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Navigating NPR’s Top 100 Science Fiction and Fantasy Books

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La classifica dei 100 libri di SciFI e Fantasy piu’ votati dai lettori di un sito merregano di riferimento, “chartati” in un diagramma di flusso che aiuta i piu’ indecisi a scegliere tra “Nessun dove” e il “Silmarillion”.

Notevole, anche se la classifica in se e’ del tutto discutibile/arbitraria/incompleta. E certe posizioni urlano vendetta con enormi spargimenti di sangue…

Barney

Scorrete lacrime, disse il poliziotto. Philip K. Dick, Fanucci

Dopo due deludenti romanzi scritti in questo ultimo anno e mezzo avevo bisogno di un capolavoro, e mi son quindi riletto un Philip Kindred Dick preso a caso dalla mia libreria. E’ toccato a “Scorrete lacrime, disse il poliziotto“, ottimo romanzo.

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La bellezza di questo libro sta in come Dick riesce a raccontare una storia intricata, onirica, a volte assurda, senza in pratica mai indulgere in spiegoni inutili e feedback infodumpati.La storia si dipana pagina dopo pagina come se fosse raccontata in presa diretta, e il lettore la vive assieme al protagonista.

Un assaggio della storia: Jason Taverner e’ un famoso conduttore televisivo, il suo programma fa trenta milioni di ascoltatori ogni martedi’ sera. E’ anche uno dei pochissimi “sei”, un uomo geneticamente modificato per essere migliore degli altri. Un giorno Jason viene aggredito da una delle sue amanti con una specie di spugna cannibale, viene ferito gravemente e si risveglia in un sordido hotel di periferia. Taverner scoprira’ immediatamente di non esistere piu’: non ha documenti di identita’, nessuno lo riconosce, nessuno ha mai visto il suo programma, nessuno ha mai ascoltato uno dei diciannove dischi che ha inciso. In una societa’ repressiva e ipercontrollata, in cui la pol (la polizia) e la naz (la guardia nazionale) reprimono nel sangue le proteste degli studenti universitari, in cui ad ogni angolo c’e’ un posto di identificazione e di blocco, non c’e un singolo documento che possa provare che Jason Taverner e’ una persona. La vicenda si chiarira’, alla fine; non prima che il protagonista abbia preso coscienza di come, in quel mondo, avere perso lo status di ricco intoccabile rappresenti un vero e proprio attentato alla vita.

E il poliziotto del titolo e le sue lacrime saranno protagoniste, nel finale, della presa di coscienza nostra e di Taverner. Un grande romanzo, che dimostra una volta di piu’ come sia stupido considerare la fantascienza un genere minore: libri come questo hanno una forza che rimane intatta anche a trentacinque anni dalla loro pubblicazione.

 

Barney

15 fun facts about Star Trek

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Riepilogo di facts & figures sulla famosa serie di SciFi.

Baney

Precorrere i tempi

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Qua forse si esagera…

Barney

Gimme melange, honey…

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Una serie di ambientazioni dal pianeta Arrakis, detto anche Dune, fatte con caramelle gommose.

Il Verme delle Sabbie e’ venuto benissimo, i Fremen sono passabili, il Muad’dib e’ credibile… Ma cristo: le NUVOLE su Arrakis ???!!

Barney

Il tempo del vuoto – Peter F. Hamilton

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E’ in edicola -ancora per poco- il secondo volume della saga del Vuoto di PF Hamilton, “Il tempo del vuoto”.

Una lettura da fare DOPO essersi procurati il primo libro della trilogia, “Il sogno del vuoto”, e magari preparandosi a rimanere attaccati ad un universo complicato e dalle mille sfaccettature, ma assolutamente coerente nella sua complessita’. Di Hamilton a me piace tutto, ma capisco chi lo odia a morte, un po’ come Robert Jordan e il suo immenso ciclo della Ruota del Tempo.

Se pero’ rimarrete affascinati dalla serie del Vuoto non potrete assolutamente fare a meno di recuperare l’immensa serie de “L’alba della notte”, che Urania ha pubblicato anni fa in -mi pare- addirittura dieci volumi.

Purtroppo questa roba qua in Italia la si legge su una pubblicazione da edicola (senza alcuna offesa per le edicole, sia chiaro), e non c’e’ speranza di vederla ristampata in formato-libro, ne’ di poterla recuperare in formato ebook LEGALE (per i .pdf illegali invece non dico niente). Chi e’ incuriosito dalla saga, la puo’ trovare in inglese su Amazon.

Barney

The New Hitchhiker’s Guide to the Galaxy

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La giornata dell’asciugamano e’ volata via senza che LA notizia del giorno fosse in qualche modo segnalata come si deve.

Rimedio con poco ritardo (direi anzi con anticipo, grazie al paradosso di Schroedinger) : ci sono dei simpaticoni che hanno in mente di tirar fuori un nuovo videogioco ispirato alla Guida Galattica per Autostoppisti.

