Ancora Pendolante, da Reggio Emilia, a fornire questa scritta in bella calligrafia su muro cittadino:
Siamo nel campo delle citazioni di quella che adesso si chiama “musica”, ovvero persone che escono da talent a caso, o -come per l’autore di questi versi- vivono di visualizzazioni su Youtube. Contate a milioni. Il musicista e’ tal Carl Brave, qua assieme a talaltro Franco 126 che performano “Sempre in 2”, attualmente visto 4 milioni e 292 mila volte e che non sara’ la colonna sonora del pezzo, sappiatelo sin d’ora. I due sono rapper romani, per chi fosse appassionato al genere.
Oltre alla bella mano che ha riportato una strofa della canzone, la foto cela una aggiunta quasi invisibile, in minuscole lettere rosse.
No, non il “Ti amo, Marco” a destra, a sormontare un cuore pure rosso che sta sbiadendo come la dichiarazione (chissa’ se lo ama ancora, quel Marco…).
Parlo di quella specie di rebus che inframmezza con una qualche logica che al momento mi sfugge la parola “intera”.
Se ingrandite potete osservare una “H” tra la “T” e la “E”, una “E” piccola che fa da apice alla stessa “E” di prima, ed infine una “Y” tra la “R” e la “A”.
A unire i puntini verrebbe fuori THEERYA, THE ERYA, o addirittura IN THE ERYA. Google mi informa che Erya e’ il piu’ vecchio dizionario cinese, e questo -ve ne fosse bisogno- ammanta di oscuri significati il tutto.
La composizione e’ firmata .17, che potrebbe essere dot17 inteso come nickname, o un calibro da fucile, o chissa’ cos’altro.
Molto bella la foto in se: il muro, le bici, lo scorcio di via a sinistra, il tubo nero ad interrompere lo scatto a destra, il cartello stradale da cui si intuisce che quella strada e’ a senso unico. Forse.
Questo brano ha 475 visualizzazioni e basta, sul Tubo. Mia figlia direbbe che la conosco solo io, ma questa in realta’ la conosce anche lei, perche’ e’ la mia sveglia mattutina.
M’e’ venuto in mente sabato sera, mentre ero a sentire Federico Fiumani in splendida forma con i suoi Diaframma (il nome e’ lo stesso di trent’anni fa, i compagni di viaggio tutti diversi, la musica sempre quella, bellissima e inarrivabile per i cloni tutti uguali che oggi escono dai vari talent show), che ci sono molti brani con titoli simili o addirittura identici, suonati da tizi totalmente differenti, che raccontano storie diametralmente opposte.
Il pezzo che ha fatto scattare la molla nella mia testa (e che spiega come se avessi continuato ad andare dalla strizzacervelli forse oggi sarei messo meglio. O forse no, chissa’…) e’ stato il terzo del trittico classico d’apertura: “Siberia“, brano che lancio’ il gruppo decenni fa, la bellissima “Gennaio” e infine “Agosto“, chiaramente. Eccovela qua, un twist cazzone sulle ferie passate in casa con duemila giornali porno, a studiare le posizioni che Fiumani non conosce, che sono cosi’ tante:
C’e’ almeno un’altra “Agosto” che conosco (pero’ sono tante le canzoni che io non conosco, mi chiudero’ in casa con duemila copie di “Rolling Stone”, l’agosto prossimo), quella dei Perturbazione. Che sicuramente ho gia’ passato su queste frequenze, perche’ mi piace il pezzo e mi piace moltissimo il video. La canzone in realta’ ha sotto sotto lo stesso tono malinconico di quella dei Diaframma, si capisce che agosto e’ il mese piu’ freddo dell’anno per Tommaso Cerasuolo perche’ il mese s’affaccia su un cuore malato, e’ tutto ghiacciato anche se siamo nell’emisfero sbagliato. Malinconica come l’altra “Agosto”, pero’ qui l’approccio e’ cupo e triste, e non ci si ride addosso come fa Fiumani (che e’ veramente un personaggione, un lupo solitario anarchico e indifferente al mondo). Il video e’ -l’ho gia’ detto?- d’una dolcezza infinita e fa un po’ a cazzotti con il clima del pezzo:
Che volevo dire?
