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Il marketing che vuole vendere un sogno (e NON fottervi il cervello…)

Qualche giorno fa discutevo elettronicamente con un ex collega -ora pesantemente coinvolto in un $enorme$ progetto di ricerca internazionale- dell’importanza della divulgazione, verso il pubblico generalista, del rapporto costi/benefici delle grandi imprese tecnologiche.

La gGente, infatti, percepisce molto facilmente il costo complessivo della ricerca (perche’ magari glielo dice un giornalista): e’ un numero, spesso molto grande, buttato li’ senza pietre di paragone ne’ risultati attesi e impatti sulla popolazione. Difficile e’ convincere il pubblico che quei soldi frutteranno esponenzialmente in conoscenza, miglioramento del tenore di vita, aumento della sicurezza e via dicendo.

Dire che ITER costera’ DIECI MILIARDI DI EURO (forse, ma e’ probabile ne costera’ molti di piu’…) fa una certa impressione, cosi’ come dire che la missione BepiColombo, che dovrebbe portare due sonde in orbita attorno a Mercurio, e’ stata recentemente “aggiornata” come costi a un miliardo e quattrocento milioni di Euro. C’e’ la crisi, i soldi mancano, e sprecarne cosi’ tanti in ricerche di cui non si comprende appieno la portata e l’impatto sulle nostre vite e’ visto dalla massa come una bestialita’.

E’ inutile far notare come molte delle persone che sbraitano e ululano allo spreco di milioni di Euro sarebbero piu’ che ben disposte a chiudere entrambi gli occhi, se quelle stesse cifre finanziassero la fusione fredda, la ricerca sull’omeopatia e la realizzazione della raddrizzatrice automatica di banane. Cosi’ come e’ inutile sottolineare che con una missione spaziale ci si fanno una decina di chilometri di autostrada, se va bene.

Piu’ utile mi sembrano iniziative come quella che vedete qua sotto. E’ un videoclip in cui un famoso astrofisico perora la causa dell’esplorazione spaziale in un modo che non penso possa lasciare indifferenti:

Paolo Attivissimo ha tradotto il discorso di Neil deGrasse Tyson, cosi’ che tutti possano godere del messaggio davvero bello, e pensarci un po’ su.

Ovviamente, il ricercatore riempie di retorica e di luoghi comuni i cinque minuti di speech, ma credo che il messaggio finale sia corretto, alla fine.

 

Barney

Come spiegare concetti complicatissimi usando l’intelligenza e la creativita’

[Disclaimer: il sottoscritto non si ritiene responsablie di ictus e slogature cerebrali causate dalla lettura di cio’ che segue da parte di leghisti. Anche se il sottoscritto dubita che i leghisti sappiano leggere]

C’e’ in programma a Washington, dal 29 luglio al 1 di agosto, una conferenza che si intitola “Materials and Mechanisms of Superconductivity“. Insomma: fisica delle bassissime temperature e dei comportamenti conduttivi esotici di alcuni materiali in quelle condizioni estreme. Una roba utilissima ai simpatici ex colleghi che svernano a Barcellona, nel tentativo di fare un giorno funzionare quel bestione gigantesco che sara’ ITER (altro che l’E-Cat), e a chi sta al CERN e si diverte a far le corse tra fotoni e neutrini. Per il volgo: roba esotica, inutile, incomprensibile, noiosa.

Ma c’e’ un modo per far capire pure a me di cosa si discutera’, tra luglio ed agosto, a Washington?

Certo che c’e’: basta avere immaginazione, cervello e fantasia. E allora, vien fuori questa roba qua, che dura meno di 5 minuti e riesce a dare un’idea di cosa succede, a livello subatomico, in un superconduttore al diminuire della temperatura. Non vi spaventate, e’ assolutamente divertente!

 

Barney

The History of the Universe: From Big Bang to Big Blah: Scientific American Slideshows

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Notevole, e didascalicamente didattica.

Barney

Cervelli in fuga (zi) [gur]

Come tutti i fine settimana i quotidiani pullulano in casa, e nella mazzetta trova posto pure il locale “il Tirreno”, unico giornale leggibile della Toscana, perche’ se ti viene in mente di comperare “la Nazione”, il giornalaio ti ride dietro e ti sputa pure in un occhio. E infine ti rifila lo stesso il Tirreno.

