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Amanda Palmer e la tetta che scappa

Di Amanda “Fucking” Palmer ho gia’ parlato, qua sopra. Oltre ad essere la front-woman e musicista principale dei Dresden Dolls e’ pure moglie di Neil Gaiman, bisessuale convinta e altro ancora.
E’ inoltre una bella donna, molto intelligente e in grado di massacrare qualsiasi persona cerchi di irriderla per stupidaggini tipo “una tetta le e’ uscita dal reggiseno mentre cantava al mega-festival di Glastonbury!”.

E siccome la stupidaggine e’ uscita su un (scusate l’overstatement) giornale, lei risponde al giornale con una lettera. Cantata. Che dovrebbe diventare immediatamente un altro tassello del programma del PD (partito che si affanna a proteggere il corpo delle donne sui media, ma poi alla fine e’ misogino come il resto del paese): chiamate Amanda, e lasciate fare a lei, per favore.

Una che nel 2013 riesce tranquillamente a non depliarsi le ascelle (la adoro solo per questo) merita il posto di Letta, Bersani e RosyBindi tutto in un colpo. Per tacer del Renzi…

Barney

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Al di là del Buco

di Jinny Dalloway

Il tempo è adesso: come sovvertire il sessismo dei media con ironia e nudità autodeterminata

Per chi non la conosce, Amanda Palmer è una cantante, compositrice e performer americana: “la vera ragazza cattiva che Lady Gaga vorrebbe essere”. Incidentalmente, suo marito è Neil Gaiman, uno dei più apprezzati scrittori inglesi contemporanei.

Il 28 giugno scorso Amanda si è esibita al famoso festival annuale di Glastonbury, in Inghilterra. Viene fotografata mentre canta, con il reggiseno casualmente fuori posto che rivela un seno. Il tabloid inglese Daily Mail pubblica subito uno scoop con la fotografia “osé” titolando con un gioco di parole (“making a boob of herself”) che rimanda all’idea del “fare la figura di una scema” e insieme all’idea di “tetta” erotizzata. Il sottotitolo spiega che una “tetta” le è “scappata dal reggiseno” e l’articolo la descrive come “vittima di un imbarazzante errore nell’abbigliamento”. Senza…

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Non ci son discussioni: i grandissimi problemi nazionali, oggi come oggi, sono questi qua.

Su, dai… lo sapete tutti, di che sto parlando! Non ci sarebbe nemmen bisogno di rimarcarlo, non fosse che:

  • sono stanco per fare altro che scrivere,
  • oggi sono riuscito a consegnare il lavoro ben un’ora prima della deadline, e -contestualmente-
  • ho dovuto tenere a freno telefonicamente Mrs. Panofsky, incazzata come una biscia perche’ i vigili urbani avevano gentilmente portato ad un garage qua vicino la nostra auto, che io avevo parcheggiato in un luogo dove pare non si potesse [1].

Insomma, con lo spread a men di 300 punti, la disoccupazione sotto il 20%, l’inflazione che viaggia al 3,3% ma dice che e’ solo colpa del petrolio, gli stipendi italiani che rimangono piu’ alti solo di quelli bulgari ma giocando la combo con le tasse svedesi siamo nel bottino… insomma il grandissimo tema di discussione, quello che impegna alla dichiarazione virgolettata, all’esternazione meditata e alla semplificazione educativa i nostri politici e’…

IL MATRIMONIO TRA PERSONE DELLO STESSO SESSO.

Nei giorni scorsi si sono ascoltate sull’argomento cruciale e cogente le stronzate partorite da menti illustri come Domenico Scilipoti, Carlo Giovanardi, Vittorio Sgarbi, Carlo Casini (che non e’ Gianfry Casini, e non son manco parenti) e di sicuro ne dimentico qualcuno, ad esempio Rosy Bindi che ha puntualizzato la sua posizione a latere degli interventi dei suddetti maitres a penser della destra ultra cattotalebana italiana. Mancano all’appello alcuni calibri da novanta (Walter Veltroni, per dirne uno, che sta sicuramente elaborando un commento tranchant, del tipo “Bene i gay, maanche gli eterosessuali, e chi sono io per giudicare male i coprofili e i sadomasochisti in latex?”; tutti i leghisti, cui deve ancora essere spiegato bene che “omosessuale” equivale a “busone” in bolognese stretto; qualche ciellino di ritorno e molti ciellini-OpusDeireñi stanziali).

