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Poi uno dice che i razzisti non esistono…

No, dico: non bastassero le bestialita’ di Salvini, di Borghezio, di Boso… Che poi, scusate, l’avete presente Erminio Boso? Questo troglodita del menga qua sotto, ripreso mentre si prepara a mangiare la polenta con lo stufato d’orso -d’orso, porca miseria!-:

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Non bastassero i lamellibranchi leghisti, dicevo, il 29 aprile s’e’ risvegliato anche quell’altro che io pensavo si fosse arreso all’evidenza e alla Natura, e si fosse quindi ritirato a vita monastica ed eremitica in qualche grotta spersa in montagna.

E invece no, il neocatecumeno cattotalebano d’importazione, quello che quando parla ha una faccia da uno che si crede intelligente (e dire che si sbaglia e’ un understatement), Magdino Cristianino, insomma, ha vomitato queste vaccate immense qua.

Che uno poi non ci crede, quindi ve le devo copincollare qua sotto con dovizia di grassetti e chiose tra parentesi quadre (tutte aggiunte mie):

Come ex-immigrato [clandestino anche lei, Magdi?] da 40 anni orgogliosamente italiano [Ma quando mai s’e’ visto un italiano che si chiama MAGDI, mi dica, signor Allam. ALLAM? E che cognome italiano e’, ALLAM?] denuncio la nomina di Cécile Kyenge a ministro della Cooperazione internazionale e l’Integrazione come un atto di razzismo nei confronti degli italiani. Lei personalmente non c’entra nulla [no, certo. E la marmotta incartava la cioccolata…]: il fatto che sia di origine congolese, che abbia o meno la doppia cittadinanza e, per cortesia, lasciamo stare il discorso sul colore della pelle che è indegno di una nazione civile [e allora perche’ l’ha tirato fuori? Per rammentarci che la marmotta incartava la cioccolata, m’era sfuggito. Mi scusi, Magdi…]. La mia denuncia si fonda innanzitutto sul fatto che l’integrazione degli immigrati non può prescindere dalla condivisione dei valori fondanti della nostra identità nazionale [immagino che i valori fondanti li decida lei, vero? Magari assieme a Borghezio, vi ci vedo a parlare di valori fondanti… ] e dal rispetto delle regole che sostanziano la cittadinanza italiana. Viceversa Kyenge e il Pd, un contenitore che sta per implodere che associa ex-comunisti, catto-comunisti e spregiudicati qualunquisti, promuovono un modello di società multiculturalista, relativista e buonista dove si vorrebbe imporre alla nostra Italia di adottare l’ideologia immigrazionista, che c’impone di spalancare le frontiere per accogliere tutti, costi quel che costi, concependo l’immigrato buono a prescindere, e che in definitiva ci porterebbe ad annullarci come nazione per fonderci nel globalismo considerato come il traguardo più ambito, l’apice della nuova civiltà che ci premierebbe quali “cittadini del mondo”, liberandoci definitivamente del “provincialismo” che ancora ci lega all’amore per la Patria [lei ha sbroccato di brutto, caro Magdi, lo sa? Ha sbarellato alla grandissima, una frase senza capo ne’ coda piena zeppa di astio e veleno. Una sbroccata, perlappunto]. In secondo luogo denuncio il fatto che, in un momento in cui circa 6 milioni di italiani sono letteralmente ridotti alla fame e metà delle famiglie non arriva a fine mese a causa di uno Stato ladrone e aguzzino che costringe ogni giorno mille imprese creditrici a fallire, il governo dovrebbe avere come proposta programmatica di fondo il principio “Prima gli italiani” [ma “prima” di cosa? E cosa c’entra questo nazionalismo da suk integralista con la neoministra Kyenge? Si rende conto che sta veramente sbarellando? Ha preso le pilloline, l’altro giorno?].
