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Due o tre cose a caso

Molti sono stupiti dalla vittoria elettorale delle destre (e in particolare della Lega) in Toscana. In effetti, fa un po’ impressione vedere che gli unici due capoluoghi di provincia ancora gestiti dalla sinistra sono Firenze e Lucca, la mia città, il proverbiale feudo bianco in una regione altrimenti rossa di appena vent’anni fa.

Mi vengono in mente un paio di riflessioni a caldo, su quel che la gente ha deciso ieri. La prima ed evidente è il crollo verticale del partito che non c’è più: il PD, incapace di liberarsi dell’ingombrante cadavere politico di Renzi e del tutto avulso dalle dinamiche sociali ha perso dappertutto et pour cause. Il motivo principale della sconfitta non è (leggete il labiale) l’invasione degli immigrati, né l’aumento di furti e rapine negli appartamenti. Non sono i campi nomadi, né la crisi economica che porta ogni giorno aziende e botteghe alla chiusura. Intendiamoci: non è che quelli non siano problemi, semplicemente secondo me non sono la causa scatenante della fuga degli elettori. Penso invece che la partita del governo locale la si sia iniziata a perdere da qualche lustro, da quando i burocrati fiorentini qua in Toscana e i capopartito a Roma si sono dimenticati di quello che una volta era il compito principale del politico: ascoltare gli elettori e dare risposte ai loro problemi.

Da anni oramai le primarie si sono trasformate in imposizioni di candidature dall’alto, cui sempre più spesso rispondevano candidature locali che perdevano lo scontro delle tessere e si rifugiavano in liste civiche. Da tempo le primarie erano una farsa, diciamolo chiaramente: un teatrino che serviva solo a giustificare l’esistenza dell’apparato di partito e nulla più.

Il risultato finale è stato un decennio e più di amministratori del tutto alieni dal territorio che erano chiamati a governare, il che ha fatto imbestialire gli elettori sia per l’ovvio motivo di sentirsi presi per il culo dai capi fiorentini, sia perché se non conosci il territorio non puoi dare le risposte che il territorio chiede. E spesso quelle risposte -diciamolo chiaramente- erano l’assunzione del giovane disoccupato alla municipalizzata, il favore fatto all’amico dell’amico che aveva tirato su la tettoia senza permessi, i contributi alla festa del ranocchio fritto… cosette del genere, che però hanno cementato negli anni il legame tra chi il potere lo esercitava e chi doveva scegliere da chi farsi dirigere. Siena è un esempio lampante: una città che letteralmente viveva di una banca, fintanto che la banca è andata in mano a gente che con Siena aveva un rapporto inesistente, interessata solo ai soldi e non alla città. E quella gente non ce l’ho messa io al Monte dei Paschi, né Salvini: l’ha decisa il PD romano e fiorentino.

Oh, non è che la Lega faccia qualcosa di diverso in Lombardia e in Veneto, anzi. Ed è esattamente per questo che continua ad avanzare: perché fa oggi quello che il PD faceva anni fa: lavora (anche) per il territorio, non solo per rafforzare la posizione del boiardo di turno in consiglio regionale.

Al di là delle false moralità, cose del genere ci sono dappertutto e sono funzionali sia al rafforzamento della posizione elettorale, sia all’economia della zona (a patto che i beneficiati non siano solo i trombati alle varie tornate elettorali ovviamente, e a patto che non si mettano tutti i raccomandati in posizioni manageriali, perché le strade vanno asfaltate -per dire-, i vigili urbani servono, i comuni han bisogno di dipendenti. Non di Dirigenti e sottoDirigenti, però: di quelli ne bastano un paio bravi).

Torniamo a noi.

A Pisa stamani tutti gli elettori di Conti (e Conti stesso, il neo-sindaco) esultavano e promettevano “sicurezza” e “legalità” credo da domattina (in realtà credo che sia domattina che per un bel po’ continuerò a vedere stuoli di spacciatori alla Stazione Centrale: d’altro canto la domanda di merce è elevata, e i clienti sono italiani…), sono sicuro che tra qualche mese i veri problemi -le botteghe che chiudono, i capannoni sfitti, le aziende in cassa integrazione…- verranno fuori, e anche se per un paio di volte li si rintuzzerà dando la colpa ai negri e agli zingari, prima o poi nessuno -anche chi ha votato Conti- ci crederà più di tanto.

