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Filosofia da muro #170 (hat trick: Ammennicoli di pensiero)

ADP mi manda un bello scatto parigino, che merita sicuramente la pubblicazione:

Pur non essendo su un muro, la scritta ha una bella verve rivoluzionaria.

Per i non francofoni, c’è scritto: “leggere è disobbedire, scrivere è peggio“, che a me fa subito venire in mente Orwell. Ma è molto bello il contesto della finestra scrostata con il buco a forma di cuore da una parte e quello quadrato a sinistra, la luce che va solo sulla scritta e pure il soglio della finestra quasi a sottolineare il resto.

La colonna sonora ideale, che confeziona il tutto come il fiocco sul pacco regalo, mi sembra questa qua:

Barney

Esportiamo cultura

Questa l’ho scattata ieri a Parigi, stazione di Grenelle (intersezione tra la linea 10 e la 6).

ImmagineTra le cose da notare, il fatto che siamo davanti ad un manifesto che pubblicizza un tour US-Europe (ci saranno date anche negli USA?!?!?!?!), e che la data di Parigi sara’ ospitata all’Olympia.

Di questo passo non credo manchi molto all’Oscar alla carriera per Alvaro Vitali, o alla premiazione di “Natale a Miami 2016” come miglior film straniero…

Barney

Scie chimiche

Ad andare troppo spesso in trasferta (e io ci sono sicuramente troppo spesso) ci si espone a rischi mortali, pericoli che un gruppo di lungimiranti cittadini sta da anni denunciando a gran voce e ad ogni pie’ sospinto, anche dalle aule del Parlamento.

Morgellons, controllo del clima, nanomacchine, sterilizzazione di parte della popolazione mondiale, diminuzione del desiderio sessuale, riduzione del segnale elettromagnetico, aumento del segnale elettromagnetico, induzione di terremoti, induzione di cicloni e tornado… e credo manchi qualcos’altro tipo l’abigeato. Tutto questo a causa delle

scie chimiche.

Oggi mi son trovato davanti un grosso pericolo, nei cieli francesi. Ecco come si presentava l’aere parigino verso le diciotto della sera:

ImmagineLa qualita’ e’ bassina (ma di sicuro dipende perlappunto dalle microparticelle di Bario scappellato a destra come se fosse antani, o dai microfilamenti di nanotubi di silicio. O dalle lacrime degli angioletti, chissa’?), ma si vedon bene sullo sfondo almeno sei spruzzi bianchi di alluminato di antimonio (stirred, not shaked), e altre formazioni bianche su uno sfondo terso e luminoso che si chiamano “nuvole”, penso.

In ogni caso, anche per stavolta dovrei essermela cavata senza grossi problemi. A parte questa peluria blu che mi esce dalla schiena quando parlo al cellulare…

 

Update: in centro non si viveva…

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Barney

L’Air Show di Le Bourget

Cioe’: una specie di “Lucca Comics and Games“, pero’ con meno gente, in un posto immenso e con armi vere.

Il salone di Le Bourget ha festeggiato questa settimana il 50° anniversario, il che significa (essendo l’evento a cadenza biennale) che sono cent’anni che questo sperduto aeroporto oramai in disuso nella periferia nord di Parigi ospita l’evento.

I quattro giorni di fiera dedicata al pubblico professionale attraggono ogni anno 150.000 persone (quasi tutti ingegneri o finanzieri. Oppure hostess agli stand…), che sono meno dei 180.000 giovani che invadono Lucca per i comics, ma in compenso si scambiano valigette con milioni di Euro in cambio di qualche decina di Airbus A320 Neo, o missili/cannoni/caccia a vostro piacimento. La differenza con il commercio di primi numeri incellofanati di “Rat-Man” o con “L’ingrifatore della Torre Elicoidale”, introvabile carta di Magic, e’ evidente.

Rispetto a Lucca c’e’ pero’ un peggioramento logistico che nessuno penserebbe possibile: Le Bourget e’ quasi fuori dalla mappa di Parigi, e’ un borghetto servito da una stazioncina della RER B (sulle stazioncine tornero’ presto) che, nella settimana del Salone, viene saturata dalle 7 alle 20. Poi c’e’ da arrivare al salone vero e proprio, un cinque chilometri piu’ in la’. E ci si arriva con degli shuttle bus che dopo le otto del mattino sono raggiungibili solamente dopo un’oretta di coda. In piu’ succede spesso che a meta’ giugno vi siano quei 35 gradi centigradi che fan presto a diventare 50 in vagoni pieni di sardin^W ingegneri sudati e gommosi, oppure anche sessanta sulla pista dell’aeroporto, teatro di esibizioni acrobatiche imperdibili sull’ora di pranzo. Se poi considerate che gli stand sono distribuiti in 6 hangar principali, piu’ tutto quello che e’ esposto fuori (aerei, razzi, elicotteri, carri armati…) al sole rovente di giugno… Ecco, avete un’idea. Forse.

Pero’ l’Air Show di Le Bourget e’ divertente, oltre che importante dal punto di vista professionale, quindi bisogna andarci e possibilmente esporre qualcosa (anche se i prezzi degli stand sono da usura). Volete un’idea della fiera? Ecco qua un po’ di foto ignobili (ignobili perche’ fatte da me):

Mi pare giusto dare risalto all’oggetto che abbiamo esposto allo stand dell’ASI, in tutto il suo splendore:

AirShow 011Si tratta di un mockup di un propulsore ad effetto Hall da 5 kW, che anche esteticamente fa la sua figura. No, sono sicuro che non volete davvero sapere di cosa si tratta…

Barney

Impero Astro Ungarico

E cosi' eccomi qua, fermo in transito al Terminal 2D di Roissy – CDG, in attesa di imbarcarmi per Budapest tra qualche ora. Il lavoro da fare per domani l'ho appena ricontrollato e limato, quindi posso rilassarmi svaccato sulle comodissime poltroncine per i passeggeri che il principale scalo parigino ci propone: veri pezzi d'arredamento in finta pelle viola, arrangiati in rientranze della hall concepite come piccoli e confortevoli salotti. Prese elettriche a gogo' per il portatile e un bar quasi a distanza di braccio completano il confortevole spazio. Addirittura mi accorgo adesso che la grande pianta in vaso che ho di fronte ospita una piccola colonia di passerotti, liberi di svolazzare e cinguettare qua e la' a loro piacimento.
La conferenza di domani e domani l'altro vedra' me a supporto soprattutto morale di Cosmo, che avra' l'onere e l'onore di presentare il nostro progetto all'uditorio. Io ho invece preparato la presentazione che verra' proiettata in una sala attigua, a ciclo continuo, assieme a decine di altre. Debbo dire che sono abbastanza soddisfatto: i miei documenti di riferimento sono "Tintin objectif Lune" e "Star Trek" prima serie, quindi gli autori accreditati Herge' e Gene Roddenberry. Oh, poi ci sono anche cose meno serie… Ma la base e' quella, e l'unico rammarico e' non aver potuto inserire qualche rimando ad Alien.

Ma forse era davvero troppo, vederli uscire in massa dalle fottutissime pareti ;->

Barney