientifiche dell’ottimo (??!!!) pentastellato Bartolomeo Pepe, che ha organizzato per il 20 marzo prossimo un convegno su Scie Chimiche e Geoingegneria (anzi, il titolo e’ “Geoingegneria e Disinformazione“). Dopo i danni da vaccinazioni e prima di una analoga iniziativa su fusione fredda, moto perpetuo e motore di Schietti, ovviamente.
Questa me la manda un ex-collega spesso in giro per il mondo (come se io invece fossi stanziale…), ma e’ indubbiamente una scritta nostrana:
La qualita’ e’ quella che permette WhatsApp, ma il concetto e’ chiaro.
Il duetto si sviluppa tra un graffitaro professionista (ha addirittura una tag), si che esprime sul muro a colori con una frase lapidaria e dalle molte possibili letture (politica? Romantica? Truzzo-borgatara? Non sa-Non risponde?), e un successivo sobrio commentatore che lo sbeffeggia in sedicesimo ma molto elegantemente.
Privilegiando la lettura romantica (la piu’ improbabile, diciamolo…), lascio il commento musicale a Faber.
Da Augsburg i due expat crucchi mi mandano questa foto, che scopro essere assai famosa (vulg.: ce ne sono almeno tre o quattro legioni) in rete:
Pero’ questa foto e’ nettamente migliore di quelle che potete trovare in giro, vedere per credere.
Mi fido ciecamente della traduzione di Eliana, che mi dice che la scritta si traduce piu’ o meno cosi’:
Là dove sta il cuore la Germania non ha mai sistemi di allarme
Adesso servirebbe una colonna sonora adeguata, magari tedesca. Il che e’ al di sopra delle mie possibilita’, francamente. E allora mi tocca scegliere qualcosa di meno tedesco, ma altrettanto romantico. Magari suonato a Sarzana tanti anni fa…
Oggi su Repubblica on line campeggiava questa notizia qua. Ossia, detta in sintesi: la gGente tende a credere molto di piu’ ai complotti, alle sciechimiche, al moto perpetuo, ai danni dei vaccini… piuttosto che a chi si mette di buzzo buono a cercare di spiegar loro che i complotti sono difficili da metter su e difficilissimi da scoprire (immaginati te dalla gGente!), le sciechimiche sono la condensa dei motori degli aerei, il moto perpetuo e’ una cazzata per qualsiasi verso scientifico lo si prenda, e i vaccini fanno molto, molto meno male delle malattie che prevengono.
Perche’ succede questo? Ce lo aveva gia’ spiegato anni fa Uriel Fanelli nel suo miglior post, quello oramai strafamoso della Teoria della Montagna di Merda (per gli amici, la TdMdM). La quale, sempre in estrema sintesi, fa cosi’:
Centomila milioni di scimmie che battono a casaccio su una tastiera finiranno, se battono per abbastanza tempo, per scrivere il miglior romanzo della storia. L’opera assoluta.
Questa cosa sembra confortante, quasi un invito a consentire a milioni di scimmie di scrivere su una tastiera. Il guaio e’ che l’enunciazione non parla degli effetti collaterali. Centomila milioni di scimmie che battono a casaccio su una tastiera produrranno si’ il miglior romanzo della storia, ma produrranno anche una catastrofica, cataclismica, gigantesca, sterminata, montagna di merda.
Le centomila scimmie della metafora sono i milioni di coglion visitatori quotidiani di siti e pagine facebook dai titoli esotici, tipo:
Scienza di Confine
Cieli Senza Scie Chimiche
Vaccini Basta
LoSai
Fuori da Matrix
Informare per Resistere
Nikola Tesla – IL SEGRETO
Aprite gli occhi
e mille altri simili produttori quotidiani di stronzate sesquipedali cui e’ obiettivamente difficile star dietro, dato che son legione.
L’articolo di Repubblica prende lo spunto da uno studio serio, liberamente scaricabile da qui, che non fa altro che certificare -numeri alla mano- quanto sia vera la TdMdM. Ossia: con l’avvento di Internet e’ facilissimo far credere ad un numero enorme di persone cose del tutto assurde, semplicemente giocando:
sull’asimmetria della conoscenza tra queste persone (che in genere non capiscono un cazzo delle cose di cui discutono) e chi quelle cose le studia veramente,
sull’uso di parole complicate (meccanica quantistica, sinestesia, fist fucking[1]…)
su paure ancestrali (la morte, la malattia, le multinazionali e massimamente $Big$Pharma…)
su concetti astratti ma inquietanti (il complotto, i grigi, il telecontrollo, le onde stiracoglioni[1], i solitoni dei buchi neri locali…)
sull’effetto branco (Tizio ha cliccato “mi piace”, Caio pure, devo farlo anch’io), che diviene una comunita’ chiusa autoreferenziale (il branco si protegge, e’ omogeneo, tetragono ai nemici esterni, tutti la pensano come il Leader Fuffaro).