Di fronte agli imprenditori e ai lavoratori che si suicidano per disperazione e che arrivano, come è accaduto ieri, a voler uccidere i simboli delle istituzioni, è da criminali favorire gli immigrati a discapito degli italiani [traduco dal cattotaleban-leghista all’italiano: la colpa del gesto di Preiti e’ del neoministro Kyenge e del PD tutto. Gne’ gne’!]. In questa crisi strutturale causata dalla speculazione finanziaria globalizzata, dalla dittatura europea e dallo strapotere delle banche, il governo ha il dovere di privilegiare gli italiani nell’accesso ai beni e ai servizi per salvaguardare il nostro legittimo diritto alla vita, alla dignità e alla libertà qui nella nostra casa comune [trad: Bilderberg, Trilateral Commission, Sbroc Sbroc le banche e il signoraggio e le sciechimiche (cosi’ si fa vedere che oltre che cattotalebano sono anche ignorante, nel senso che ignoro, e mi trincero dietro luoghi comuni che nemmeno i grillini). E comunque l’aborto e’ colpa della Kyenge e del PD tutto. Gne’ gne’]. Invece questa Sinistra ci dice che dobbiamo rassegnarci alla prospettiva della civiltà multiculturalista, dove si diventa italiani se si nasce in Italia [beh, diciamo che lo Jus Soli e’ una norma di civilta’ che da molte parti e’ rispettata. Ma io sono multiculturalista e contrario alle radici italiane, probabilmente… Pero’ anche lei, signor Allam, oltre che non esser nato in Italia non ha nemmeno sangue italiano. E perche’ si chiama italiano, allora? Perche’ s’e’ fatto battezzare dal Papa in una cerimonia francamente ridicola e disgustosa per quanto e’ stata artefatta? Ma andiamo! Italiano lei? Su, non scherzi!] anche se i genitori disprezzano l’Italia [perche’, i leghisti apprezzano l’Italia? E’ un esempio, Magdi: cerchi di estrapolare dall’esempio la legge universale che incasella la sua affermazione tra le cazzate!], dove si sommano e si fondono i valori, le identità e le culture perché sarebbero tutte uguali a prescindere dai loro contenuti. Il risultato è il fallimento della civile convivenza che si tocca con mano proprio nei Comuni amministrati dalla Sinistra, da Torino a Bologna, da Padova a Firenze. In terzo luogo denuncio il fatto che per ragioni vergognosamente elettoralistiche, con la finalità di accaparrarsi il voto degli immigrati costi quel che costi, il Pd investe sul maggior afflusso degli immigrati in Italia per colmare il deficit demografico e i posti di lavoro sgraditi dagli italiani [qua lei mischia il culo con le quaranta ore cosi’ vergognosamente che una persona con un minimo di raziocinio la dovrebbe mandare a spigare. E infatti, lei scrive questo intervento sul Giornale, e viene esaltato dai leghisti. Complimenti vivissimi, davvero, per il pubblico di un certo livello che s’e’ autoselezionato]. Un governo che ama l’Italia dovrebbe invece favorire la crescita della natalità degli italiani sostenendo concretamente la famiglia naturale [Cristo santo: ha avuto Berlusconi per anni, che si lamenti con lui se non ha sostenuto la famiglia naturale! E guardi come sostengono la famiglia quei cattivi multiculturalisti dei francesi. Poi, per favore, vada davvero a rinchiudersi in un eremo, cosi’ ci esce da rompere i maroni a noi] e, in parallelo, riformare l’Istruzione per affermare la cultura della responsabilità, del dovere e delle regole che induca i giovani italiani a rivalorizzare i lavori manuali [ho letto bene? Ho letto bene? Lei vuole un popolo di contadini, falegnami, idraulici? Ma vada dai Mormoni, porca puttana, e la smetta di strolagare di cose che non conosce! “Riformare l’istruzione”! Detto da un cattotalebano come lei e’ una cosa molto, molto preoccupante!]. Mi auguro di essere smentito dall’operato del neo-ministro Kyenge ma nell’attesa è nostro diritto e dovere proclamare ad alta voce “Prima gli italiani” [“nostro”, nel senso suo e dell’omino del suo cervello, immagino]!