Ho sentito a un TG guardato per sbaglio un senese intervistato, che ha detto con la faccia raggiante: “Era l’ora, erano qua da vent’anni”, un concetto che si può tradurre con: “Ho chiesto tante volte anche io un aiuto al PD, che mi ha sempre sputato in faccia probabilmente perché ero della corrente sbagliata. Vediamo se a questo giro questi qua nuovi mi fanno avere qualcosa”. Un’idea che -ripetiamolo per i benpensanti- non mi perplette né mi schifa più di tanto, visto che si, la politica è il governo del bene comune, ma è meglio iniziare dal mio bene, no?

Che succederà, ora, a sinistra?

E che volete che succeda? Nell’improbabile ipotesi che la classe dirigente capisca la situazione, la risposta adeguata sarebbe l’autoesilio in qualche comune fricchettona sugli Appennini ToscoEmiliani. Cui dovrebbe far seguito l’ascesa di non so bene chi a dettare nuovi indirizzi e traguardi radiosi. Probabile come una scala reale servita di mano contro un poker d’assi… In realtà le tredici correnti attuali si spartiranno lo zerovirgola necessario a superare lo sbarramento del 4% alla prossima tornata elettorale, e le poltrone alle poche municipalizzate ancora sotto controllo.

E la destra (ossia: la Lega)?

Non v’è dubbio che Salvini è in grado di intercettare i malumori del paese, e di incanalarli attraverso letture semplicistiche su bersagli facili da individuare (“ha stato il negro!!!”, “zinghero rubabambini!!!”, “prima gli italiani!!!”, e via andare), che risultano l’ovvia risposta semplice (ma sbagliata) a problemi complessi. Meno ovvia è la sua capacità di andare oltre lo sparare ogni santo giorno cazzate a coppiole finché non diventan dispari, riportando sui social media con dovizia ed imperizia tali cazzate affinché l’attenzione dell’elettore sia concentrata sul particolare inutile invece che sul reale problema.

In ciò gli va dato atto che svolge il compito alla perfezione, altro che i tentativi di agenda setting del PD di qualche mese fa su temi per carità importanti ma del tutto avulsi dalla vita reale del contadino di Fauglia (le famiglie arcobaleno, il fine vita, lo ius soli…).

In attesa delle prossime elezioni politiche (non credo si andrà oltre metà 2019) non resta che dotarsi di birra e pop corn in abbondanza. Come sempre in questo paese, la situazione è grave ma non seria.

 

 

Barney

Indizi decisivi di come stanno veramente le cose (se le risate a ghigna da majale di sabato non vi non vi sono abbastate…)

Che l’elezione (anzi: la prima ri-elezione in settant’anni di storia repubblicana) di Giorgio Napolitano sia stata una mossa non furbissima, in molti lo pensavano gia’ da sabato.

Oggi e’ arrivata la conferma:

Il discorso più ineccepibile e straordinario che io abbia mai sentito in 20 anni“, ha commentato  Berlusconi. “In questo momento è il miglior presidente che potessimo avere“, ha aggiunto continuando a spiegare come Napolitano abbia “invitato a buttare a mare la parola ‘inciuci’: la politica è fatta di compromessi, mediazioni. Alleanze anche tra chi si trova su sponde opposte”, dettate “dalle esigenze del momento che comportano di superare le distanze“.

Se qualcosa e’ “straordinario” per Silvio Berlusconi, si puo’ star certi che non e’ “straordinario” per il resto del paese.

Toh, a futura memoria:

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Ora: che vi deve fa’ Silvio bbello, er disegnetto?

 

 

Barney

A futura memoria, perche’ nessuno dimentichi i motivi della sconfitta

Se a qualcuno puo’ venire il dubbio che sia uno scherzo o una trollata di qualche grillino, c’e’ la splendida pagina “Lo smacchiamo, lo smacchiamo” sul sito ufficiale del PD. Ecco uno screenshot:

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No, dico: almeno lo stratega che ha elaborato questa enorma vaccata si puo’ mandare in un Gulag, o lo si promuove subito a sottosegretario?

 

Barney

Okinawa, katane e seppuku

L’isola di Okinawa fu teatro di una delle piu’ sanguinose battaglie della seconda guerra mondiale. I giapponesi resistettero all’invasione americana per quasi tre mesi, e le vittime furono decine e decine di migliaia, da ambo le parti.

