Stasera ho scoperto che la Boldrini ha istituito alla Camera la Commissione contro l’odio.
Quando si parla di odio, mi viene in mente il Grande Fratello orwelliano, che invece della Commissione aveva istituito i due minuti di odio obbligatori:
oppure Edika e il suo “perche’ tanto odio?”
L’iniziativa della Boldrini invece non la capisco, mi da l’idea di una risposta cretinaed inconcludente ad un problema reale. Ad esempio, la Commissione e’ tornata fuori dopo la storia della ragazza napoletana che s’e’ impiccata, qualche giorno fa. La Boldrini in proposito il 16 settembre dichiarava… “mi sono occupata del web istituendo una commissione speciale e formulando una carta dei diritti di internet in cui si dice che un crimine è un crimine, sia se commesso off line sia online.”
E un bell’ Estiquaatzi non ce lo vogliamo mettere?
Cosa ha fatto la Commissione per evitare che il suicidio fosse una morte, seppure provocato da una diffamazione via Internet? Una cippa nulla, mi pare. Ah, si: ha tirato fuori la carta dei diritti. Eccezionale, no?
Non e’ che ce l’ho con la Boldrini, e’ che la Presidenta (no, non e’ un refuso) mi sembra lo specchio dell’inutilita’ della maggior parte dei politici. E questa ennesima Commissione immaginifica non tirera’ fuori altro che carta e discorsi da osteria di terza mano.
Da Londra un ex collega mi spedisce questa foto, presa ad East London, vicino a Brick Lane. E’ un’ottimo modo per inziare l’anno:
La colonna sonora e’ un pezzo considerato minore dei Who, scritto e cantato da John “The ox” Entwistle. Alla batteria in questo disco e nel tour corrispondente c’era Kenney Jones, che prese il posto dell’indimenticabile Keith Moon per un paio di anni. Eccovi “The quiet one“, e buon anno:
Come succedeva un tempo con i pittori, le tele e gli affreschi, anche i graffitari spesso sovrascrivono le opere di altri, visto che lo spazio utile sui muri d’una citta’ e’ una risorsa limitata. Cosi’ abbiamo delle stratificazioni filosofiche come questa qua:
L’ultima mano ha vergato il pensiero in blu, che mi pare interessante come concetto.
E quale modo migliore di chiudere il post che far cantare gli Who?
Ma forse, anche se ottimisti non siete cosi’ idioti da credere che questa boccia di acqua demineralizzata al 100% (cioe’, c’e’ solo acqua li’ dentro :-O) riduca i consumi della vostra auto, migliori l’inquinamento e aumenti le prestazioni:
Si trova online, e dal sito si scopre che…
AQQA è un liquido per circuiti di raffreddamento al 100% naturale
[acqua demineralizzata] e senza conservanti che migliora la resa e ottimizza i consumi, agendo positivamente sulla combustione di tutti i motori e riducendo il potere inquinante.
AQQA in 24 ore subisce un particolare trattamento che consiste nell’inserimento di “informazioni” innovative nell’ambito della combustione interna.
L’acqua demineralizzata rappresenta il mezzo tramite il quale trasportare queste nuove “informazioni” il più vicino possibile alla camera di combustione.
AQQA permette di percorrere più km / litro, una migliore e maggiore resa, maggiore potenza attiva e strada ai motori. Consente anche di ridurre le emissioni di CO2, i gas combustibili e quindi anche i consumi.
Le prove in laboratorio e su strada hanno evidenziato che il potere di AQQA ha effetti sui motori diesel, benzina, gpl, metano, oltre che sugli impianti di cogenerazione a olii vegetali e altri combustibili.
Chi puo’ credere a tutte queste puttanate? Soprattutto quando quella roba li’, naturalissima al 100%, va messa nel RADIATORE, e non nel serbatoio?
Ma gli stessi che si dotano di Fuel Shark Saver! Un fantastico gadget che si pianta nella presa accendisigari dell’auto e -per magia- fa le seguenti cose (copio e incollo dal loro sito, eh?):
Diminuisce i consumi L/100 km
Emissioni più pulite
Più Cavalli
Bilancia il Sistema Elettrico
Aumenta la Durata della Batteria
Installazione Plug-In
Economicità
Risultati garantiti
Eccovelo, il Fuel Sharp Saver:
(no, non e’ un sex toy, anche se sembra)
Ma perche’ uno dovrebbe fidarsi si un bussoletto che si pianta nella presa accendisigari (nella PRESA ACCENDISIGARI, porca puttana!)? Ma ce lo dice il sito!
Fuel Sharp Saver è un prodotto di alta qualità. Il dispositivo ha superato tutti i requisiti di sicurezza europei. Molti prodotti in vendita in Europa promettono di ridurre i consumi dell’auto, ma Fuel Sharp Saver è ad alta tecnologia, rivoluzionario e certificato. Fidati solo dell’originale.