La tecnica dei fuffari professionisti, quelli che raccattano adepti come il miele (o la merda) fa con le mosche, e’ mirabilmente spiegata da Uriel nella TdMdM: si parte con una affermazione apodittica (“I vaccini fanno venire l’autismo”), e se l’interlocutore ti dimostra che non e’ vero (e no: non e’ vero), si passa all’affermazione successiva: “Ma gli eccipienti al mercurio fanno venire il cancro”. Sbugiardata anche questa balla con fatica e citazioni di articoli scientifici, il fuffaro professionista invochera’ il tetratellurato di bismuto, poi il complotto demo-pluto-giudaico dei Savi di Sion, gli alieni dell’Area 51, la macchinazione dei froci per mandare il gender al potere… fino magari a tornare con perfetto moto circolare all’affermazione iniziale. Con sempre piu’ gGente che a bocca aperta lo segue nelle sue evoluzioni di pestatore di merde, non capendo un cazzo -come da manuale del perfetto gentista- di vaccini, autismo e biologia in generale.
Il consiglio di Uriel e’ di lasciar perdere la discussione con questa gGente, anzi: dirgli subito sul muso che noi siamo dentro il complotto, noi siamo i Savi di Sion, siamo quelli che spargiamo le sciechimiche dagli aerei. Un po’ come si fa coi Testimoni di Geova, insomma: t’arrivano in casa, te gli sventoli sul muso la tessera di donatore di sangue dell’AVIS (o ancora meglio, una bella sacca di sangue congelato) e quelli in due balletti son gia’ al palazzo successivo.
Io -l’avrete capito- non ci riesco: mi metto a discutere con questa gGente e ne ricavo solo un modesto divertimento. Mi scordo sempre pero’ dell’antico adagio che perfettamente si applica a questo caso:
Mai lottare nel fango con un maiale. Vi sporcherete entrambi, ma al maiale piacerà.
Da non dimenticare poi che in genere il fuffaro capo ci guadagna, e alla grande. Come dicevano Lee Masters prima e De Andre’ poi, i venditori di olio di serpente han sempre guadagnato meglio dei medici:
[1] parole messe li’ a caso per vedere se siete svegli.
C’e’ poca roba da fotografare sui binari, in questo periodo. Una fioritura di tristi siringhe, bottiglie e lattine in quantita’, impresentabili set di mutande e calzini usati -anche troppo-…
Ieri mattina avevo trovato questa scatolona di cartone:
e stavo pensando al brano musicale da collegarci, quando da dietro di me (che credevo di essere l’ultimo ad essere sceso dall’ultimo vagone del treno) se ne esce questo bizzarro tizio:
che da un senso alla mattinata, e mi risolve la questione musicale 🙂
A Pisa riescono benissimo a riadattare i cinema a spazi multimodali (chissa’ che vuol dire…). Oltre al Lumière, c’e’ lo storico Lux, che ieri sera ha aperto la programmazione autunnale con un concerto in solitario di Giorgio Canali, storico chitarrista dei CCCP-CSI-PGR e autore di molte altre produzioni musicali. Ultimamente gira l’Italia con i Rossofuoco, ieri sera era invece “rossosolo”: lui e la sua Gibson nera davanti ad un Lux pieno di gente.
Tra bestemmioni spaziali del Canali[1] ed effetti psichedelici della suddetta Gibson il concerto si e’ dipanato tra tutta la produzione solista del chitarrista di Predappio, da una “Mme e Monsieur Curie” lancinata e molto meno romantica della versione in studio, ad una “Precipito” sempre notevole.
Passando per la chicca di “Le storie di ieri”, canzone di De Gregori suonata per la prima volta da De Andre’ una trentina di anni fa. Ecco la versione live del pezzo, ripresa da un live a Sansepolcro:
Questa qua non l’ha suonata, ma forse a sentirla capirete perche’ mi piace il Canali:
[1] il brano “Lettera del compagno Lazlo al colonnello Valerio” e’ ipercensurato per la quantita’ e la varieta’ di moccoli presenti…
Il titolo e’ un brano della colonna sonora, e mi serve solo per introdurre l’argomento.
Che e’:
l’immane stronzata razzista propinata alla stampa dall’inutile travet gasparriano che l’establishment del pallone nazionale aveva opportunamente scelto per farne il nuovo Presidente della FIGC.
L’idiota in giardino, perlappunto, che isola le rose migliori. Solo che invece che rose sono cacche di segugio…
L’ometto e’ gia’ lombrosianamente impresentabile, come dimostra l’immagine qua sotto.
La frase incriminata che ha scatenato un discreto macello gliela facciamo pronunciare a lui, va:
Ora, questa personcina di elevato spessore e’ ancora il candidato in vantaggio per la Presidenza della FIGC; pare che solo la Fiorentina abbia stasera revocato la fiducia al genio della comunicazione. I padroni del pallone sono tutti tetragonicamente convinti che si, abbia detto una stronzata, ma e’ il meglio che il nostro calcio puo’ adesso produrre. Auguri…
Ci pensate? In Inghilterra per eleggere un Presidente della FA non e’ che fanno entrare un Carlo Tavecchio qualunque, che al suo paese fino a un mese prima raddrizzava le banane col culo, e lo fan diventare capo supremo della Federazione!
Col cazzo, signori!
Li’ leggono il curriculum, controllano il pedigree e la purezza della razza, e alla fine fanno anche un test di cultura generale.
Son sicuro che Tavecchio, esperto uomo di mondo, sarebbe immediatamente arruolato nella FA, anzi: perche’ non ha ancora applicato, mi chiedo io?
Preferisce mica lavorare ancora qua con le banane, eh?
Ma cosa c'è dentro un libro? Di solito ci sono delle parole che, se fossero messe tutte in fila su una riga sola, questa riga sarebbe lunga chilometri e per leggerla bisognerebbe camminare molto. (Bruno Munari)