Alla fine, i Marines riuscirono a vincere, e a piantare la bandiera americana sulle macerie giapponesi.

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Ovviamente, la sconfitta di stasera non e’ dei giapponesi, ma di Pierluigi Bersani, pure lui in trincea da quasi due mesi, a resistere agli assalti pentastellati, destrodestrumani e anche provenienti da alleati traditori. Stasera Bersani non ce l’ha piu’ fatta: al quarto tentativo di quadrare il cerchio del Presidente della Repubblica, i suoi stessi uomini gli hanno bruciato l’ennesimo nome (Romano Prodi) venuto fuori da una consultazione mattutina che s’era risolta con la nomina di Prodi all’unanimita. S’e’ visto poi, poche ore dopo, come l’unanimita’ nascondesse un centinaio di franchi tiratori, che nel segreto dell’urna hanno preferito votare altro. Il che significa anche che Bersani non e’ piu’ il Presidente del Consiglio in pectore (non vedo con quale faccia avrebbe potuto ricevere un incarico da chicchessia…), e che quindi si tornera’ a votare a breve.

A me pare che in questa primavera che e’ scoppiata in ritardo (e che pare si assentera’ ancora, in questo fine settimana, per far di nuovo posto a freddo e pioggia) abbia portato alla disgregazione del principale partito della sinistra italiana. O, forse, ha semplicemente sancito che da qualche tempo la sinistra italiana non e’ piu’ rappresentata dalla politica del PD. O, ancora, che il PD non ha capito di cosa ha bisogno il paese nel 2013. O anche che la sinistra vive in un ambiente che non e’ la realta’ vissuta dalla stragrande maggioranza della popolazione. O un mix di questo e altro…

Resta da capire chi siano i Marines, nel Parlamento italiano di oggi. Chi ha piantato la sua bandiera sulle macerie del PD?

Berlusconi, che dopo avere rimontato con la classica campagna elettorale di promesse e demonizzazione dell’avversario adesso e’ dato addirittura vincente se si votasse domani?

Renzi, sconfitto dalla vecchia guardia del suo partito alle Primarie, ma vincente nell’immaginario collettivo del popolo, e impazientemente voglioso di giocarsi le sue carte sui tavoli “seri”?

Grillo, che continua a giocare a chi fa solo l’opposizione, e in questa situazione ha buon gioco a raccattare i suoi avversari con il cucchiaino?

Certamente, chi perde e’ il paese. Ma sospetto che a nessuno dei nostri politici -ne’ a destra, ne’ a sinistra- intressi piu’ di tanto se il paese si dissolve…

 

Barney

Gli ottopunti

E dopo una settimana buona di purgatorio (che le lumache le spurghi in minor tempo, a quanto si dice…), si riunisce il direttivo del PD a Roma, per partorire il programma da sottoporre all’interlocutore unico nella ricerca della fiducia governativa: Beppe “Chip Sottopelle” Grillo.

Il direttivo ha tirato fuori oggi la piattaforma programmatica, gli ottopunti che rappresentano la proposta (anzi, mi si perdoni: LA PROPOSTA) al M5*.

E noi (io e l’omino del mio cervello, as usual) li andiamo ad analizzare.

Punto UNO: Fuori dalla gabbia dell’austerita’. Obbravo Bersani: dopo avere votato tutti i provvedimenti del governo Monti, te ne esci fuori con l’inutilita’ di tirare troppo la cinghia, soprattutto quando chi ha la cinghia non mangia da tre settimane. Il governo italiano dovrebbe secondo questo documento “farsi protagonista attivo in Europa di una correzione delle politiche di stabilita’”. Eccellente, non fosse che per il fatto che l’Italia avra’ un governo in grado di chiedere nient’altro se non gli aiuti della BCE. Diciamo che apprezzo che ci siano arrivati, comunque. Dopo la banda (larga).

Punto DUE: misure urgenti sul fronte sociale e del lavoro. Oh, anche qua meglio tardi che mai. Con il 65% della popolazione che a fatica tira avanti, con la Cassa Integrazione che tutti i mesi sfonda record storici, con interi settori dei servizi pubblici che cadono letteralmente a pezzi, gia’ prendere atto di come siamo messi e’ buono. Poi pero’ leggo fuffa concentrata, e la strizzatina d’occhio a Beppe “Chip Sottopelle” con il “Programma per la banda larga e lo sviluppo dell’ICT”, il “Salario o compenso minimo per chi non ha copertura contrattuale”, l’ “Avvio della universalizzazione delle indennità di disoccupazione e introduzione di un reddito minimo d’inserimento”, poi ancora guardo se per caso (per caso…) vi fosse indicazione di una qualche copertura (no, sarebbe interessante sapere come si fa fronte agli impegni, vi pare?), e trovo il vuoto spinto. Grillatina con due olive.