Tutto questo perche’ in un paio di giorni abbiamo avuto un pronunciamento di indirizzo del Parlamento Europeo e -proprio oggi- una sentenza della Cassazione che pone le basi per un futuro riconoscimento delle unioni omosessuali. A me paiono cose normali, che non dovrebbero nemmeno essere discusse tanto riguardano liberta’ individuali che non ledono assolutamente le liberta’ degli altri. Ma tant’e’, siamo in Italia… E allora, Scilipoti ha pensato (oddio… “pensato” e’ un overstatement) che fosse indispensabile rammentare che due uomini che si amano avranno rapporti sessuali anali, che non va bene per nulla, perche’ non si fa. Ma la stessa cosa tra un uomo e una donna, allora si, e’ ammessa (se avete tempo, ecco qua l’.mp3 de “La Zanzara” di ieri, con tutto questo e molto di piu’). Mi manca la posizione dell’illustre olista riguardo al sesso tra due donne, magari devo solo cercar meglio tra le puttanate che il viscido nano grasso (si, sono razzista. Ma il mio e’ un giudizio politico, si badi bene!) ha vomitato in questi mesi. Oppure, Carlo Casini che ci dice che l’omosessualita’ diffusa a macchia d’olio sarebbe la fine della civilta’ umana, uguale all’ecatombe nucleare (toh, non ci credete, eh? E allora ecco un altro .mp3!).

Lasciamo da parte Sgarbi, che tanto spara sempre le solite stronzate, e chiediamoci come mai c’e’ da noi questo terrore da parte di certi cattotalebani destrumani riguardo all’omosessualita’. Che poi, in realta’ si tratta di assoluto panico per l’omosessualita’ maschile, e di tremenda avversione per baci, sesso ed effusioni amorose solo tra maschi. Le donne, se proprio vogliono, son tollerate; e si esemplifica sempre, se si vuole esternare sull’argomento, sui due giovanotti che si sbaciucchiano in una qualsiasi piazza d’Italia.

Certamente vivere di fatto in una semi-teocrazia aiuta a reprimere -anzi: addirittura spinge decisamente verso-  le espressioni di liberta’ individuale quali -tra tutte- la sessualita’ di ciascuno. Il fatto che vi sia sempre, nei farneticanti discorsi di queste capre ammaestrate, l’accenno alla procreazione -impossibile nei rapporti omosessuali- e’ ulteriore argomento di riflessione: la donna (esclusa ovviamente da qualsiasi possibilita’ di carriera nella teocrazia cattotalebana) deve esser ridotta a fattrice e compagna del maschio dominante. Altro ruolo non se ne vede.

E l’uomo non puo’ certo permettersi di avere un rapporto alla pari con un suo simile, perdio! La schiava, ci vuole, per lui!

Si osservi poi l’ossessivo ricorrere alla descrizione del culo e dei suoi variegati usi (cfr. Dante Alighieri, Divina Commedia) ad aggiungere dileggio e oltraggio nei confronti degli omosessuali maschi. E’ veramente incredibile come questi maestri del pensiero liberale siano ossessionati dal sedere, quasi a testimoniare la loro impossibilita’ a superare la fase anale di freudiana memoria.

Tutto cio’, me lo si lasci dire, fa decisamente schifo.

E lo fa ancor di piu’ quando un coglione lampadato come Angelino Alfano usa l’argomento delle unioni omosessuali come spauracchio elettorale. Fa schifo al cubo sia perche’ si rivolge ad una larga fetta di coglioni come lui (il che ci dimostra come il nostro paese li attiri, i coglioni, come la calamita attrae la limatura di ferro), sia perche’ e’ un argomento che non riesco a definire se non “razzista”. Perche’ se oggi si accetta che l’unione tra due persone dello stesso sesso non sia normale, cosa ci impedisce di ritornare a vietare i matrimoni tra bianchi e neri?

Anche in questo la storia non c’ha insegnato nulla: ad Auschwitz assieme agli ebrei gasavano gli omosessuali.