Per sdrammatizzare un po’ il clima, vi lascio con un numero:

0,13%

E’ la percentuale di italiani che hanno votato “Io amo l’Italia“, il partito di Magdi Cristiano Allam, alle ultime elezioni politiche. Cosi’ e’ innocuo, pero’ corrisponde a 40.811 invasati che vanno dietro alle idee di questo reazionario teocratico da medioevo. Non pochissimi, dopo tutto…

Barney

Punti di vista e conferma del teorema della stupidita’ del Cipolla: Salvini e il razzismo buonista

Per Babbeo Salvini, che ha provato -gli va dato atto- a curare il razzismo becero e fascista che lo permea dalla nascita, la neo ministra Cécile Kyenge e’ uno scandalo, il “…simbolo di una sinistra buonista e ipocrita, che vorrebbe cancellare il reato di clandestinità e per gli immigrati pensa solo ai diritti e non ai doveri“.

Traduco per i seguaci leghisti di Babbeo Salvini, che non hanno ancora visto la neo ministra: Cécile Kyenge e’ negra. E questo e’ l’unico motivo per cui al democratico razzista verde del cazzo Babbeo Salvini la neo ministra non va giu’.

Se poi qualche leghista volesse sapere il motivo per cui esistono personaggi come Salvini, beh,  il Prof. Cipolla e’ li’ per spiegarglielo.

Infine, a preventiva giustificazione di tutto quel che c’e’ scritto qua sopra -e per tagliare la testa al possibile Vatinno di turno-, ecco qua sotto il Salvini che esprime il suo (scusate l’overstatement) lucido pensiero sui napoletani:

 

Barney

Le correnti, gli spifferi e le mosche con la tosse

Devo al collega Andrea R. la scoperta di questa pagina di Wikipedia.

M’ha aperto un mondo affascinante, quello delle varie fazioni che -assieme- costituiscon costituivano il Partito Democratico, le stesse fazioni che hanno giocato nei giorni scorsi al virile e maschio giochino del chi fa la pipi’ piu’ lontano degli altri e, alla fine, sono riusciti a far rieleggere Giorgio Napolitano alla Presidenza della Repubblica, perche’ nessuna delle varie sfaccettature del PD ha voluto addivenire a patti con nessuna delle altre. Prova di forza, appunto…

Ecco, ma di quanti pezzi stiamo parlando?

Tre? Cinque? Otto? Legioni?

Direi piuttosto l’ultima che le precedenti. Vi riporto l’elenco cosi’ come lo fornisce Wikipedia, anche questo pezzo di informazione vada a futura memoria.

1.1 Maggioranza bersaniana
1.1.1 Bersaniani
1.1.2 Lettiani
1.1.3 Dalemiani
1.1.4 Rifare l’Italia (Giovani Turchi)
1.1.5 Bindiani
1.1.6 Cristiano Sociali
1.1.7 Ecologisti Democratici
1.1.8 Democrazia e Socialismo
1.2 Renziani (i c.d. “Rottamatori”, NdT)
1.3 Area Democratica
1.3.1 Franceschiniani
1.3.2 Fassiniani
1.3.3 Semplicemente Democratici
1.4 Movimento Democratico
1.4.1 Veltroniani
1.4.2 Fioroniani
1.4.3 Gentiloniani
1.4.4 Liberal PD
1.5 Insieme per il PD
1.6 Ulivisti
1.7 Cambia l’Italia
1.8 Teodem

Io ho votato spesso per il PD in passato, ma se mi si chiedesse “A quale raggruppamento ti senti piu’ vicino, te?”, confesso che sarei in difficolta’.

Dovrei intanto capire le differenze che ci sono tra “Insieme per il PD” (eh, meno male che e’ “per il PD”…) e “Cambia l’Italia” (certo, “Cambia la Slovacchia” pare fuori luogo qua da noi), tra gli “Ecologisti Democratici” (sottoinsieme dei Bersaniani, probabilmente di derivazione verde-ambientalista) e gli aderenti a “Democrazia e Socialismo” (pure loro sottoinsieme dei Bersaniani, immagino questi siano i cacciatori…). Plauso ai minimalisti di “Semplicemente Democratici“, ma pure loro hanno dovuto aggiungere quell’avverbio al nome, per chiarire bene le cose come stanno: cosi’, semplicemente. Appunto…