Bene: sul giornale locale -nella cronaca nemmeno cittadina ma del contado- v’era una notizia che pigliava direi mezza pagina piena, con rutilio di quadricromie fotografiche e sfoggio di  termini scientifici o presunti tali.

Era, per farla breve, la storia d’una mia concittadina (compaesana) mai conosciuta ne’ sentita, che s’era trasferita all’estero per coronare il suo sogno di far la ricercatrice nel campo della biologia molecolare. Tutto molto interessante, molto direi mainstream ma con quel gusto da sagra della salsiccia alla brace e du’ fagiolini all’uccelletta che solo la cronaca paesana sulla stampa locale ti sa dare. Il servizio era in realta’ una intervista alla ragazza, che ci raccontava come dopo la laurea con immancabile 110 e lode (qualcuno oltre a me ha preso meno?) e lancio a mitraglia di curricula in giro per il paese, nulla di decente le era stato proposto se non -m’e’ parso di capire- qualche stage come informatore scientifico del farmaco.

E a quel punto la ragazza, giustamente, s’e’ guardata intorno con un raggio un po’ piu’ ampio e ha trovato la possibilita’ di -anche qua non so se ho capito bene- un posto come ricercatrice in biologia molecolare ad Helsinki.

Ganzo! La Finlandia affascina pure me, e deve avere solleticato l’attenzione del giornalista del Tirreno, che -pensando d’essere vicinissimo al Pulitzer- ha azzardato la domandona che non poteva proprio mancare:

Ci spieghi perche’ proprio la Finlandia?

La ragazza e’ partita benissimo, raccontando di un paese tranquillo, in cui la ricerca e’ valorizzata, e massimamente la ricerca biomolecolare e vedi le botte di culo e i casi della vita? Ha glissato sul clima -giustamente- e sul cibo -ancor piu’ giustamente-.

Poi ha chiuso con la frase che ha provocato questo post, e ha parzialmente ispirato il titolo:

… e poi la Finlandia mi ha sempre affascinato, deve essere per questo che ascolto i Sigur Ros!

Si, certo: deve essere perche’ ascolti un gruppo islandese che ami la Lapponia. Sicuramente, come no?

Ci deve essere una logica in questo, anche se non riesco ad afferrarla. E allora, chiudiamola qua, mettendo un video di un gruppo cingalese che mi ha sempre fatto amare tantissimo lo Zimbabwe. E che ha contribuito per circa meta’ alla definizione del titolo del post 🙂

Barney

Il tunnel della Gelmini? Inutile: i neutrini NON vanno piu’ veloci della luce

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Elegantissima spiegazione del risultato “strabiliante” ottenuto dai ricercatori del CERN e dagli italiani del laboratorio sotto il Gran Sasso.
Con critiche nei commenti, come e’ giusto che sia, ma a me (che non sono nessuno, sia chiaro) convince. Molto di piu’ dei neutrini superluminali.

Barney

Best abstract EVER – e ci stai larghino…

Ecco cosa si intende quando si dice “la classe non e’ acqua”.

M.V. Berry e’ stato insignito dell’IgNobel per la fisica nel 2000 per i suoi fantastici studi su come far levitare le rane (roba famosissima, ci son seguaci del culto della rana volante in ogni paese), e nel 2011 ci regala questa perla di saggezza che lo Zen gli fa una sega, diciamocelo subito e via.

Faccio notare come le keywords sono di piu’ rispetto alle parole dell’abstract (due…). Standing ovation.

Barney

Fai i vaìni coi neutrini

La gente e’ impazzita. Fino a ieri si parlava del culo di Pippa Middleton, o al massimo la discussione era su quanto siano rifatte le tette di Elena Santarelli (mai vista, e’ il primo nome che Google tira fuori se gli chiedi “seni rifatti”), o sulla percentuale di carne nel silicone delle labbra della Marini. Cose cosi’, insomma: frivole e leggere come solo le discussioni in Italia possono essere, anche a un minuto dal disastro.