Comunque, i cattotalebani da sbarco diano un’occhiata qua sotto: e’ la mappa dell’Europa in cui sono evidenziati i paesi che permettono unioni civili tra persone dello stesso sesso. L’Italia e’ nel gruppetto minuscolo dei retrogradi (Grecia, Eire e Estonia); ci piace farci riconoscere sempre…

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[1]: In realta’ penso che riusciro’ a vincere il ricorso a occhi chiusi, mancando qualsiasi segnalazione di divieto di sosta con rimozione coatta nella strada dove avevo legittimanente parcheggiato. E sottolineo “legittimamente”. 🙂

 

Barney

Apres leurs, le déluge (ovvero: tre peli sopra il pube)

Un fantastico commento sull’appena passato Festival di Sanremo e’ stato quello di Mrs. Panofsky, che la sera della farfallina inguinale di Belen (vista in spezzone sul tubo a tarda notte), di ritorno dalla visione dell’immortale capolavoro di Tod Browning del 1932 commento’ cosi’: “Sembra Freaks!”.

E per un caso incredibile, quella serata s’era aperta -a nostra insaputa, ovviamente- con l’esibizione della ballerina senza braccia. Al mattino, sentita la notizia alla radio, non ho potuto che ribadire a Mrs. che si, cazzo: ERA proprio “Freaks”.

Il commento era basato sullo stridente contrasto tra i due vecchi e rattrappiti satrapi GianniMorandi e Rocco Papaleo (da dove minchia sarebbe uscito quest’ultimo proprio non lo so dire. Il primo, invece, esce diretto dagli anni ’60 del secolo scorso. E si vede) e le valchirie Canalis e Belen, con la aliena e mascelluta tizia dell’Est che giuro non so come si chiama e manco me ne interesso piu’ di tanto. So solo che le due collezionatrici di figurine di calciatori dal vivo sono a spanne sul metro e ottanta, e la cavalla orientale si situa a livelli anche maggiori. La questione dell’altezza e della inutilita’ delle vallette e’ trattata mirabilmente da Michele Serra nella sua rubrica sull’Espresso. Le voila

Ma il titolo non puo’ essere giustificato solo dalla gentil farfalletta ostentata da Belen, che per onore di cronaca vado a illustrare:

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No, perche’ lo stesso concetto e’ stato ribadito, un par di giorni fa, da un’altra bellona in un’altro contesto -molto piu’ chic-:

No, ho preso solo quattro foto perche’ non avevo voglia, ma v’assicuro che ce ne sono mille diverse una dall’altra, con Angelina che si scoscia ad usum fotografo.

Insomma: pare vada di moda eccitare gli ormoni maschili -e solleticare il senso di competizione femminile- mostrando en plein air o quasi il proprio Monte di Venere. Ad avercelo, ovviamente 🙂

Non so: penso che alla fine abbia ragione Serra, quando dice che l’evoluzione delle vallette sara’ o di presentarsi completamente nude, oppure con vestiti che non lasciano scoperto nemmeno un centimetro quadrato di pelle.

E la musica, in tutto questo? So una sega: pare abbia vinto una tizia che e’ sortita fuori da “Amici” di Maria De Filippi, qualsiasi cosa cio’ significhi.

 

Barney

 

Questa e’ coordinazione! (NON adatto ad essere aperto in luoghi di lavoro)

E’ la seconda volta che Facebook mi presenta in maniera perfetta una sequenza di messaggi di miei contatti che paiono coordinarsi per tirare fuori una storia unica. Se la volta scorsa si trattava di una bella immagine della nebulosa “Clessidra” postata da un amico, seguita immediatamente sullo schermo da “Nothing as it seems” segnalata dai Pearl Jam, canzone tratta dall’album “Binaural” che ha come copertina esattamente quella nebulosa, stavolta l’accoppiata e’ spettacolare, ma NSFW, come premesso all’inizio. 

Si tratta di queste due cosette:

  • una notizia ripresa dall’edizione italiana di Wired, che illustra un modo “creativo” per usare il vostro iPad, e 
  • un cartello segnalato da un amico, esattamente sotto la nuova app “fisica” per l’accrocchio della Apple.

Non sto a farla tanto lunga, e vi invito a visitare questo link, il cui titolo e’: “ti piace il tuo iPad? Ora te lo puoi scopare!!!”, che non credo possa lasciare dubbi (non ho messo il disegnino, ma il senso E’ QUELLO).

