Doppia filosofia da muro, che ha come caratteri unificanti la città degli scatti (Pisa) e la zona (nei pressi di due dei luoghi dove vado ad ascoltare musica del vivo).
Il primo è nei pressi del Lumière, un ex-cinema riadattato a locale multifunzionale con palco annesso (la zona dove c’era il telone per proiettare i film):
Sta in un labirinto di vicoli e corticelle vicino al locale, che immagino luogo di spaccio e di liberazione emetica post-sbronza, oltre che pissoir di fortuna. Nessuno dei tre argomenti sopra citati mi ha peraltro portato in quel dedalo, solo semplice curiosità e ricerca di scritte murarie, lo giuro Vostro Onore. Ero sentire per l’ennesima volta Giorgio Canali e i Rossofuoco, per completezza di informazione.
Il secondo sta in una piazza dove ho anche lavorato, vicino al Borderline, una specie di antro nero e cupo che ospita a volte concerti d’un certo livello (per dire: c’ho sentito CJ Ramone e John Garcia, qualche anno fa):
Questa è notevole anche per come è scritta: il puntino sulla “i” di “ogni” potrebbe anche essere un punto dopo “sta”, in un costrutto alla rovescia che in effetti ci potrebbe anche stare.
Ma la frase in se non è male: oltre alla interpretazione metempsicotica (si dirà, metempsicotica?) mi domando cosa renda possibile morire “ogni tanto”.
Amore? Droga? Musica?
La trimurti “sex and drugs and rock and” che potrebbe farvi pensare ad una chiusura con Ian Dury; ma siccome ero stato a sentire i Diaframma, quella sera, quelli vi beccate da una performance alla Flog di Firenze:
Barney