Oggi, porca miseria, si son svegliati tutti fisici delle particelle. Cazzo, e’ un florilegio di puttanate a destra e a manca sui neutrini (e sai una sega te di cosa sono i neutrini, pallette!), sulla costante “c” (no, non sta per “culo”), sull’ipotesi che una misura fatta anche da italiani possa far crollare il castello della fisica teorica sapientemente tirato su da Albertino Enistein (come se chi ascolta Minzolini sapesse un cazzo di fisica, non dico delle particelle, ma roba Newtoniana… Si, ciao…), sul fatto che -miracolo di Padre Pio!!!- la scienza (si pronunci la parola come la pronuncia Zichichi, calcanzo sulla “z” e la successiva “i”) e’ stata sbugiardata da … badali’ dagli SCIENZIATI (no, non dai preti: dagli scienziati. E’ normale, pallette: fosse vero e’ cosi’ che funziona ed e’ cosi’ che sempre funzionera’).

Vabbe’… Poi c’abbiamo l’orgoglio nazionale, perche’ uno dei laboratori e’ sotto il Gran Sasso, e cosi’ la Gelmini, in un orgasmo precoce ha eruttato questo bellissimo comunicato stampa:

Geliminella

Ora, per chi era piu’ appassionato al culo di Pippa: guardate che nessuno ha scavato nulla. Non esiste alcun “tunnel” a parte quello che collega l’orecchio destro a quello sinistro di Maria Star.

Ma siccome vedo che l’eccitazione per la scoperta del millennio tende a non scemare, ricordo che il commento migliore alla questione l’ha fatto Randall Munroe ieri, commento che faccio mio da subito e  anzi: chi vuole scommettere un par di cento euri che la cosa e’ una bufala, io ci sto.

Poi, se xkcd vi pare poco scientifico, vi rimanderei sul blog di un fisico sperimentale che al CERN ci lavora, e che da buon scienziato (detto NON come lo direbbe Zichichi) ha i suoi buoni dubbi. Ecco, se non vi fidate di Minzolini, io una letturina veloce al pezzo su Borborigmi la darei. Non foss’altro che per il fatto che -me ne accorgo solo ora!- il mio titolo e’ uguale al suo tag ;->

 

Barney

Il concetto di limite spiegato con un paio di birre

HEH:

Math joke from Anna, the bartender and civil engineering student: an infinite number of mathematicians walk into a bar. The first one tells the bartender he wants a beer. The second one says he wants half a beer. The third one says he wants a fourth of a beer. The bartender puts two beers on the bar and says “You guys need to learn your limits.”

Did I say “heh?”

Miglior joke geek dell’anno.

Barney

Shine (or Shame) a Light on Homeopathy

Oggi m’e’ capitato di passare sul blog di Lisa M. (Paniscus). Lisa e’ una delle persone che “conosco” elettronicamente da piu’ anni, essendo lei -astrofisica fiorentina passata alle scienze naturali- stata la moderatrice della mailing list “LUMI”, il primo luogo virtuale che ho frequentato. Una mailing list e'(ra)[1] un elenco di utenti che si scambiavano messaggi di posta elettronica su argomenti definiti da una specie di “statuto”, o charter. Le discussioni si dipanavano in thread, controllati dal moderatore, il superutente della lista, che aveva il potere di accettare la tua iscrizione, di cacciarti, di censurare la discussione… Era dio, insomma.

Superuser1

Capisco che parlare di mailing list e’ una roba giurassica, in tempi di chat e di Facebook, ma vi assicuro che il sistema funzionava. E bene. Li’ ho conosciuto elettronicamente molta gente che continuo a frequentare anche oggi, e Lisa ha conosciuto addirittura il suo compagno. “LUMI”, ospitata sui server anarco-noglobal di “Citta’ Invisibile” raccoglieva utenti scettici che parlavano di maghi, truffatori, radiestesisti, ma anche di fusione fredda, e -ovviamente- di omeopatia. Molti degli utenti erano personaggi di primo piano del CICAP, alcuni erano fuffari matricolati che continuano a impestare le praterie di Internet con le loro teorie strampalate: il fantastico GianPaolo Vanoli, teorico della bevuta di urina per curare tutto, oppure Guglielmo Maria Eugenio Rinaldini -GMER(da) per i nemici-, astrofinanziere (sic…) di rara cialtronaggine, oppure l’altrettanto fantastico Walter E.R. Cassani, teorico della fisica ondulatoria di non so cosa… Un mondo affascinante e stimolante, sicuramente meglio di qualsiasi spettacolo tv.