Nulla, per carita’.
Magari che il diverso agosto di Fiumani e Cerasuolo riflette anche le differenze di due generazioni, con ciascuna una sensibilita’ diversa ma non migliore o peggiore dell’altra. Diverse, ma uguali insomma.
Pero’ se all’omino del mio cervello viene in mente un altro paio di esempi, potrei inaugurare un’altra rubrica a cadenza rigorosamente casuale…
avete trinciato gomme a caso davanti alla sala del concerto,
e chessiccome il caso non esiste, avete beccato anche una certa macchina
sulla quale avrei dovuto tornare a casa anche io, dopo avere perlappunto sentito il concerto.
Che concerto era?
Che, ora vi interessa?
Erano i Perturbazione, testine.
Di cazzo, sia chiaro. Ma non divaghiamo.
E dunque… dove s’era rimasti? Ah, ok.
…dopo avere perlappunto sentito il concerto. Massiccome le vostre testine di cazzo
c’avevan tagliato le gomme, e le avevano pure tagliate ai pulmino della band
e ad altre macchine a caso
(che pero’ s’e’ detto che non esiste)
siccome due ruote (o ròte) erano proprio a terra,
a forza di moccoli e di simpatici discorsi sulle vostre mamme
(no, nulla di che: si diceva che di sicuro a casa vostra le ghiande non mancano, e che tra le vostre mamme e gli scogli di Calafuria e’ sicuramente una bella gara a chi ha preso piu’ schizzi…)
s’e’ messa la macchina da una parte e s’e’ chiamato il tassi’.
Alle duemmezzo di notte.
Maremmamajala. Anzi: stramajala.
E allora, care testine di cazzo,
(chemmagari voi l’avete fatto perche’ siete tifosi dello sportdimmerda, e siccome il Livorno aveva perso dal Torino, e i Perturbazione son di Torino… ecco il ragionamento dei vostri cervelli pieni di guano di tacchino)
io non vi minaccio (che mi son guardato allo specchio, prima),
pero’ vi mando in culo a voi e ai budelli delle vostre mammine,
parlandone come se fossero persone note,
(fatto di cui tendo a non essere sicurissimo, visti i discorsi sulle ghiande e sugli scogli di poco sopra).
Un anno che per altri aspetti s’e’ rivelato di merda ha invece sfornato dei gran bei dischi.
Per me, senza stare a farla tanto lunga, il miglior CD dell’anno e’…
…
“Push the sky away“, di Mr. Nick Cave. Il disco racchiude perle sublimi come “Higgs Boson Blues“, o “Jubilee Street“, e riesce a mantenersi a livelli eccellenti in tutte le tracce. Senza esagerare, un fottutissimo capolavoro. E siccome ho avuto la fortuna di sentirlo suonare dal vivo, un doppio strafottuto capolavoro. Il primo brano e’ “We no who UR“, testo splendido:
Al secondo posto ci infilo percontratto “Venga il regno“, che in realta’ e’ un disco buono ma non ai livelli di “Gelaterie sconsacrate”, o di “La verita’ sul tennis”. Si parla di Virginiana Miller, ovviamente. Il CD ha alcuni pezzi notevoli, ma suona senza dubbio meglio dal vivo: i virginiani hanno affinato la performance live man mano (ho assistito al secondo e all’ultimo dei concerti del 2013, piu’ un paio nel mezzo tanto per gradire, acustici e elettrificati), sino a dare alla musica di “Venga il regno” una sonorita’ compiuta e profonda, spesso differente da quella della beta version sul disco. Qua sotto il video ufficiale di “Lettera di San Paolo agli operai“, che e’ anche in tema natalizio, e che nel concerto di un par di settimane fa a Pisa ha aperto le danze proiettato sull’ex-schermo cinematografico del Lumière, con la band che si e’ accodata in fondo per chiudere il brano con tonalita’ distorte e cattive (l’ho detto: van sentiti dal vivo…):
Terzi -o secondi ex aequo, as you prefer- i torinesi Perturbazione con “Musica x“, sesto disco del gruppo piemontese e gran bel CD. Se cercate nei post precedenti trovate molte delle tracce di Musica x, un disco secondo me piu’ rockeggiante rispetto alla precedente produzione (raramente -per dire- si apprezza il violoncello di Elena Diana), ma con musiche e testi molto, molto belli. Questa qua sotto, che chiude il disco (che ha una distribuzione pessima, lo si sappia… Vi conviene cercare i loro concerti e acquistare direttamente da loro) e’ “Legàmi“:
