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La vita ai tempi del virus

SPOILER: Non moriremo tutti.

Edit: qua si spiega meglio quello che cerco di dire li’ sotto.

Qualche immagine tanto per iniziare bene, poi vediamo la situazione. Le ho fatte io, quindi graficamente fanno schifo. Ma i numeri sono corretti.

Italia200310

Questi qua sopra sono i casi giorno per giorno (curva azzurro chiaro) e cumulativi (curva blu) in Italia, fino a stamani. Sappiamo già che stasera i cumulativi totali (ammalati, guariti e morti) sono da noi 12.462, il che spiega bene come mai Conte continui a cercare di limitare i nostri spostamenti. Le linee tratteggiate sono l’interpolazione lineare (quella più bassa, ottimistica) e la polinomiale di secondo grado (quella che va più in verticale, pessimistica) per i prossimi 10 giorni. E come possiamo già capire sono entrambe sbagliate.

Abbiamo però una fortuna enorme rispetto a quello che vedrete tra poco, perchè da noi da tre o quattro giorni siamo praticamente in coprifuoco. Gli effetti si vedranno nettamente tra una settimana/dieci giorni, ma mi aspetto una discesa del numero di contagiati al giorno già entro domenica.

Vediamo come stavano in Germania, Francia, Spagna e USA stamattina. Sono i paesi che ci stanno trattando da appestati, e che fino a cinque giorni fa avevano casi che si contavano sulla punta delle dita di una mano.

Ecco la Germania:

tedeschia-200310

(stasera il dato tedesco dice 1908 contagiati, numero che l’interpolazione polinomiale prediceva tra 4 giorni…).

Questa è la foto della Francia di stamani:

Francia-200310

Il modello peggiore prevedeva per oggi circa 1700 casi, e qua ci siamo: adesso sono 1798 i contagiati. Ma mancano i coglioni vestiti da Puffo dell’altro giorno.

La Spagna:

Spain200310

La curva blu sale repentinamente qualche giorno fa, e oggi la situazione è di 2277 contagiati. Quasi mille in più rispetto a stamattina, crescita esponenziale. Un disastro.

Gli Stati Uniti erano così:

USA200310

Stasera siamo già a 1133 casi, e sappiamo tutti che la stima qua è drammaticamente affetta dal fatto che i test si pagano salati e i kit non ci sono, e pure dal fatto che il Commander in Chief non crede al Corona Virus più di quanto crede al Global Warming. Ma faccio notare al Commander in Chief che oggi MIT e Harvard (che non sono proprio la YouTube University…) hanno sospeso le lezioni frontali a tempo indeterminato, con proibizione di accesso ai campus agli studenti. Anche l’Ames Research Center della NASA ha chiuso i battenti per COVID-19. E pure che la E3 Conference 2020, la kermesse di riferimento per i videogiochi, è stata cancellata. I tre fatti c’entrano l’un l’altro come il culo con le quaranta ore, ma danno un’idea di come persone con un minimo di cervello capiscano al volo che tra Trump e COVID-19 la cazzata non è certo il virus.

Sia la Germania che gli altri stanno seguendo l’esatto trend italiano, e il contagio lì sembra essere davvero solo all’inizio. E mancano Olanda, Svizzera, Ungheria, UK… Per non parlare dei dati farlocchi della Russia dove secondo questo fantastico aggregatore della Johns Hopkins University (che peraltro non ha alcuna colpa, perchè si basa sui dati forniti da ciascun Ministero della Sanità) i contagiati a stasera sono venti. E io sono la marmotta viola che incarta la cioccolata.

Questo è il quadro che si evolve di ora in ora, e che potete seguire anche voi scaricandovi quotidianamente l’elenco di tutti i casi in ogni singolo paese del mondo, per ogni giorno della settimana dallo scorso novembre e giocando un po’ con filtri e cumulative.

Se ne esce? Sicuramente, abbiamo passato la peste bubbonica e il vaiolo, supereremo anche COVID-19.

Presto? Non domani, ma sono fiducioso che prima o poi (più prima che poi) un vaccino esca fuori.