E si portebbe andare avanti all’infinito: che minchia di differenze potranno mai esserci tra “Cambia l’Italia” e “Rifare l’Italia“? E perche’ questa ultima fazione e’ chiamata anche “I giovani turchi”, se il nome era del gruppo dei DC sardi capeggiato da Cossiga? E quanti mai potranno essere i “Fassiniani“, nel 2013? Centotrenta? Mah…

Se si legge lo scarno resoconto di Wikipedia, si scopre che le differenze sono tra i cattolico-liberali centristi e i socialdemocratici, tra cattolici democratici ed ex-socialisti che aspirano a rifare il Partito Socialista, poi ci sono i liberali centristi, i cristiano-sociali, i socio-liberisti e i catto socialisti, i democratici di centro liberale e i liberisti libertari di democrazia cattolica.

Insomma: un universo del tutto ignoto a me ingenuo elettore, che votando “PD” pensavo di votare “la sinistra democratica progressista”… e invece col piffero.

Mescolando a caso i vari pezzi fondamentali (Democratici, Socialisti, Cattolici, Liberisti, Centristi) si possono ottenere mille e mille nuove correnti, in un gioco sempre nuovo e divertente che non finisce mai di stupire, un generatore automatico di correnti del PD che sicuramente Metilparaben ha gia’ inventato.

E infatti eccolo qua. Vecchio, tra l’altro, ma sempre valido.

Non e’ che questo spieghi tutto il disastro degli ultimi venti anni di sinistra italiana, ma direi che rimane davvero poco da immaginare: come si possa pensare di poter governare l’Italia con un coacervo di personalismi cosi’ gia’ all’interno di un solo partito che poi si deve coalizzare con altri, e’ per me un mistero, a questo punto.

Il commento musicale lo lascio agli Ska-P, che in questi casi sono sempre perfetti:

Barney

Indizi decisivi di come stanno veramente le cose (se le risate a ghigna da majale di sabato non vi non vi sono abbastate…)

Che l’elezione (anzi: la prima ri-elezione in settant’anni di storia repubblicana) di Giorgio Napolitano sia stata una mossa non furbissima, in molti lo pensavano gia’ da sabato.

Oggi e’ arrivata la conferma:

Il discorso più ineccepibile e straordinario che io abbia mai sentito in 20 anni“, ha commentato  Berlusconi. “In questo momento è il miglior presidente che potessimo avere“, ha aggiunto continuando a spiegare come Napolitano abbia “invitato a buttare a mare la parola ‘inciuci’: la politica è fatta di compromessi, mediazioni. Alleanze anche tra chi si trova su sponde opposte”, dettate “dalle esigenze del momento che comportano di superare le distanze“.

Se qualcosa e’ “straordinario” per Silvio Berlusconi, si puo’ star certi che non e’ “straordinario” per il resto del paese.

Toh, a futura memoria:

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Ora: che vi deve fa’ Silvio bbello, er disegnetto?

 

 

Barney

A futura memoria, perche’ nessuno dimentichi i motivi della sconfitta

Se a qualcuno puo’ venire il dubbio che sia uno scherzo o una trollata di qualche grillino, c’e’ la splendida pagina “Lo smacchiamo, lo smacchiamo” sul sito ufficiale del PD. Ecco uno screenshot:

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No, dico: almeno lo stratega che ha elaborato questa enorma vaccata si puo’ mandare in un Gulag, o lo si promuove subito a sottosegretario?

 

Barney

Okinawa, katane e seppuku

L’isola di Okinawa fu teatro di una delle piu’ sanguinose battaglie della seconda guerra mondiale. I giapponesi resistettero all’invasione americana per quasi tre mesi, e le vittime furono decine e decine di migliaia, da ambo le parti.

Alla fine, i Marines riuscirono a vincere, e a piantare la bandiera americana sulle macerie giapponesi.

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Ovviamente, la sconfitta di stasera non e’ dei giapponesi, ma di Pierluigi Bersani, pure lui in trincea da quasi due mesi, a resistere agli assalti pentastellati, destrodestrumani e anche provenienti da alleati traditori. Stasera Bersani non ce l’ha piu’ fatta: al quarto tentativo di quadrare il cerchio del Presidente della Repubblica, i suoi stessi uomini gli hanno bruciato l’ennesimo nome (Romano Prodi) venuto fuori da una consultazione mattutina che s’era risolta con la nomina di Prodi all’unanimita. S’e’ visto poi, poche ore dopo, come l’unanimita’ nascondesse un centinaio di franchi tiratori, che nel segreto dell’urna hanno preferito votare altro. Il che significa anche che Bersani non e’ piu’ il Presidente del Consiglio in pectore (non vedo con quale faccia avrebbe potuto ricevere un incarico da chicchessia…), e che quindi si tornera’ a votare a breve.