Punto TRE: Riforma della politica e della vita pubblica. Gia’ il titolo mi provoca dei problemi di comprensione. Io capisco la prima parte, ma la seconda che vorrebbe significare? Vediamo il dettaglio… Dimezzamento parlamentari e cancellazione delle Province (si, son tutti d’accordo poi non lo fa nessuno, ma crediamoci forte, dai!), revisione degli emolumenti (vuol dire che vi tagliate gli stipendi? Bravi!), poi c’e’ un “Norme per il disboscamento di società pubbliche e miste pubblico-private” che capisco il senso, ma dillo con parole tue, Pierluigi, su! E mancano tutti i punti dei grillanti, per esempio il finanziamento pubblico ai partiti rimane, quindi il M5* non accettera’ mai. Fine dei giochi.

Punto QUATTRO: voltare pagina sui giustizia ed equita’. Che sarebbe: Legge sulla corruzione, sulla revisione della prescrizione, sul reato di autoriciclaggio, Norme efficaci sul falso in bilancio, sul voto di scambio e sul voto di scambio mafioso, Nuove norme sulle frodi fiscali. Tutto giusto ma assai vago, ad essere generosi. Fumus Persecutionis.

Punto CINQUE: Legge sui conflitti di interesse, sull’incandidabilità, l’ineleggibilità e sui doppi incarichi. Guarda, Bersani: sono vent’anni che ci provate. Io suggerisco di mollare il colpo, e aspettare che il tempo faccia il suo corso. Dopo che e’ morto Silvio, allora forse gn’aa farete. Bicameralisti.

Punto SEI: Economia verde e sviluppo sostenibile. Il riassunto di questo punto e’ “fuffa”. Fiat Fuffa.

Punto SETTE:  Prime norme sui diritti. Una botta a SEL, attraverso…”Norme sull’acquisto della cittadinanza per chi nasce in Italia da genitori stranieri e per minori nati in Italia, Norme sulle unioni civili di coppie omosessuali secondo i principi della legge tedesca che fa discendere effetti analoghi a quelli discendenti dal matrimonio e regola in modo specifico le responsabilità genitoriali, Legge contro il femminicidio”. L’ultimo punto e’ ovviamente del tutto sottoscrivibile, ma non capisco come si possa “vietare” il femminicidio per legge. Mi sfugge davvero. Vendoliano.

Punto OTTO: Istruzione e ricerca. Gia’ il fatto che questo sia l’ultimo dei punti a me non piace per nulla. Poi, non c’e’ NULLA per la ricerca: tutto incentrato sulla scuola. Elementare, Watson.

Ora, siamo un pelino sopra i venti punti di Beppe “Chip“, ma siamo ancora molto lontani da qualcosa che possa avere un reale impatto sul paese. A questo punto sono curioso di vedere come va a finire la storia; non so se ci sono i tempi tecnici per un voto a stretto giro di posta, altrimenti saremo nelle mani d’un governicchio tecnico che cerchera’ di fare approvare i diktat europei, poi di nuovo il voto in autunno.

Auguri a tutti, anche dai Pearl Jam e da Ben Harper (volevo mettere gli Otto Ohm, ma Youtube m’ha suggerito anche questa…).

 

Barney

Autopsia minima del voto

Iniziamo con una immagine, scattata lunedi’ scorso, che congela una previsione multipla di venerdi’ 22 febbraio.

Quel giorno, dopo pranzo, con alcuni colleghi abbiamo provato a tirare giu’ le nostre previsioni. Il risultato e’ quello che vedete (malissimo) qua sotto. Con un po’ di fantasia si leggono dei numeri. La prima colonna e’ la mia:

ImageHo sbagliato sensibilmente il PdL (meno due punti rispetto a quanto poi verificatosi) e Grillo (meno tre e mezzo rispetto al risultato vero). Ho poi cannato la percentuale che e’ andata a tutto il resto del mondo, che era rappresentato si da Ingroia e Fermare il Declino, ma pure da altre venti liste e listarelle che andavano dai fasci di Casa Pound, ai fasci fasci del Nuovo Movimento Sociale, ai fasci al cubo di Forza Nuova, ai Radicali e altri soggetti piu’ o meno pittoreschi. Li’ ho sbagliato di 5 punti, in eccesso: tutte le altre liste hanno raccattato il 5% contro la mia ipotesi del 10%.