Nel frattempo cerchiamo di comportarci da responsabili. Ascoltiamoci ad esempio Delila Paz:

Barney

La gig economy spiegata al mio gatto

Gig per me è -traducendo dall’inglese- principalmente un concerto, una serata dove si suona.

Adesso, accoppiato ad economy fa una roba tipo “l’economia del lavoretto”, una roba che oggi c’è, ti permette di sfangarla fino a stasera e poi chissà?

E’ il way of life dei fattorini in bicicletta (che si chiamavano “ponies”, da Pony Express, ma oggi sono i “raiders”) che consegnano di tutto  a tutte le ore in quasi ogni centro città. Dei dog sitter (quelli che se scendi il cane te lo pisciano, insomma), delle ripetizioni ai ragazzi del liceo fatte dallo studente universitario.

Lavoretti, appunto, che permettevano ai giovani di un tempo (tipo il mio, un secolo fa) di comperarsi birra e sigarette, di pagare la pizza alla morosa, e t’avanzavano anche i soldi per la benzina.

Oggi i lavoretti sono diventati invece uno dei motori pulsanti dell’economia moderna, e si declinano in salsa informatica: con le app.

Il raider fa il suo lavoretto grazie alla app, così come il dog sitter e chi fa ripetizioni. E siccome anche i lavoretti della gig economy sono robe da due spiccioli, se non hai 16 anni ma 40 e i soldi non li spendi in birre ma di gig economy ci vuoi campare, ti devi inventare dog sitter dalle sei alle otto, poi pony fino alle 15 e dalle 17 alle 20 puoi dare ripetizioni.

Poi ceni, e alle 21 entri in servizio con la tua auto, che grazie ad Uber è diventato un taxi che si chiama solo con la app.

Presumo che esista anche qualcosa che si fa tramite app dalla mezzanotte alle tre e che rientra nella categoria “prostituzione”, magari si aggiunge anche quello alla lista dei gig e si arriva a guadagnare una cifra ragionevole.

Altrimenti c’è AirBnB: affitti una stanza della tua casa sempre rigorosamente attraverso la app dedicata, e diventi all’improvviso un bed and breakfast.

Lavoretti: nel migliore dei casi aggiunte ai miseri stipendi di questi tempi, nel peggiore l’unico modo di “lavorare” oggi come oggi.

Come tutti i lavoretti che ho fatto anche io nei primi anni dell’800, non v’e’ alcuna garanzia sindacale, nessun fisso mensile, nessuna (o ridicola) assicurazione contro gli infortuni, spesso non paghi nemmen le tasse.

Ma guadagni poco.

Chi fa i soldi veri sono due categorie di soggetti, una evidente e implicitamente “responsabile” della fioritura di questi app-lavori: chi crea il business e la app si intasca in genere una commissione (10-20% sulla transazione) senza fare in pratica nulla se non mettere a disposizione l’infrastruttura telematica e il canale che fa incontrare domanda e offerta. I soldi li fa sul numero di transazioni giornaliere, e incassa immediatamente sia da chi compra che da chi vende. Facile, pulito, remunerativo.

L’altra categoria di vincitori della gig economy è meno evidente, un esempio splendido e’ in questo articolo qua che tratta approfonditamente il caso AirBnB a New York e le conseguenze sulla città e sui cittadini.

I perdenti sono molti, molti di più: dai gig worker stessi a chi si vede far concorrenza deregolamentata, alle nostre città.

E fa specie che una evoluzione sociale ed economica di questo genere sia stata solo sfiorata (e solo da M5S, Liberi e Uguali e PD) nella scorsa campagna elettorale, probabilmente prima che i politici si accorgano davvero della cosa passeranno un paio di altre rivoluzioni culturali.

 

 

Barney

Filosofia da muro #88 (hat trick: Ammennicolidipensiero)

Ancora da Adp questo scatto presumo dal nord Italia, che mischia il veterocomunismo degli anni di piombo col disincanto dei nostri giorni:

superiorità

Due mani si dividono il muro, e ovviamente la scritta a sinistra e’ “di sinistra”. Bella grafia, con i puntini sulle “i” marcati cosi’ chiaramente che a volte si trasformano in barre. Bello e deciso anche l’accento sulla “a” della prima superiorita’. Pare una scritta a meta’ tra i proclami delle BR prima maniera (una sorta di velata chiamata alle armi insomma) e un qualche slogan mutuato da Enrico Berlinguer.

