Archivi tag: Siberia

Filosofia da muro #106 (hat trick: pendolante)

Un altro reperto di graffito che mi ha spedito Katia “Pendolante“, direttamente dalla latrina di una stazione emiliana, che mostra alcune cose.

Intanto la scritta:

ibernati

Allora: se quello e’ davvero un muro d’un bagno di una stazione, chapeau alla stazione e ai frequentatori del bagno.

Anche la grafia e’ bella sfarfallante: un misto di maiuscole, corsivi, script che paiono messi a casaccio e che datano la mano piu’ d’una carta di identita’ (direi tra i diciotto e i ventitre’ anni).

Infine, la chiosa del ragionamento-protesta per la modalita’ digitale di azionamento dell’aria condizionata nei carri bestiam treni regionali per pendolari (acceso, modalita’ “Siberia”, o spento. Tertium non datur), che non so quanto consciamente si presta a una doppia lettura “ibernati” – “i Bernati“, con la seconda a dare finalmente un nome a questa razza di viaggiatori nomadi che -in pieno agosto- sortono fuori dalle tradotte a tranci, come i merluzzi.

Per la musica non ci si puo’ sbagliare: i Diaframma nella formazione originale, con Sassolini alla voce e Fiumani “solo” alla chitarra. E il pezzo e’ -ovviamente- “Siberia”. Mimato in una squallida stazion trasmissione televisiva di piu’ di trent’anni fa.

 

 

Barney

La stessa, ma diversa

M’e’ venuto in mente sabato sera, mentre ero a sentire Federico Fiumani in splendida forma con i suoi Diaframma (il nome e’ lo stesso di trent’anni fa, i compagni di viaggio tutti diversi, la musica sempre quella, bellissima e inarrivabile per i cloni tutti uguali che oggi escono dai vari talent show), che ci sono molti brani con titoli simili o addirittura identici, suonati da tizi totalmente differenti, che raccontano storie diametralmente opposte.

Il pezzo che ha fatto scattare la molla nella mia testa (e che spiega come se avessi continuato ad andare dalla strizzacervelli forse oggi sarei messo meglio. O forse no, chissa’…) e’ stato il terzo del trittico classico d’apertura: “Siberia“, brano che lancio’ il gruppo decenni fa, la bellissima “Gennaio” e infine “Agosto“, chiaramente. Eccovela qua, un twist cazzone sulle ferie passate in casa con duemila giornali porno, a studiare le posizioni che Fiumani non conosce, che sono cosi’ tante:

C’e’ almeno un’altra “Agosto” che conosco (pero’ sono tante le canzoni che io non conosco, mi chiudero’ in casa con duemila copie di “Rolling Stone”, l’agosto prossimo), quella dei Perturbazione. Che sicuramente ho gia’ passato su queste frequenze, perche’ mi piace il pezzo e mi piace moltissimo il video. La canzone in realta’ ha sotto sotto lo stesso tono malinconico di quella dei Diaframma, si capisce che agosto e’ il mese piu’ freddo dell’anno per Tommaso Cerasuolo perche’ il mese s’affaccia su un cuore malato, e’ tutto ghiacciato anche se siamo nell’emisfero sbagliato. Malinconica come l’altra “Agosto”, pero’ qui l’approccio e’ cupo e triste, e non ci si ride addosso come fa Fiumani (che e’ veramente un personaggione, un lupo solitario anarchico e indifferente al mondo). Il video e’ -l’ho gia’ detto?- d’una dolcezza infinita e fa un po’ a cazzotti con il clima del pezzo:

Che volevo dire?

Nulla, per carita’.

Magari che il diverso agosto di Fiumani e Cerasuolo riflette anche le differenze di due generazioni, con ciascuna una sensibilita’ diversa ma non migliore o peggiore dell’altra. Diverse, ma uguali insomma.

Pero’ se all’omino del mio cervello viene in mente un altro paio di esempi, potrei inaugurare un’altra rubrica a cadenza rigorosamente casuale…

Barney

In fondo, suona. Livorno Music Awards 2015

“In fondo, suona” e’ un libro dell’anno scorso che racconta trent’anni di musica a Livorno. L’ho comperato alla scorsa edizione dei Livorno Music Awards, che detta cosi’ sembra la sagra del tortello col ragu’ d’orso di Bergamo Alta, e invece e’ una serata di gran bella musica -che coincide con la chiusura estiva del Cage Theatre almeno per quel che riguarda le serate del sabato-. Il Cage e’ un posto da vivere, se vi capita di essere in zona nelle fredde serate invernali o in quelle primaverili, ma questo ve l’ho gia’ detto millanta volte.