A me pare che in questa primavera che e’ scoppiata in ritardo (e che pare si assentera’ ancora, in questo fine settimana, per far di nuovo posto a freddo e pioggia) abbia portato alla disgregazione del principale partito della sinistra italiana. O, forse, ha semplicemente sancito che da qualche tempo la sinistra italiana non e’ piu’ rappresentata dalla politica del PD. O, ancora, che il PD non ha capito di cosa ha bisogno il paese nel 2013. O anche che la sinistra vive in un ambiente che non e’ la realta’ vissuta dalla stragrande maggioranza della popolazione. O un mix di questo e altro…

Resta da capire chi siano i Marines, nel Parlamento italiano di oggi. Chi ha piantato la sua bandiera sulle macerie del PD?

Berlusconi, che dopo avere rimontato con la classica campagna elettorale di promesse e demonizzazione dell’avversario adesso e’ dato addirittura vincente se si votasse domani?

Renzi, sconfitto dalla vecchia guardia del suo partito alle Primarie, ma vincente nell’immaginario collettivo del popolo, e impazientemente voglioso di giocarsi le sue carte sui tavoli “seri”?

Grillo, che continua a giocare a chi fa solo l’opposizione, e in questa situazione ha buon gioco a raccattare i suoi avversari con il cucchiaino?

Certamente, chi perde e’ il paese. Ma sospetto che a nessuno dei nostri politici -ne’ a destra, ne’ a sinistra- intressi piu’ di tanto se il paese si dissolve…

 

Barney

La situazione politica italiana fotografata da Winston

“Il parlamento di ogni nazione rispecchia per l’80% esattamente il paese che lo ha eletto”.

Winston Churchill

Io mi piazzo immediatamente nel 20% restante, e non se ne parli piu’.

 

Barney

 

Ma come parla?

Per puro caso ho appena assistito all’intervista della Annunziata ad Alfano. Tra strepiti, interruzioni e parlarsi addosso con toni sempre piu’ alti ho carpito una perla di rara bellezza: Angelino che sostiene di voler portare nel dibattito politico i temi che interessano alla gente, quindi (parole sue…) l’economia e la crisi.

E -per esemplificare- l’eterno delfino (di fiume, sia chiaro) ha tirato fuori una roba di questo tipo:

“Per esempio, noi vorremmo passare dai controlli ex-ante ai controlli ex-post per le imprese”

Forse non sono “la gente”, ma mi pare che l’esempio sia -come dire?- lievemente inconcludente e del tutto scentrato rispetto alla crisi. Insomma, le parole sono importanti, e fossi stato al posto della Annunziata avrei probabilmente reagito coem Nanni Moretti quando lo si tacciava d’essere kitsch:

 

Barney

Yet another post on Joseph Cricket and his party

No, insomma: e’ ancora il beppegrillismo e il cinquestellesimo a dare spunti di discussione, pero’ qua si approccia la questione dal cotè tecnologico, perche’ l’Internet 2.0 e la democrazia liquida son cavalli di battaglia del dinamico duo Beppe-GianRoberto e quindi argomenti da approfondire per capire -o cercare di capire- il grillismo.

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Lasciatemi dire che il cricket e’ ad oggi lo sport meno furbo e meno fruibile che conosco.

Spero di potere approfondire in seguito (avendone voglia e tempo) la questione, pero’ per adesso mi affido a due link tratti dal Post di Luca Sofri, una delle migliori realta’ giornalistiche su rete attualmente esistenti in Italia (Internazionale e’ un’altra).

Ecco, quindi, senza altre perdite di tempo, il post di Filippo Facci e quello di Serena Danna  (attenzione che il secondo prosegue su altro sito) che si chiamano e si rispondono con tempismo perfetto.