A destra si cambia registro, colore e mano. Due parole in giallo per demolire il costrutto dell’interlocutore sconosciuto, una affermazione apodittica e decisa, resa piu’ dura dalla ruvida spigolosita’ del tratto. Un accenno di nazifascismo sulle due “S” di nessuna, tracciate come si tracciavano nel Terzo Reich sulle mostrine delle Schutz-Staffeln mi fa collocare scritta e scrittore dall’altra parte politica rispetto al primo graffitaro.

Un po’ il ritratto del nostro paese, che non superera’ mai il ventennio fascista e la Seconda Guerra Mondiale.

A chiudere in bellezza mi ci dicono i “Last Internationale” (che sono gia’ passati da qua, ma chissenefrega), tie’:

 

Barney

Filosofia da muro #24. Filosofia tedesca

Non e’ Kant, ne’ Hegel.

Sono le scritte che tappezzano i muri dell’Universita’ di Stoccarda, e le strade del centro.

All’Universita’ ho trovato queste, splendide per il loro pertinace attaccamento al comunismo anni ’60 (contaminato dal tifo calcistico degli uligani locali, e da chissa’ cos’altro):

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Quest’altra e’ invece in centro, all’uscita della stazione StadtMitte:

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Colonna sonora acustica, dai Last Internationale. Che quando si parla di falce e martello ci stanno sempre bene:

Barney

Filosofia da muro #23

Frase vergata con tratto sottile ma mano ferma, ad esprimere un concetto apodittico-scatologico che si puo’ ben comprendere (e forse anche condividere):

IMAGE00322ASi noti il raffronto tra una filosofia socioeconomica (categoria di per se astratta e fumosa) e l’escremento principe (concreto e definito), a cercare di semplificare concetti e paradigmi trattati in tomi pantagruelici dai vari Marx, Smith, Keynes e compagnia bella.

Direi che la semplificazione e’ ben riuscita, e merita una adeguata e corrispondente colonna sonora. Per esempio, The Last Internationale che cantano “Workers of the World-Unite!”.

Barney

Se ce ne fosse bisogno… I vaccini NON provocano l’autismo

In realta’ c’e’ bisogno di tutte le informazioni possibili sulle fuffe mediche.

Quella sui vaccini che provocherebbero l’autismo e’ dura a morire, quindi spreco volentieri cinque minuti per linkare la notizia di un ampissimo studio americano (95.000 bambini esaminati) pubblicato su “La Smarrita di Altopascio” (in realta’ sul Journal of American Medical Association, una robettina peer reviewed con un miserrimo Impact Factor di 30…). Il risultato e’ -ma va?- che non esiste (non esiste) alcuna correlazione tra autismo e vaccinazioni: chi si e’ vaccinato ha esattamente le stesse probabilita’ di essere autistico di chi non si e’ vaccinato, e neanche dosi ripetute su soggetti con fratelli autistici hanno effetto significativo.

Non c’e’ correlazione tra vaccinazione e autismo, punto.

Quello che questo studio non dice e’ che i bambini non vaccinati hanno probabilita’ molto piu’ alta di ammalarsi e di soffrire complicazioni anche gravi (vulg.: morire) rispetto a chi si e’ vaccinato.

Dalle mie parti in queste settimane ci sono stati casi di meningite. Esistono vaccini per i vari tipi di meningite, per cui le scelte sono due: credere al JAMA -e alla scienza medica- e proteggere i nostri figli, oppure credere alla Youtube University -e alla fuffa- e contare sulla statistica.

Ah, tra l’altro qualche giorno fa e’ tornato fuori Vannoni e il suo “metodo Stamina”.

Si, c’e’ bisogno di parlare di fuffa medica…

Sempre.

Barney

“We will reign”, The Last Internationale, USA (2014)

Garage rock di quello che mi garba di piu’, con Brad Wilk dei RATM alla batteria, Delila Paz al basso, chitarra e voce e Edgey Pires alla chitarra. Il disco e’ uscito ad agosto negli USA, notevole!

 

Barney