Fuel Sharp Saver è un prodotto di alta qualità, efficace e conosciuto in tutto il mondo, che ha reso felici migliaia di famiglie e le ha aiutate a risparmiare soldi sul consumo di carburante.
A differenza di altri prodotti simili venduti in Italia, Fuel Sharp Saver è stato provato in 3 differenti test di laboratorio in Europa. Fuel Sharp Saver ha superato con successo tutti i test. Inoltre, ha ricevuto certificati da ogni tipo di istituzione, come potete vedere sul nostro sito.
Fuel Sharp Saver ha una garanzia di 2 anni. Cosa significa? Entro 10 giorni lavorativi risolveremo il vostro problema o ve ne invieremo uno nuovo.
Facile da usare – collegalo e inizia a risparmiare!
E’ economico ed ha un prezzo competitivo!
E per soli 45 Euro vi potete fare incular dotare di questo geniale marchingegno certificato, che ha superato tre test (chissa’ dove, chissa’ quando…) e che vi garantisce piu’ chilometri con un litro di benzina.
Se poi vi son rimasti 129 Euro in tasca, e volete ridurre le bollette elettriche di casa vostra fino al 35% beh, non potete non comperare il W10, il riduttore di consumi intelligente:
(sarebbe quel caricabatterie piantato nella presa a destra). Il trabiccolo promette le seguenti meraviglie:
Riduce la bolletta elettrica fino al 35% Conforme a tutte le normative sulla sicurezza Migliora la tensione Riduce i picchi di tensione Riduce le dispersioni elettriche Stabilizza i voltaggi Prolunga la durata delle apparecchiature Amico dell’Ambiente Facile da usare Nessuna manutenzione richiesta
Che mah, chissa’ che vuol dire ma magari funziona, no?
No, ne’ questo accrocchio ne’ le altre puttanate funzionano.
Io so che ci sono migliaia di persone che ci credono, che magari si convincono che la loro auto dopo che gli hanno stioccato AQQA nel radiatore e Fuel Sharp Saver nell’acccendisigari fanno 35 chilometri con un litro di benzina ma no: NON esiste un solo motivo per cui debba succedere.
A meno che la vostra auto non avesse proprio voglia di un bel Fuel Sharp Saver…
Ringo n. 5 e’ scritto da Roberto Recchioni, alias Rrobe, che da un anno ha preso saldamente in mano le redini di Dylan Dog.
Ed e’ ambientato a Lucca.
Dalla copertina non si capisce, e non riesco a trovare delle tavole in rete. Pero’ vi assicuro che l’investimento di 4 Euro e 50 vale la pena: l’immagine che Rrobe rimanda della mia citta’ e’ esattamente quella che ho in mente io.
Una Lucca ancora circondata dalle sue mura medievali, rimasta assolutamente intatta dopo i disastri mondiali narrati nella serie, popolata solo da enormi e mortali automi-sentinella. A far la guardia alla popolazione ricca e potente che ha scelto la stasi corazzata in attesa di tempi migliori.
Non racconto altro, posso pero’ dire che Lucca non e’ nuova a far da scenografia ad un fumetto. Questa roba qua che scrissi per Cartaresistente e’ solo uno dei tanti esempi (quello pero’ che a me piace di piu’).
E comunque Orfani/Ringo a me piace, mi piace l’atmosfera dopobomba apocalittica futurista, mi piace il protagonista -idealista, sognatore, ribelle, anarchico e stronzo-, mi piacciono le citazioni continue di romanzi e film di fantascienza…
In chiusura metto un classico gia’ trasmesso su questi schermi, pero’ qua alla batteria c’e’ il figlio di Ringo Starr (che va via agilissimo al padre, diciamolo subito), al posto dell’indimenticabile Keith Moon. E John Entwistle e’ ancora vivo…
Sono appena tornato dalla bibiclettata settimanale sul fiume, dove mi sono imbattuto in una scena che avrei collocato piu’ credibilmente a Bangalore, che qua da me. Eccola, nello splendore delle immagini catturate dal mio ciottorophonino cinese da tre lire:
E’ gente adulta vestita di bianco che gioca a croquet. Non a cricket, proprio a croquet, il gioco di Alice nel paese delle meraviglie! Roba da baronetti infighettati dell’ottocento o anche prima…
Mi serve un blues per riprendermi dal flash temporale 🙂
Ecco un’altra perla dell’utente di it.politica che fa il verso ad un simpatico romano:
Per far tornare a crescere i consumi bisogna aumentare l’iva
Dovrebbe essere ovvio anche per i sinistri (anch’io sono uno di loro), ma in
questo NG quelli che si dicono sinistri sono ottusi e ignoranti come capre
tibetane.