Nel frattempo potete medtare sullìimmagine che nel mio Facebook era esattamente sotto la roba per iPad:

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Il che mi fa pensare che un qualche essere divino deve supervisionare il cyberspazio, almeno per divertirsi un po’ a creare questi simpatici calembours. Ovviamente, l’essere e’ probabile somigli molto di piu a Cthulhu che a Geova, ma il sense of humour sembra quello dei fratelli Marx.

Chiusura obbligata con i PJ che cantano “Niente e’ come sembra” (che e’ pure una gran verita’):

Barney

Che Natale sarebbe, senza il fottutissimo disco di Skala e Kolacny?

Apprendo dalla radio (il medium mainstream di casa Panofsky, cosi’ ho gia’ mandato in vacca il post in mezza riga…) che per avere un Natale veramente splendido dovrei acquistare il disco di Skala e Kolacny.

Mai coverti, ‘sti eccelsi e ignoti sbrindellatori di note musicali oltreche’ -mi immagino- stracciatori di maroni senza anestesia, ma in sottofondo al refrain pubblicitario si sente un orrendo coro di voci bianche che canta “a capellaViva la vida dei Coldplay in una maniera che mi spingerebbe piu’ a comperare un AK-47 d’occasione e cercare questi Skala e Kolacny (uomini o bestie che siano) in Belgio (no, dico: ma quando mai in BELGIO s’e’ sentito dire che fanno musica decente? Ecco…), raggrupparli assieme alle ragazze del loro coro e vedere di rifare “Stille Nacht” con accompagnamento calibro 7,62 e randelli di quercia.

Ma siamo tutti piu’ buoni, a Natale, via!

Quindi, lasciamo pure al negozio il disco di Scazzo e Colite e le loro ragazzine passibili di attenzioni pedofile dai solerti preti belgi, e vediamo di consigliare qualcosa di veramente divertente. E di addirittura gratis, incredibile dictu. E partiamo citando un gruppo che in molti (io, l’omino del mio cervello e un altro paio a caso) ricorderanno: i Fugazi. I Fugazi sono -erano?- un gruppo indie rock post punk che prende il nome da un acronimo militare che i Marines USA usavano durante la guerra del Vietman: “Fucked Up, Got Ambushed, Zipped In“, il cui significato tradotto semplicisticamente e’: “Siamo nella cacca sino all’attaccatura dei capelli”.

I Fugazi sono stati una delle prime band punk-hardcore merregane, e non hanno mai inclin- sottosta–  non si sono mai piegati alle major del disco, preferendo rimanere un fenomeno di culto per pochi adepti piuttosto che diventare i Green Day prima della nascita dei Green Day. Gente di sanissimi principii e di solidissimo rock, come testimonia questo pezzullo live qua sotto:

Scusate i ragazzi per il suono sporco e la bassissima qualita’ degli ampli, ma l’energia che trasuda da ogni secondo di questo brano e’ raggiungibile da Legadue e Vasco Bossi solo se al posto loro suonassero i Who, giusto per mettere i puntini sulle “i”.

Ma cosa c’entrano i Fugazi con Scampia e Collecchio? Oh, calmini che c’arrivo, su! Allora, c’e’ un gruppo, o crew, o mandria di rappettari che si chiama “Wu-Tang Clan“. Roba da negroni di tre metri con il radiolone sulla groppa e lo “Yo, brotha!” sempre sulle labbra. Ecco, ‘sti scoppiati qua hanno dato vita all’incrocio genetico Wugazi, che unisce il rap dei Wu-Tang con l’hardcore dei Fugazi.

Il risultato e’ assolutamente godibile, altro che la puttanata del disco “Skala e Coppia di tre” che mi pubblicizzano alla radio! E soprattutto, non si compra: si scarica gratuitamente da qui.

Buon Natale!

 

Barney

Al nano dice invece gli faceva l’effetto opposto…

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E questo dimostra come non ci capisse una sega nemmeno di donne. Ma cristo: come si fa, dico io!

Barney

Anatomia di una plastica omologazione, ovvero: “Like a virgin”, ma col laser. Literally.