E se questa non vi sembra una notizia degna d’esser celebrata con un gotto esplosivo pangalattico, vuol dire che siete davvero vecchi dentro! ;->

Barney “Beeblebrox”

Oh.My.God…

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Spero qualcuno chieda hamburger di Chewbacca, al tenutario di ‘sto baraccone qua.

Barney

Source code (il film)

Sono stato l’altra sera a vedere “Source code”, al cinema. Mi sembrava di averlo “selezionato” tra i film da non perdere, e quando ho visto chi era il regista mi sono ricordato del perche’: si tratta di Duncan Jones, noto per essere figlio di David Bowie, ma soprattutto perche’ ha esordito con l’ottimo “Moon“, un lungometraggio di fantascienza girato in pratica con un solo attore, tutto in interni. Costo basso e gran successo di critica e di pubblico.

L’opera seconda e’ -diciamolo subito- da vedere, e si gusta appieno se ci si va senza sapere niente o quasi della trama, quindi consiglio a chi vuole andare a vedere il film di smettere di leggere qua, perche’ dopo la locandina faro’ alcune anticipazioni.

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Il film inizia su un treno diretto a Chicago, dove incontriamo il protagonista che sembra svegliarsi da un sonnellino. E’ visibilmente stordito e non bene orientato. La ragazza davanti a lui lo chiama “Sean”, e pare conoscerlo bene, ma lui non la riconosce, ne’ si riconosce in “Sean”: dice infatti di essere Colter Steven, un pilota di elicotteri in missione in Afghanistan. In bagno, lo specchio gli restituisce un volto che non e’ il suo. Spaventato, inizia a chiedere cosa sta succedendo. E proprio in quel momento il treno esplode.

Colter Stevens si risveglia imbracato in una capsula, e poco a poco gli -e ci- viene svelata la verita’. La scena del treno e dell’esplosione verra’ rivissuta molte altre volte, e ogni volta Colter e gli spettatori hanno un tassello in piu’ per scoprire l’arcano.

Film costruito benissimo su un’idea mediamente innovativa, con il classico side character dello scienziato cattivo al soldo dei militari e un paio di incongruenze difficili da scoprire subito che pero’ mi paiono marginali. Ottimo prodotto, veramente. Con happy end doppio, ad elevare le possibilita’ di fare cassetta. Che mi parrebbe giusto: se non si vanno a vedere film come questo, ci restano i Vanzina. Ah, una curiosita’: la pellicola e’ stata girata (in digitale) in due mesi, giusto un anno fa. Gli effetti speciali sono stati aggiunti a novembre 2010, e ad Aprile 2011 il film e’ uscito in tutto il mondo. Notevole, direi.

Chiosa finale per il titolo: e’ quello originale e a me sembra ridicolo; la spiegazione che ne viene data durante lo svolgimento dell’azione non mi ha convinto per niente.

 

Barney

L’unita’ d’Italia vista dalla Luna (forse per il prossimo 150°…)

A Torino (la capitale storica del Regno d’Italia) si celebra l’unita’ con una serie di mostre che spaziano (letteralmente) dal prototipo Alfa Romeo ai memorabilia garibaldini. Bene: all’interno di una di quelle mostre e’ esposto un manufatto realizzato anche dall’azienda in cui lavoro, nell’ambito di una commessa ESA (l’agenzia spaziale europea) piu’ fantascientifica del solito.

Il manufatto e’ quello che vedete in Figura 1, e rappresenta -giuro!- una sezione di “muro” di un possibile avamposto lunare, che dovrebbe essere realizzato da una specie di robot automatizzato (altrimenti, che robot sarebbe?). A parte il fatto che la struttura e’ disegnata -lo crediate o no- da Foster & partners (che nell’occasione sono nostri “umili” fornitori) e non dallo Sbuzzagrilli, e che la trabecolazione e’ una classico esempio di biomimesi ispirato all’osso dei vertebrati, prima di passare alle immagini devo solo aggiungere che il processo di realizzazione e’ -anche qui, credeteci o no, non importa- una stampa 3D, o rapid prototyping che dir si voglia descritta in questo sito della DiniTech, l’azienda toscana titolare del brevetto della macchina. Ah, e devo anche giustificare la presenza nostra: noi abbiamo “semplicemente” provato il processo in vuoto, per verificare la fattibilita’ della prototipazione rapida sulla Luna, usando regolite simil-lunare prodotta dalla stessa Dinitech.

Mi resta solo da dire che il fondale della Figura 1 non e’ stato scelto da noi, e chi l’ha scelto l’ha fatto prima del terremoto del Giappone.

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Figura 1: Un piccolo mattone per me, un grande muro per l’astronauta ;->

Ah, non c’entriamo nemmeno con il cartello accanto all’installazione, che definirei come minimo un po’ prematuro. Anche se l’idea non e’ malaccio:

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Figura 2: Vendere la pelle dell’orso molto prima d’averlo ammazzato…

 

Barney