Questi numeri, gli ultimi soprattutto, dicono subito una cosa: stavolta la gGente ha votato in massa non solo per i due poli classici di centro destra e centro sinistra, ma anche per un centro cattolico-ex fascista buonista e professorale (che pero’ ha raccolto molto meno del previsto) e soprattutto per il vero vincitore della contesa elettorale del febbraio 2013: Grillo e il suo Movimento 5 Stelle. E i voti al di fuori degli schieramenti classici si sono concentrati sul M5S e basta. La lista dei grillini ha raccolto consensi trasversali, coagulando una disaffezione ed un odio per la politica “vecchia” che non c’e’ nemmeno stato bisogno di attizzare piu’ di tanto, essendo cosi’ estesi incompetenza, malcostume, ladrerie, strafottenza e cialtronaggine nella politica italiana. Da tutti i lati, sia chiaro. Grillo e Casaleggio hanno semplicemente fatto leva su questo malcontento, presentando perfetti sconosciuti che -proprio per la loro ostentata verginita’ politica- non potevano essere uguali ai cialtroni di cui sopra. Almeno, non finche’ non lo si sia provato, ma all’inizio essi partono candidi come agnellini pasquali. Il resto e’ stato un programma che a chiamar “programma politico” ce ne vuole, e un copione sapientemente scritto da Casaleggio e recitato da Grillo in mille piazze italiane, con tempi e battute cronometrate. Una splendida operazione, che vede coinvolte molte persone volenterose e sinceramente convinte di poter fare bene in Parlamento. Cosa che io gli e mi auguro di cuore.

Una splendida descrizione dei grillini l’ho letta oggi non rammento dove, e la parafraso cosi’:

“non darei mai ad un grillino la gestione nemmen del mio condominio…   pero’ se si trattasse di fare le pulci all’amministratore di condominio, beh, non credo potrei trovare gente piu’ affidabile”.

Tradotto: per adesso i grillini sono un -potenzialmente benefico-strumento di controllo d’una politica malata, strumento che pero’ NON PUO’ ESSERE la cura. Un gillino allevia i sintomi, non rimuove l’infezione.

Una ulteriore prova di questa tesi l’ho trovata su Usenet. La discussione e’ tra un grillino entusiasta ed un ricercatore italiano che lavora all’Universita’ di Brema. Ecco un estratto del thread:

GRILLINO: quindi la colpa è del M5S che ha preso il 25% e non dei passati governi!
UNIBREMEN: Il nuovo che avanza. Hai appena eletto qualcuno per servire il paese. Si darebbe il caso che lo spread sia uno dei sui problemi. Non del passato, ma del PRESENTE. Se ne deve occupare il M5S oppure no?
GRILLINO: se ne devono occupare gli italiani……e a me sembra che gli italiani, per il 60% degli elettori, hanno detto che di queste cose se ne devono occupare PD e PDL, quindi tocca a loro….si facciano avanti e si prendano le responsabilita che gli elettori gli hanno assegnato.

Insomma: di governare, per adesso, manco a parlarne. Domani, si vedra’.

Il resto del commento, che s’e’ fatto tardi, si puo’ concentrare in poche frasi. Prima di tutto, Berlusconi ha di nuovo -ce ne fosse stato bisogno- dimostrato che e’ il miglior giocatore del mondo di “Campagna Elettorale”. Quasi stremato dall’eta’ e dagli eccessi priapistici di questi mesi, dopo avere seriamente rischiato di dover abbandonare la battaglia, in due mesi e mezzo ha portato il PdL dal 15% al 30% circa. E’ vero: rispetto alle precedenti tornate la sua coalizione ha perduto milioni di voti, ma Cristo! Manco con le schioppettate stianta! E’ sempre in piedi, e anche stavolta puo’ giustamente bullarsi d’avere vinto almeno moralmente le elezioni. Il gesto plateale d’avere stoppato Alfano che chiedeva il riconteggio (come nel 2006) gli vale una chance non indifferente d’essere eletto alla Presidenza del Senato (moccoli e gesti apotropaici sono ammessi, a questo punto). Cio’ lascerebbe solo due caselle libere, nel palmarès del nanaccio infame:la Presidenza della Repubblica ed il Soglio Pontificio. Entrambe le cariche sono alla portata del Nostro, diamogli tempo e facciamolo lavorare…

