[Questo pezzo è stato scritto per e pubblicato su Cartaresistente, il 7 febbraio 2013. Foto di Cartaresistente1]
Ri-leggere un libro è un atto che richiede volontà: non capita per caso, soprattutto quando dopo il primo ne rileggi un secondo che avevi già in mente dall’inizio, come nel caso che riempie il resto del post.
“L’autoroute du Soleil” di Baru e “Casino totale” di Izzo sono rispettivamente una graphic novel disegnata da un francese del nord est quasi come fosse un manga giapponese, e un romanzo scritto da un francese del sud che si può etichettare “poliziesco hard boiled” ma anche racconto politico, diario musicale e ricettario assolutamente accurato di piatti della tradizione marsigliese.
Entrambi pubblicati nel 1995, raccontano una Francia che sta facendo i conti in quegli anni con il prepotente ritorno del nazionalismo del Front National di Le Pen, e lo fanno incontrandosi idealmente a Marsiglia, città teatro delle gesta del poliziotto Fabio Montale di Izzo e luogo di fuga per Karim e Alexandre di Baru, che partono dalla Lorena per un viaggio picaresco nel profondo della Francia rurale.
In entrambi i libri si avverte l’anarchia dei protagonisti, e se nel fumetto si gusta il tratto splendido di Baru per tutto ciò che non è umano (le Citroën paiono fotografate, invece che disegnate) e la scanzonata ed incosciente gioventù dei due fuggitivi, in Izzo l’amaro fatalismo di Montale ci pervade, e ci lascia soltanto quando il poliziotto cucina, o quando va – da solo – in barca.
Tornando alla premessa iniziale, forse la ragione inconscia che mi ha spinto alla rilettura è proprio lo strato politico che entrambe le opere posseggono, il rifiuto di lasciare la società nelle mani di un nuovo fascismo che appare meno duro di quello vecchio, ma infinitamente più subdolo e pericoloso.
Barney