Quarti, dopo un paio di dischi mediamente loffi, i Pearl Jam con “Lightning Bolt“. Suono duro e massiccio almeno in un terzo dei pezzi (e questo non succedeva da parecchio in un disco dei ragazzi di Seattle), ballate rock cantate e suonate da par loro per il resto… Un CD che aspettavo ancora meglio dopo l’uscita del singolo “Mind your manners”, ma direi che li abbiamo ritrovati. Qua una ballatona che esalta la voce calda di Vedder, “Sirens“, nel frattempo sto progettando seriamente una gita in Germania per andarli a sentire a giugno (piuttosto che pagare gli strozzini italiani, preferisco Berlino):
Al quinto posto io e l’omino del mio cervello mettiamo “Il testamento“, coraggioso disco solista di Andrea Appino (il cantante degli Zen Circus). E’ un disco da ascoltare -se lo si trova…- perche’ il ragazzo s’e’ impegnato e ha tirato fuori qualcosa che c’entra molto poco con la musica della sua band, che ha velleita’ “alte” nei testi e nelle evocazioni, e riesce tutto sommato benissimo in questi due punti cruciali. L’ispirazione per il lavoro e’ stato il suicidio di Mario Monicelli, ma parecchi brani sono autobiografici e molto pesanti. Ce ne fossero, di dischi cosi’… Eccovi la durissima “I giorni della merla”:
Al sesto posto infilo “MVB” dei redivivi My Bloody Valentine. Lo shoegaze non mi entusiasma, ma questo disco ha i primi tre pezzi che sono adattissimi ad essere ascoltati mentre si lavora (almeno, a me riesce benissimo lavorare con i MBV in sottofondo), quindi hanno rappresentato una colonna sonora costante in parecchie delle mie giornate lavorative. E questo forse puo’ spiegare molte cose (e se vi dico che l’altra costante della mia colonna sonora lavorativa sono i Fugazi, allora si spiega tutto…). Questa e’ la seconda traccia del disco, Only tomorrow:
Lascio fuori il nuovo disco di David Bowie semplicemente perche’ non l’ho comperato ne’ ascoltato (probabilmente saro’ frustato sulla pubblica piazza), tutto il resto mettetecelo voi nei commenti, se volete 🙂
Passiamo la prima meta’ della nostra vita a pensare di essere immortali, la seconda a convincerci che la morte -in fondo- non e’ tutta ‘sta gran cosa. Si, va bene: e’ definitiva, ma e’ una certezza.
Ora, a costo di copiare madame T., devo obbligatoriamente ri-passare i Perturbazione.
Prima di parlare del concerto, meritano due parole di presentazione sia il luogo sia l’ora.
Il luogo e’ il Lumière, a Pisa, in un vicoletto dietro ai lungarni, vicino alla Sapienza. Il posto -si intuisce dal nome- era un cinema, e (per alimentare ulteriormente il mito) era un cinema porno, come ci ha ricordato Andrea Appino qualche settimana fa. Adesso e’ un centro culturale in cui si puo’ mangiare, bere e ascoltare musica stando in una sala cinematografica che in parte ha mantenuto la sua identita’, in parte e’ spazio vuoto per ballare sotto il palco. Bello, davvero; soprattutto se penso a cosa son diventati i due cinema che qui a Lucca hanno chiuso i battenti in anni non remotissimi. Il glorioso teatro Pantera, in pienissimo centro storico, e’ adesso una mostruosa profumeria che appesta l’adiacente via Fillungo a tutte le ore del giorno e della notte; il cinema Mignon, quello a luci rosse, e’ stato trasformato in appartamenti di extra lusso. E vaffanculo alla cultura, che qua contano solo i soldi…
L’ora era un preserale domenicale, dalle 18 in poi. Come ha ricordato Tommaso Cerasuolo (il cantante dei Perturbazione) e’ un’orario che permette una cena ed un eventuale dopocena in tutta tranquillita’: per una domenica che prelude ad una nuova settimana di lavoro e’ l’ideale.
