Scrissi qualcosa di simile, solo molto peggio, quando venne fuori l’altra puttanata dell’avatar-cartone animato. Questo ‘giochino’ è lo specchio verace del livello culturale di parecchie persone: sotto zero.
Negli ultimi giorni è tornato in auge un simpatico scherzo orchestrato da alcuni blog femministi nel 2011 per “sensibilizzare” l’opinione pubblica dei social network sul tema (grave) del cancro al seno. Il giochino consiste nello scrivere un post in cui si annuncia di partire verso una certa destinazione per un certo numero di mesi, così da attirare la curiosità del pubblico – soprattutto di quello maschile – per poi rivelare la natura fittizia del tutto e portare l’attenzione sul problema desiderato.
Ora, care amiche del gentil sesso, permettetemi di spiegarvi un attimo due righe di psicologia dell’uomo. Se il maschio medio legge sulla bacheca di una conoscente che questa parte per 6 mesi per le Hawaii, alza le spalle e continua a fare quello che stava facendo, perché, essenzialmente, non ce ne può fregar di meno del vostro Erasmus, che sia vero o presunto. Dopodiché, alla terza che scrive la…
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Come sempre, in casi del genere l’aspetto più interessante viene fuori dai commenti. Grazie della segnalazione.
Ciao 🙂
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Sei un genio 😀
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Non c’entro,io. È un genio chi ha scritto 🙂
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Letto. A parte la stronzitudine della “trovata”, io mi domando: sensibilizzare in che senso? Voglio dire, io voglio per esempio sensibilizzarti sulla tragedia della violenza sulle donne, e tu, una volta sensibilizzato, eviti magari certe battute che prima ti parevano spiritose e adesso ti rendi conto che potrebbero toccare qualche nervo scoperto e ferire la sensibilità di qualcuno. Ma una volta che ti ho sensibilizzato sul cancro al seno cosa fai? Cambi mestiere e vai a fare il ricercatore? Vai in cerca di tutte le donne operate al seno per digli sai, anche se sei senza tette ti trovo bellissima lo stesso? O che altro?
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Propongo di cancellare il verbo “sensibilizzare” dal dizionario.
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Potrebbe essere un’idea, effettivamente. Io comunque sono stata operata al seno ma poi all’esame istologico è risultato benigno, e quindi non avete bisogno di sensibilizzarvi per me. Anche quello al retto, anche se all’aspetto pareva brutto, alla fine è risultato benigno, e quindi non avete bisogno di sensibilizzarvi neanche per quello. Quello al collo dell’utero invece no, non era benigno, ma non ne sono rimasta traumatizzata, non ne sono rimasta mutilata, non ne sono rimasta deturpata, e credo che potrò sopravvivere anche senza campagne di sensibilizzazione (no ma, scherzi a parte, davvero esistono donne così cretine?)
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Non lo so se esistono persone cosi’ cretine. Certo, non sono ottimista sul tasso di intelligenza di un paese che s’e’ affidato per decenni a un saltimbanco da circo Barnum… Su come caspita poi la mia eventuale sensibilizzazione possa incidere sul cancro, la lotta al cancro, la ricerca sul cancro, meglio che taccia e continui a fidarmi della ricerca scientifica.
In fondo, si: cancellare “sensibilizzare” dal vocabolario potrebbe essere una soluzione.
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Poi magari per completare l’opera si potrebbe cancellare anche il nome di certi animali, così da evitare di vederli votati da un quarto degli italiani e sentirci poi propinare lezioni sui microchip sottopelle.
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