Last and least, il PD. Il mio 30% lassu’ e’ frutto d’una eta’ non certo verde, che significa aver visto cose che voi umani ecc. ecc. Tutti infatti prevedevano una vittoria facile per il centrosinistra, con percentuali dal 32% in su fino al 37-38%. Da quando il Parlamento s’e’ sciolto, non s’e’ parlato che del distacco che ci sarebbe stato tra il PD e il PdL, e di quanto probabile fosse addirittura il sorpasso di Monti ai danni di Berlusconi. La vittoria di Bersani era comunque data per certa. In tutto questo, il PD ha fatto una campagna elettorale alla vecchissima maniera, che si puo’ sintetizzare con l’immagine della lepre sorpresa, di notte, dagli abbaglianti di una macchina. La povera bestiola, in questo caso, si immobilizza con gli occhi pallati a guardare la luce magnetica dei fari. Non fugge, la lepre. Eppure dovrebbe, e se ne sta li’ ad attendere lo pneumatico che la stiacciera’ di li’ a un paio di secondi sull’asfalto. Senza pieta’.

Ecco, il PD ha fatto uguale: da quando la campagna elettorale e’ iniziata non ha fatto che stare immobile in mezzo alla strada, prendendo le sportellate di Silvio maanche di Monti, e non facendo nulla per paura di sbagliare. Fa specie vedere come alcuni argomenti-fanale abbagliante del tipo “Matrimonio tra omosessuali” siano riusciti a paralizzare ogni discussione su altre e piu’ cogenti questioni. Non ultima, per dire, il matrimonio tra un uomo e una donna. Prima di pensare alle coppie omosex, non sarebbe il caso di ripensare -maremma stramajala- le modalita’ di supporto alle famiglie che gia’ ci sono? Ok, nel programma sicuramente l’argomento e’ stra-trattato ultra-benissimo. Ma voi, PDdini, vi siete fatti diacciare dal fanale dei matrimoni omosessuali! Di quelli avete parlato! E pure di adozioni per quelle stesse coppie, se e’ per quello. Tutti argomenti nobili ma capite, strateghi del centrosinistra, che avete davanti gente che promette di togliere l’IMU dopo che l’ha messa (Monti), o di restituire di tasca propria la tassa sulla prima casa (Berlusconi), e quelli sono gli argomenti che fan presa sul popolo che da anni fa fatica ad arrivare alla fine del mese. Nel caso gli rimanga un lavoro, e/o gli venga corrisposto uno stipendio, anche…

Insomma, il classico scollamento dalla realta’ che sembra pervadere la tattica politica del centrosinistra oramai da decenni, accoppiata alla paura di vincere che porta all’immobilismo puro. Immobilismo e paura di cambiare che non sono stati indifferenti al momento delle primarie, in cui di tutto s’e’ fatto per non cambiare e per ammantare l’investitura di Bersani d’un aura democratica.

Ok, s’e’ fatto tardi e la questione di questo post va chiusa al piu’ presto. Io penso che s’andra’ di nuovo ad elezioni in tempi brevi. Gia’ venerdi’ scorso prevedevo maggio 2013, adesso sono un po’ meno ottimista e penso che un governaccio terra-mare possa sopravvivere fino a settembre-ottobre e magari oltre. Quindi boh? Sicuramente la legislatura non la si finisce, tutto sta a vedere quando si rivotera.

A quel momento, la mia personale speranza e’ che il PD capisca finalmente che fare le primarie per avere in lista la stessa gente di vent’anni fa non e’ esattamente furbo, che ci vuole un programma che eviti di fare troppe seghe ai gatti e si concentri su argomenti concreti, da trattare indicando come si affrontano i problemi, quando li si intende affrontare e soprattutto con quali risorse e a scapito di quali altre risorse.

Una roba che a questo giro ha fatto un solo partito, a mio avviso: Fermare il Declino, che e’ stato ammazzato dalla scelta folle del frontman sbagliato al momento sbagliato. Avessero scelto Michele Boldrin, probabilmente avrei indovinato le previsioni quasi alla perfezione…

Barney