Il concerto: il gruppo torinese si e’ presentato in una formazione che fa a meno di basso e batteria, e si appoggia sulle chitarre acustiche e sul violoncello di Elena Diana (molto valorizzato dal contesto). Il set ha coperto molto dell’ultimo album dei Perturbazione, “Musica x”, ma ha anche spaziato all’indietro cogliendo a piene mani dai precedenti lavori. A me e’ piaciuto parecchio anche il taglio raccolto e quasi intimista della musica. Qua sotto “Tutta la vita davanti” live per radio RAI, pero’ senza violoncello 🙂
Dopo due bis, il cantante e’ scappato nei camerini per recuperare il trolley dove aveva dischi e magliette da vendere dopo il concerto. Roba d’altri tempi, roba che non sa assolutamente di plastica e metallo, ma di sangue e sudore. E di musica.
Tra le notizie che mi trovo a leggere al ritorno in Italia c’e’ la bocciatura da parte della Consulta della Calderolata, o Porcellum, o troiaio con premio di maggioranza bulgaro. Insomma, della legge elettorale con la quale noi toscani votiamo da decenni, e voi italiani da qualche anno in meno (si sappia insomma che i maggiori colpevoli del Porcellum sono i DS-PD toscani…).
Toh, e’ esattamente la stessa cosa che penso io, ma non perche’ sono esperto: semplicemente perche’ basta leggere mezza pagina di roba scritta da questo santone moderno per capire che siamo di fronte al nuovo guaritore miracoloso che promette ma non mantiene (per dirla con la Poetessa Ambra Angioini). E perche’ applicare alla scienza gli stessi principi della giustizia e’ sia idiota che sbagliato. La scienza ha le sue regole fredde, meccaniche, precise: basate su ipotesi e rigorose prove di verifica. E non tutte le ipotesi iniziali hanno la stessa dignita’, ne’ si puo’ predendere che le teorie nuove vengano accettate senza test indipendenti.
Non so cosa avesse in mente il TAR del Lazio quando ha dichiarato che il comitato doveva essere imparziale: avrebbero dovuto esserci dentro Wanna Marchi, Il Mago Do Nascimento, Andrea “Fuffa Fredda” Rossi, Paperoga, un tronista, Rintintin, i Fichidindia? A chi stracazzo pensavano i giudici del TAR del Lazio, quando hanno emesso la sentenza? Non mi si dica “ai poveri malati senza cure e senza speranza, che adesso almeno la speranza ce l’hanno”, perche’ altrimenti parte la serqua di moccoli.
Ma siamo sempre li’: ancora una volta abbiamo la prova che uno dei problemi enormi di questo paese e’ l’ignoranza scientifica, che alimenta facili focolai di creduloneria e talebanesimo religioso, di ricerca del miracolo, della speranza.
Leggete anche il bel pezzo di Matteo “Freddy Nietzsche” Bordone, che coglie molti altri aspetti del problema-Stamina, a partire dal supporto dato su sole basi emotive da personaggi del mondo dello spettacolo che bene farebbero a starsene zitti, in parecchi casi.
Come spesso accade da noi, il maggiore colpevole per avere trasformato un santone di provincia in un caso nazionale e’ la televisione. Non lo trovo -per l’ennesima volta- per nulla strano, anzi.
La fine e’ affidata casualmente ai Perturbazione: anche questa e’ Sparta…
Ma cosa c'è dentro un libro? Di solito ci sono delle parole che, se fossero messe tutte in fila su una riga sola, questa riga sarebbe lunga chilometri e per leggerla bisognerebbe camminare molto. (Bruno Munari)