Anche il libro sarebbe da leggere, c’e’ addirittura sulla Feltrinelli online e penso sia una bella lettura anche per chi non e’ cresciuto a pane e Bobo Rondelli, con le chitarre dei Cappanera e i testi dei Virginiana Miller.

Ma sarebbe la scena musicale livornese a dover essere esplorata a fondo: grazie ad un meltin pot che si perpetra da secoli (e alla vicina base NATO di Camp Darby), Livorno e’ quel che per gli USA e’ stata Seattle. Per intenderci: a Livorno, musicalmente parlando, Milano gli fa una pippa.

Cerchero’ di convincervi con un po’ di protagonisti della serata di sabato. Iniziamo con roba che non ascolto mai: musica elettronica. Questo qua sotto e’ un progetto di due livornesi emigrati a Berlino, uno fa il DJ e mixa le composizioni al piano dell’altro:

Questo invece e’ Jackf, alias Carlo Bosco, che si e’ esibito dal vivo con il supporto di una cantante -ovviamente- livornese bravissima, Elisa Arcamone. Sempre elettronica lounge, direi:

Questi qua sotto sono giovanissimi, ma molto, molto bravi: i Siberia (diceva il presentatore che il nome deriva da “L’educazione siberiana”, io speravo fosse un omaggio a Fiumani…). Un po’ troppo Vasco Brondi forse, ma secondo me son molto meglio dal punto di vista dei testi.

[Come potete vedere, il loro set e’ stato interrotto prima dell’ultimo pezzo dal batterista che s’e’ alzato, e’ andato al microfono ed ha dedicato l’ultimo pezzo alla nonna, venuta appositamente da Roma per sentirlo suonare].

Livorno e’ piena anche di ottimi videomaker, a cominciare dai fratelli Bruciati e finendo con Ambra Lunardi vincitrice del premio “miglior video 2015”, che mi permette di presentare i Mandrake, altra notevole band labronica che canta in inglese e fa pop rock di livello, altro che Amici e X-Factor:

Miglior album livornese del 2015 e’ stato votato “Believe nothing” dei Bad Love Experience, una band che fa parte della “vecchia guardia”:

Evito di andare troppo avanti perche’ altrimenti non la finisco piu’, pero’ non posso non segnalare il canale Youtube “Livorno Acoustics“, che raccoglie i frutti dell’omonimo progetto, ovvero una serie di performance di artisti locali che cantano unplugged in luoghi della citta’ che meriterebbero un recupero o una valorizzazione. Qua sotto ancora i Siberia a villa Maurogordato:

Questa invece e’ Frances Manteri Farmer fuori dalla ex fabbrica Pirelli:

Il progetto prevede una intervista a ciascun artista e un backstage fotografico veramente interessante. La parte “non sui social” e’ qua, il resto su faccialibro (credo).

Barney

Lumiere, Pisa: Diaframma (12 gennaio 2014)

Fiumani e’ arrivato sul palco in orario quasi perfetto, in sordina; ha piantato il jack nella chitarra e tre secondi dopo i Diaframma gia’ suonavano come trent’anni fa.  Durante il concerto il frontman della band fiorentina ha detto cinque “grazie”, due “buonanotte” di cui l’ultimo trasformato in “buonasera” vista l’ora da aperitivo, ha presentato i tre che adesso lo accompagnano sul palco e -alla fine- ha chiesto al pubblico che riempiva il Lumiere di comperare il disco e sostenere la musica italiana indipendente.

Nel mezzo han suonato tutti i classici dei Diaframma, piu’ parecchi pezzi del nuovo album “Preso nel vortice”, bel disco davvero, senza soluzione di continuita’, con la gente che pogava sotto al palco.

Siberia, Gennaio, Labbra blu, Diamante grezzo, Io amo lei, Blu petrolio… E una versione di Vaiano splendida, con Fiumani che a cinquantacinque anni somiglia sempre piu’ a David Byrne, che suona la sua Telecaster con talento e ruvidezza, che -soprattutto- si soffia il ciuffo ribelle via dagli occhi come solo lui sa fare.

Chi non c’e’ stato ha perso un gran bel concerto.

 

Io c’ero…

 

 

Barney