Ieri sera Mrs. Panofsky arriva in camera lanciandomi l’ultimo numero di “D“, il settimanale “femminile” di Repubblica, e mi chiede se so qualcosa della chirurgia plastica vaginale. Le mie conoscenze si fermano al titolo del libro di qualche anno fa della Littizzetto, “Rivergination”, che m’immagino abbia a che fare con l’argomento. Vado quindi curiosissimo a leggere l’articolo-inchiesta che copre tre pagine e mezzo del settimanale.

E’ un pezzo scritto da una giornalista che per caso s’e’ trovata dentro al nuovo e rutilante mondo di questa branca della medicina estetica. I numeri, intanto, sono significativi e in costante crescita sia negli USA (patria di qualsiasi vaccata uno si possa immaginare), sia in UK (patria di qualsiasi imitazione di vaccata USA). L’incremento percentuale da un anno al successivo e’ dell’ordine del 70%, e il mercato “vale” oggi qualche milione di dollari l’anno. Ancora poco, ma con questi tassi di crescita si prevede di arrivare alle centinaia di milioni in meno di dieci anni. Un business, tanto che nell’articolo si racconta del medico USA che pubblicizza la sua attivita’ assai redditizia con la foto della sua nuova, fiammante Porsche.

Ma di che cosa stiamo parlando, di grazia? 

Beh, accanto al rivergination abbiamo la labioplastica, il rimodellamento/ringiovanimento vaginale, la parziale esposizione del clitoride, e la risistemazione del perineo. Tutto fatto sulla base di nessuna necessita’ medica, ma solo su richiesta delle pazienti che si sentono “esteticamente non a posto” proprio li’. Soprattutto oggi che la depilazione “alla brasiliana” va per la maggiore. E se non avete idea di cosa sia la depilaziona alla brasiliana, sappiate che si tratta di roba -come dire?- un po’ drastica, rispetto al numero di peli rimanenti sul pube… 

Una delle cose divertenti (a parlarne da uomo, sia chiaro) della questione e’ che non esiste alcuna “scuola medica” che insegni la labioplastica (per i leghisti: stiamo parlando di piccole e grandi labbra, non dei canotti che contornano la boccuccia della Minetti) o il rivergination. Il suggerimento dei “guru” della materia e’ impratichirsi con un cadavere (in effetti a trovarlo sarebbe un’ottima scuola guida…), oppure fare i primi interventi su povere sessantenni che dal rifacimento del naso, al pompaggio delle tette, al tiraggio degli zigomi passano allegre ma consce della loro eta’ al ringiovanimento vaginale. Tanto, se l’inesperto chirurgo sbaglia, che cosa puo’ protestare, la sessantenne?

Ora, qualcuno pensera’ che ‘sta roba non arrivera’ mai in Italia, soprattutto ora che c’e’ la crisi e via andare di luoghi comuni. Errore: i centri medico estetici che offrono il pacchetto completo anche dalle nostre parti sono innumerevoli, tutti millantano interventi in day hospital (ma allora non fanno un cazz, nulla, la’ sotto!), tutti ovviamente usano il laser (fa taaaanto figo usare il laser!), tutti sparano cifre di migliaia di Euro per ciascuno dei trattamenti, con sconti a pacchetto se tu, bella signora che stai leggendo le nostre tariffe, decidi per il trattamento completo. E attenzione a cercare siti, perche’ abbondano -giuro!!!- foto prima-dopo il trattamento che nulla hanno da invidiare a un trattato anatomico da Medicina e Chirurgia (niente di pornografico ne’ di vagamente erotico, lo dico per gli uomini).

Aspetto comunque trepidante l’offerta speculare per noi maschietti: ricostruzione prepuziale, trimming testicolare, alesaggio e corsa del pistone e via andare.

Siamo macchine imperfette, alla fine…

 

 

Barney 

 

L’angolo d’iccurturale mette d’accordo Feltri e Travaglio

Come tutti gli anni, puntuale come le tasse e il festival di Sanremo, s’e’ avuta il 6 dicembre l’inaugurazione della stagione operistica alla Scala di Milano.