Andrebbero letti entrambi, uno dopo l’altro. Si tratta di cinque minuti del vostro tempo, poi pero’ mi rammenterete:-).

E se v’avanza voglia, c’e’ l’analisi di Mantellini di qualche anno fa, ma sempre attuale.

 

Barney

Stasera non ho molta voglia, ma…

… ma ho iniziato una discussione a distanza con Lorenzo, qua sul suo blog, riguardo al risultato che Grillo e il M5* (come ha fatto notare qualcuno, ora fa figo scrivere “*” al posto di “S” o “Stelle”) hanno strappato alle elezioni di domenica e lunedi’ scorsi.

Come ho scritto in un commento in moderazione, mi pare che la sua (di Lorenzo) visione dei motivi che hanno spinto moltissimi a votare Grillo sia una visione assai ottimistica:  Lorenzo assume che il voto sia di protesta contro il neoturboliberismo imposto dall’Europa e dalla BCE, che vi sia un “no” secco alle visioni di crescita obbligata della “troika”, che la gente sia contraria all’imposizione di una politica europea che solo al mondo finanziario guarda e che dimentica le necessita’ della gente.

Ora, io non metto in dubbio che il risultato della tripartizione quasi perfetta dell’elettorato italiano sia funzionale ad un -come dire?- raffreddamento della considerazione che Merkel, BCE e Unione Europea hanno del nostro paese. E nemmeno metto in dubbio che molti danni sono stati fatti dalla finanza in questi ultimi dieci anni. Ma secondo me se un risultato anticapitalista c’e’ ad aver votato Grillo, esso e’ del tutto incidentale: le persone hanno espresso un voto di massima protesta nei confronti d’un sistema politico locale che ha esasperato una popolazione non allo stremo come i greci, ma molto provata dal punto di vista economico e sociale, sia dal punto di vista di una imposizione fiscale ingiusta e vessatoria, sia per quel che riguarda privilegi e prebende alla casta dei politici che rappresentano -all’occhio dell’italiano medio di oggi- l’espressione massima del male. Insomma: che i voti a Grillo fossero voti “contro” mi pare non vi siano dubbi. Che fossero consapevolmente “contro” quello che Lorenzo chiama finanzcapitalismo, beh: mi permetto di dubitarne fortemente.

La cosa che mi preoccupa -ma fino a un certo punto: il nostro e’ un paese poco serio anche quando le crisi sono drammatiche…- e’ questa assoluta, tetragona convinzione degli eletti M5* a non prendere in mano le redini, ma ad agire da “controllori” degli “altri” (chiunque essi siano) che devono proporre e governare.

Io adoro “Watchmen”, ma non riesco a capire come ci si possa candidare alle politiche e poi rifiutare l’onere del governo. Vedo che stasera Grillo (che tra l’altro non si capisce se sia o meno il candidato Premier del movimento…) ha rilanciato alla provocazione di Bersani, chiedendo a lui e a Berlusconi il voto ad un governo M5*. Ottimo: che lo faccia, che presenti un programma ATTIVO (non di controllo delle leggi di altri: di proposizione di leggi proprie) e che accetti lo scontro democratico in parlamento. La mia personale convinzione e’ che non succedera’, per il semplice motivo che il M5* non troverebbe sponde politiche per -diciamo- piu’ del 20% delle proposte che portasse in aula[1], ma mi piacerebbe che la mia previsione fosse prima di tutto verificata e poi smentita dai fatti.

Ma cerchiamo d’essere ottimisti, e speriamo davvero che gli altri partiti (soprattutto a sinistra) abbiano capito che e’ tempo di cambiare, e che se non si inizia a nuotare s’affonda come sassi.

 

 

[1]: un altro motivo per cui non ci sara’ un governo M5* e’ che Grillo&Casaleggio sono troppo furbi per accettare di ustionarsi in un momento cosi’ difficile. Chiunque sara’ alla guida del paese (sempre che vi sia qualcuno…) dovra’ prendere decisioni difficili, in un senso o nell’altro, e si fara’ dei nemici o in patria o in Europa. Troppo piu’ facile fare l’opposizione, in questi frangenti.

 

Barney