Benissimo, ho gia’ quasi riempito lo spazio di un mio post usuale, e sono sempre alle premesse…

Veniamo quindi al sodo: un giorno che su LUMI la discussione verteva sull’omeopatia, qualcuno propose di svolgere un servizio pubblico per gli altri utenti della rete, e di tradurre una selezione di articoli da Quackwatch, sito gestito da un medico USA che raccoglie articoli e studi contro le medicine non convenzionali “truffaldine”, tra cui l’omeopatia fa la parte da gigante, meritandosi addirittura una sottosezione (Homeowatch). Io mi offrii di tradurre questo pezzo qua; il risultato fu decen imbarazzante, con castronerie ed errori abbastanza naif, ma diciamo che il senso era salvo. Tra l’altro, in quell’articolo si spiega tutto dell’omeopatia, compresa la tipizzazione del paziente che ho scoperto essere una cosa che in genere non si sa. Leggete, leggete…

Manca sempre un collegamento logico tra la visita al blog di Lisa e questo post: arriva! Uno degli ultimi post su “Paniscus” tratta di una notizia che volevo commentare gia’ da un po, e che coinvolge un altro blog e la Boiron, il colosso francese dei preparati omeopatici famoso per “Oscillococcinum”, il rimedio antiinfluenzale piu’ venduto (a caro prezzo) al mondo. Secondo “Wikipedia“, Oscillococcinum e’ un composto a base di fegato e cuore di anatra, diluito a 200K, che significa una parte di fegato di anatra su 10^400 (dieci elevato alla QUATTROCENTESIMA) parti di acqua. Auguri a chi riesce a trovare una molecola di fegato di anatra nel preparato finale…

In breve (poi metto tutti i link per leggere la storia), Samuele Riva -che gestisce Blogzero- ha scritto una serie di articoli in cui si spiegava perche’ l’omeopatia NON puo’ funzionare se non attraverso un meccanismo psicosomatico, e ha farcito i tre articoli con immagini di preparati Boiron. L’azienda francese l’ha presa benino: ha scritto una lettera a Riva e al suo provider, ingiungendo la chiusura del blog pena la citazione in tribunale per danni e diffamazione. La vicenda si e’ chiusa a tarallucci e vino, con Riva che ha pero’ vinto la battaglia mediatica e anche scientifica contro il piccolo gigante omeopatico (690.000.000 di Euro di fatturato, 4000 dipendenti e un mercato in crescita esponenziale).

I passi della vicenda, in ordine cronologico e in ottimo italiano, li trovate qua:

Tutto questo mi pare importante, anche perche’ di recente e’ tornata prepotentemente fuori l’altra fuffa collegata all’omeopatia: la memoria dell’acqua

 

[1]: molto meglio usare il passato, essendo uno strumento di comunicazione sostanzialmente morto. Resiste ancora, della Rete iniziale, Usenet. Ma molto altro e’ stato lasciato al lavoro degli archeologi informatici: chi ha mai usato Gopher, per esempio?

Barney

Pezzi di umanita’ sulla Luna, visti da molto vicino

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Il Lunar Reconnaissance Orbiter continua a fotografare il suolo lunare, spesso da quote incredibilmente basse -35 chilometri- per ottenere immagini nitide e impressionanti come quella qua sopra: e’ il modulo di atterraggio della missione Apollo 17, rimasto lassu’ ad imperitura memoria. I solchi sono i segni delle ruote del rover lunare. Altre splendide immagini sul sito NASA del LROC. Tutto al solo scopo di sputtanare i complottardi fuffaroli che negano il fatto che l’uomo e’ stato sulla Luna ;->

Barney