“Tappa”, nel titolo, è il toscanismo per “chiudi” (ma potrebbe anche essere una esortazione a giocare un paio di Terre a Magic, chissà?).
Mi riferisco alla moda oramai imperversante di appiccicare un post-it o comunque una pecetta sulla camera e sul microfono del PC, così che un hacker malintenzionato non possa prendere da remoto possesso delle tue periferiche e spiarti mentre ti pulisci i denti dopo pranzo. Addirittura esistono linee guida aziendali che lo consigliano-lo impongono. Non so come funziona dove lavoro, e mi importa il giusto in questo caso, ma ho colleghi che lo fanno credendo di proteggere la propria privacy, non ho ancora capito contro cosa: un attacco dall’esterno su un PC aziendale non si limiterebbe al controllo della telecamera, e i controlli interni hanno poteri assoluti su tutto quel che passa sul tuo PC, figurati se si mettono a guardare la webcam…
Molte delle persone con la pecetta sulla webcam le ritrovo poi a partecipare ai peggio giochini su Facebook: chi saresti stato se fossi nato nel medioevo, a quale star del cinema somigli, come sarai tra trent’anni, e via andare. Tutti passatempi innocui, che però cominciano sempre con un “devi loggarti, puoi farlo con il tuo account Facebook. Mi dai il controllo del tuo account? Grazie, eh?“. Tu giochi, pubblichi il risultato, un amico ci clicca e vuole sapere anche lui a quale campione di biliardo somiglia, e così via. E queste sono le cose “innocue”, i passatempi che ci sono nei periodi normali.
Durante le elezioni può succedere che -al posto di scoprire quale grande condottiero del passato fosse imparentato cor budello di tu mà vestito da pirata- ti venga proposto un quizzettino per decidere da che parte dello schieramento stai. E parte il clicca e condividi a tema, con grafici quasi sempre uguali anche se fatti da uno di destra e uno di sinistra, come l’oroscopo di tre dei dodici (credo siano dodici, giuro che non lo so) segni zodiacali presi a caso in un qualsiasi giorno della settimana.
Quanto questi dati possano (possano, nel senso che vanno saputi leggere. Io non me ne farei una ceppa, chiaramente) essere interessanti in molti l’hanno scoperto tra venerdì e oggi, venendo a conoscenza dello scandalo Cambridge Analytica (CA, per inciso: interessante che Google dia il link all’azienda come DECIMO risultato, oggi…) e del crollo conseguente di Facebook in borsa (ha perso in una giornata più dell’8% del suo valore).
La storia di CA è certamente esagerata dai media (no: non ha fatto vincere Trump, e no: non ha fatto vincere il “leave” al referendum sulla Brexit), ma avere per le mani decine di milioni di profili personali (si, personali. Di gente che ha cliccato sul giochino psicologico su Fb e ha volontariamente permesso a CA di entrare in possesso dei suoi dati) non è una cosa da buttare via, oggi come oggi. Se poi si è abbastanza spregiudicati da venderli, questi profili personali, si troverà sempre qualcuno disposto a spendere anche molti soldi per avere la certezza di titillare il giusto interesse nell’utente giusto al momento giusto.
Dispiace che quasi la totalità dei commenti su questo episodio -non ve li linko, ce ne sono miliardi- sia diviso in due grossi filoni, che potremmo chiamare “desinistra” (CA ha fatto vincere Trump, Fb è cattiva, moriremo tutti) e “dedestra” (i dati di CA non servono a nulla, Trump avrebbe vinto anche da morto contro la Clinton, nessuno può fare nulla di sensato con questi dati che non hanno alcun valore, morirete tutti).
Dispiace sia perché la verità non è né dedestra né desinistra, sia perché invece si dovrebbe parlare di un altro aspetto: la facilità con la quale -spesso ignari delle conseguenze- forniamo senza pensarci a qualcuno che manco conosciamo una serie di informazioni che la nostra webcam non sarebbe in grado di tirare fuori neanche in dieci mesi.
Io staccherei la pecetta e farei più attenzione al cursore del mouse, insomma.
Barney