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E alla fine si voto’

Commento a caldo sul voto dagli esiti scontati del 25 settembre,

Non so chi sperasse in un risultato diverso da quello che le urne hanno consegnato, le sorprese sono poche e dal mio punto di vista si riassumono nella sostanziale tenuta (sebbene al ribasso) di Forza Italia, il partito con il Presidente di plastica, e -in misura minore ma conseguenza del punto precedente- nello speculare non sfondamento al centro della combo improbabile Calenda-Renzi.

Che la Lega venisse nuclearizzata dalla Meloni era piu’ o meno certo, essendo il precedente exploit di Salvini figlio della posizione anti-establishment della Lega del tempo. Governare -o far finta di governare quando conviene, per poi nascondere la mano quando non conviene piu’- raramente porta consensi, mai in periodi di crisi…

Che il PD potesse sopravvivere alla assoluta assenza di un’idea qualsiasi (non di sinistra, si badi bene: sarebbe bastata un’idea) a parte il frenare la “slavina fascista” era impossibile. Considerando poi che Letta e con lui il PD ha deciso di perdere quando non ha ratificato ne’ l’alleanza con Azione, ne’ quella con i 5 stelle in una partita che premiava le coalizioni, mi pare che il 19% sia addirittura un successo… e magari lo scopo era proprio quello di perdere, chi lo sa? Non lo so di certo io, ma credo nemmeno la segreteria del PD. Di certo so che come nelle migliori tradizioni nazionali, per il PD la sconfitta e’ colpa di qualcun altro: Conte, Calenda, il cane Lassie, Cirpo, sarcazzo chi…

I 5 stelle capitalizzano alle urne il credito che Conte aveva con chi ha avuto accesso al reddito di cittadinanza e ai vari bonus edilizi, arroccandosi laddove soprattutto la prima misura e’ sfruttata; si e’ inoltre fatto forte del fatto di essere la causa prima della caduta del governo Draghi, quindi sostanzialmente quello piu’ vicino a FdI come “partito NON di governo” (pur avendone fatto parte per mesi e mesi).

Il resto sono percentuali da zero virgola anche quando siamo vicini al 3% (+Europa) o sotto al 2% (Paragone, Unione Popolare, Italia Libera e Sovrana); per i tre partiti no-tutto mi verrebbe da dire che i miei connazionali non sono poi cosi’ coglioni, pero’ se si fossero messi assieme avrebbero raccattato piu’ del 4,4% dei voti, e magari anche qualche parlamentare, e mi si gela il sangue.

Giggetto Di Maio, infine, perde tutto e torna alla vita reale. Forse.

E’ stata una campagna elettorale breve e soporifera per ovvii motivi (i tempi, l’estate, la guerra, le bollette…) in cui in sostanza si sono viste due cose:

  • i leader di partito che con le loro comparsate dovunque hanno sostituito i programmi elettorali, con conseguenze benefiche per FdI e 5* e letali per Lega e PD. Questo personalismo e’ diventato la regola non solo da noi (citofonare Trump, per dire uno a caso), e probabilmente e’ figlio dei tempi in cui viviamo. Ricordo che oggi esiste il mestiere di influencer, e che le cose piu’ di sinistra in campagna elettorale le ha dette proprio Chiara Ferragni… Nel campo dei leader di partito Berlusconi -che e’ l’inventore della politica per slogan da telemarketing- fa storia a se, oramai e’ la caricatura di se’ stesso e si rivolge credo solo ai redattori di Blob.
  • La netta divisione “con Draghi/contro Draghi”, in varie sfaccettature: da chi lo invocava come se fosse la Madonna di Montenero (Calenda-Renzi) a chi lo ha ripudiato come nemmeno San Pietro (Salvini), con in mezzo una serqua di distinguo e precisazioni infinite.

S’e’ in molti casi votato “il cambiamento”, perche’ i “poteri forti” ci hanno portato in questa situazione disastrata (magari sono stati anche causa della pandemia, no?), s’e’ deciso di levare il potere dalle mani dei “sinistri” (questo detto dai “destri”, che pero’ si dichiarano di centro-destra) e di tornare a pensare di piu’ “agli italiani”. In questo contesto, come succede sempre da noi, chi ha governato prima ha la colpa di non avere risolto qualsiasi situazione scabrosa in due balletti.

Quindi, ben venga chi non ha mai governato sino a qua, vediamo cosa si inventa Giorgia (che secondo me ha un enorme vantaggio rispetto al ganassa Salvini: conosce i suoi limiti e in genere si affida nelle questioni delicate a persone che ne sanno piu’ di lei) e vediamo quanto durera’ l’innamoramento dell’elettorato e la possibilita’ di dare la colpa a qualcun altro: le bollette saranno salatissime anche con lei come Presidente del Consiglio, la guerra chissa’ quando finira’, e speriamo che il COVID almeno ci dia un inverno di tregua.

Ma di sicuro i treni arriveranno in orario, no?

Lascio ai Pink Floyd la spiegazione a Letta sul come si sarebbe potuto non dico vincere, ma almeno non perdere senza giocare.

Barney