Sono colpevolmente ignorante in fatto di lirica, (non avendo mai assistito a un’opera a teatro, e avendone visto al massimo un quarto d’ora in televisione anni fa), quindi non posso certo giudicare tecnicamente e emotivamente il “Don Giovanni” di Mozart messo in scena da Robert Carsen e diretto da Daniel Baremboin. Ne’ sono interessato piu’ di tanto ad analizzare al microscopio le mises sfoggiate dai VIPs che hanno copiosamente riempito platea e palchi (i loggioni saranno riservati ai poveracci anche a Milano, credo…). Pero’ leggo che due giornali -come dire?- non propriamente sintonizzati sulle stesse frequenze danno dell’avvenimento una lettura sostanzialmente simile, e quindi vado a riportare queste due visioni convergenti con partenze diametralmente opposte.

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Questa Sula viene buona per la fine del post. Abbiate fede…

Apre le danze il Giornale, l’house organ di casa Berlusconi, che ospita ben due articolesse sull’avvenimento. Una, a firma Vittorio Feltri, campeggia in prima, di spalla, accanto a una foto dell’editore del giornale in atteggiamento spallato e addormentato. La foto non riguarda l’articolo di Feltri, ma a leggere l’attacco si direbbe il contrario… Sull’edizione in rete (e forse anche sul cartaceo, chissa’ e chi soprattutto se ne frega?) c’e’ invece il pacato (?!?) giudizio di Vittorio Sgarbi, il quale parte dal commento della giornalista di regime Natalia Aspesi (letterale) per addentrarsi in una critica che risparmia -mi par di capire- solo le voci, e parla di scempio e insulto nei confronti di WA Mozart. Tranquillo come sempre, il vecchio borioso Sgarbi…

Ma il colpo della settimana lo fa Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano. L’articolo, che linkero’ piu’ sotto perche’ dal sito del fatto si puo’ leggere solo se abbonati, parte forte con un titolo elegante e raffinato, degno del circolo ARCI di Vergaio in cui e’ stato girato “Berlinguer ti voglio bene“:

Don Giovanni non tromba piu’

Il succo dello scritto di Travaglio e’ che il governo Monti fa schifo, e che PD= PdL menoelle, e che tutti erano vestiti benissimo ma con roba “vecchia”, e poi forse c’era anche aBbelluscone ma travestito da commendatore sudcoreano (ah, ah, la battutona!). Lo spettacolo? Si…deludente… scialbo… Ma era poi cosi’ importante, parlare del “Don Giovanni” se c’era la possibilita’ di spalare guano di Sula piediazzurri su Monti, Napolitano, il PD e il resto del mondo, e di riesumare alla cazzo di cane la salma di Silvio[1]? E poi, devono aver detto a Marco che non c’e’ stato verso di vedere un paio di tette o un culo. E quindi: a che pro scrivere sul “Don Giovanni”, eh?

Ma lascio la chiosa a questo strepitoso pezzo di Filippo Facci, sempre sullo stesso argomento. Facci e’ un genio 🙂

 

[1]: a proposito di salme, ritrovata la bara E la salma di Mike Bongiorno. Ci starebbe quasi la battuta cinica (“Allegriaaa!!”), ma mi astengo.

 

Barney

Ma ‘ste Femen, chi minchia sono?

Ogni par di giorni escono fuori servizi su questo sedicente gruppo di femministe ucraine (mi spiace, ma mi viene sempre da pensare che “femministe ucraine” e’ un ossimoro, un po’ come “suore pornostar”) che, con le puppe al vento, manifestano per i motivi piu’ vari ed eventuali.

L’altro giorno, per dire, erano a Roma, e non si son fatte mancare ne’ i festeggiamenti per la caduta del nanetto di Arcore (anche se devo dire che “Silvio fuck you” come cartello e’ -come dire?- un po’ abusato…), ne’ la comparsata in topless in Piazza San Pietro, che fa tanto Auditel e arrivo immediato di sbavanti guardie svizzere travestite da vigili romani, o viceversa.

Insomma, delle peperine che si infilano dappertutto, e dappertutto sventolano i loro corpicini (semi)nudi.

Poi, vai sul loro sito e scopri che sono in tour in tutta Europa!

E allora ti chiedi: in tour, va bene. Ci vanno anche Giggidalessio e Vascobossi.

Ma le Femen, in tour, che vanno a fare? A sventolare le tette a Voralberg, Austria? E poi dove caspita sarebbe, Voralberg?

Ma soprattutto (o soprattetta): quando sono passate da Monza, han mica fatto un passaggino agli uffici dei Ministeri del Nord, eh? E il trota, quel giorno, dove cazzo era?

Barney