Dunque, si aumenta l’iva e i prezzi salgono MA… ATTENZIONE! ai negozianti
quell’iva resta in tasca almeno per un mese o per un trimestre, fino alla
liquidazione periodica.
Se per di più evadono l’iva resta nelle loro tasche per sempre.
Vuol dire dare fiato all’economia: i negozianti avranno più soldi da
spendere, le loro attività non saranno più a rischio chiusura.
E’ ovvio che un aumento di due punti non sarebbe sufficiente: perchè la cosa
funzioni bisogna aumentare l’iva del 15, 20% ovvero portare l’aliquta
principale al 40%, grossomodo.
Ieri pare che lo sport nazionale del cazzo prevedesse una finale di coppa a Roma.
Prima della partita (Napoli-Fiorentina) ci sono stati scontri tra tifosi romanisti (??!!!), napoletani e fiorentini.
Un tifoso romanista, tal “Gastone” (con precedenti specifici da fare impallidire un celerino coinvolto nel blitz a Bolzaneto del 2001) ha pensato bene di sparare tre o quattro pistolettate (cioe’, capite? Gastone, con precedenti specifici, girava armato di 7,65. E’ spettacolare, vero?) e di quasi accoppare un napoletano prima di essere a sua volta quasi massacrato a sprangate (gli si era inceppata la pistola, poveretto…) dagli ultras napoletani scampati al suo piombo.
Gastone e’ anche un fine diplomatico: nel 2004 negozio’ all’Olimpico prima di un derby Roma-Lazio. I tifosi pretesero (ed ottennero) che la partita non venisse giocata. Eh, gia’, Gastone e’ un maestro della diplomazia da stadio:
E ieri sera -visto che Gastone era impegnato a negoziar fuori dagli spalti a pistolettate…- allo stadio Olimpico ha dettato legge Genny ‘a carogna. E’ Genny che ieri ha deciso che la partita sarebbe stata giocata, e fanculo ai feriti fuori. E’ lui cui s’e’ rivolto Hamsik per vedere di calmare gli animi di tutti gli altri ultra’ napoletani. E’ lui che indossava una maglietta (sopra un corpo tatuato quasi quanto quello d’un marinaio) che inneggiava alla liberta’ per Speziale, l’ultra’ siciliano in carcere per avere ammazzato il carabiniere Raciti qualche anno fa. Ecco a voi il fine diplomatico Genny che negozia con Hamsik e il servizio d’ordine ufficiale:
Tutto questo e’ successo il 3 maggio 2014, nella capitale di una nazione che si bulla sempre d’essere nel G8, che proclama la superiorita’ della sua cultura nei confronti di quella dei migranti che affollano le nostre spiagge, che afferma con orgoglio l’esistenza di radici cristiane (qualsiasi cosa cio’ significhi) che dovrebbero garantire se non il regno dei cieli, almeno una certa etica. E invece quel che e’ garantito son gli scontri tra tifosi, o i caroselli -oggi- degli juventini che han vinto non so quale cazzo di scudetto, e allora via in giro con le macchine, che la vita e’ il calcio, e il calcio -in Italia- e’ vita.
Il titolo del post e’ la traduzione fedele (mai aggettivo fu piu’ indicato…) del titolo del brano che rappresentera’ il contenuto del post stesso: A quick one (while he is away). La band e’ la piu’ grande rock and roll band della storia della musica, i Who.
La canzone e’ in realta’ una specie di mini-opera rock che cambia tempo e ritmo cinque o sei volte, e racconta quel che dice il titolo: una donna aspetta il fidanzato che pero’ non torna il giorno dovuto e allora lei cede alle lusinghe di Ivor, un -per dirla alla Guccini- macchinista ferroviere. Al suo ritorno il marito, dopo avere accolto il racconto lacrimoso della moglie fedifraga, perdona la donna… e vissero tutti felici e contenti.
Non sto a smenarla troppo: “A quick one” e’ un grandioso esempio di come si suona e si canta se si vuole essere una band che fa la storia. Tutti gli strumenti (compresa la voce di Roger) sono accordati e riconoscibili ad occhi chiusi: il pezzo non sarebbe lo stesso se il basso non avesse il suo spazio, e la batteria non fosse quel muro sonico che e’, e se alla chitarra ci fosse uno piu’ tecnico ma meno vitale di Townshend.
Ecco il pezzo (i primi cinque minuti sono di spiegone, la musica inizia dopo):
Ma cosa c'è dentro un libro? Di solito ci sono delle parole che, se fossero messe tutte in fila su una riga sola, questa riga sarebbe lunga chilometri e per leggerla bisognerebbe camminare molto. (Bruno Munari)