Eccomi ancora a sfrangere i maroni ai tre lettori superstiti con un nuovo punto di vista sul referendum “delle trivelle”, che con le trivelle non c’entra un cazzo.
Rubo il post a Enrico Coppi, il cui scritto porta alla luce un’ulteriore chiave di lettura per il quesito referendario di domenica.
Le voilà, con commenti tra parentesi quadre, a capo, grassetti e corsivi miei qua e la’:
Pensiero condiviso.
Purtroppo in tema di referendum ancora una volta la propaganda mistifica la realtà. Provo a fare un po di chiarezza.
Intanto diamo l’informazione corretta. Poi dico quello che penso.
Il quesito si propone di abrogare (cancellare) un emendamento inserito nella scorsa legge di stabilità che ha difatto cancellato la durata temporale di una concessione in mare. Quindi se uno vota no lascia le cose come stanno.
[meglio: come stanno dall’ultima “legge di Stabilita’”, meglio nota come “Sblocca-Italia”, la legge che Renzi rammenta sei o sette volte al giorno]
Se uno vota si si torna alla situazione precedente, ovvero quella che era in vigore fino a novembre [2015].
Che significa? Che se vince il si le compagnie petrolifere devono smantellare le piataforme di produzione? NO! Significa che torna tutto come prima. Le concessioni durano 30 anni e sono prorogabili 5 + 5!
E se uno vota no o non vota? Significa che le compagnie non hanno più neanche l’onere di fare un istanza di proroga. Gli si fa un favore? Si. Gli si fa un regalo. Cioè il regalo lo ha fatto il governo. I cittadini votando no gli firmano il biglietto di auguri.
Ora esprimo il mio pensiero.
Tutte le concessioni (minerarie e non) hanno una durata ed i progetti di un pozzo per idrocarburi considerano un arco temporale di 20-25 anni mediamente. Dopodichè quel pozzo ha prodotto circa il 90 -95 % del possibile e del conveniente. Togliere la durata temporale significa solo questo: rimandare a babbo morto i costi che la compagnia dovrebbe sostenere per chiusura mineraria e smantellamento della piattaforma. In più non dovendo chiedere proroga non sarà obbligata al procedimento di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) che la proroga prevede.
Per l’istanza di proroga il proponente tra le altre cose deve presentare il progetto di chiusura mineraria e ripristino ambientale. Sarebbe anche obbligato agli adeguamenti normativi in materia ambientale…che male non fa. Ma davvero perchè dobbiamo fare questo regalo? Grazie a questo emendamento una piattaforma potrebbe dichiarare di estrarre gas o greggio per altri 20 anni e non avere nessun obbligo verso il territorio.
Se invece si vota SI questo regalone non l’avranno e dovranno sottoporsi ad un procedimento di VIA se alla scadenza naturale vorranno una proroga.
Ci sono posti di lavoro in pericolo? È una enorme puttanata!
Ma se voto SI salvo il mare? È una grande puttanata anche questa.
È molto molto peggio ciò che scarica il depuratore vicino Fesca! O quello che scarica il Basento in mare.
Io voto Si. Ma so che non salvo niente.
So solo che è profondamente ingiusta la legge in vigore oggi grazie all’emendamento del governo inserito nella legge di stabilità a novembre e che nessuno ha discusso nel merito perchè come al solito c’era la fiducia.
Se vuoi condividi pure.
Avevo detto che mi sarei informato, ma ne ho veramente poca voglia.
Mi sembra di capire pero’ che lo “Sblocca-Italia” sia servito anche a fare questo favore ai possesori di piattaforme, oltre che a tenere buono il ganzo della Guidi.
Mi prende lo sconforto perche’ questa qua sopra e’ una disamina che non ho mai sentito fare a un “NoTriv”, ne’ per quello a uno di Forza Nuova o di Casa Pound (si sono uniti al fronte del “si'” anche i piccoli merdosissimi fascistelli de noantri, che si sappia).
Capisco che -fosse vero- i governativi renziani se ne stiano zitti.
Ma chi vuole che la gGente voti “si'”, perche’ non ha detto quello che ha detto l’ignoto Enrico Coppi?
Perche’ dei contenuti del referendum non ne sa un cazzo, ovviamente.
I soloni dell’ambiente, del NoTutto, del ritorno alle caverne ma col culo degli altri han letto “petrolio” e gli e’ saltata la vena.
Han sentito “piattaforma” e gia’ si sono mobilitati con gli striscioni, su cui il “NO” era gia’ scritto, il resto si inventa li’ per li’.
Poi si sono accodati quelli che “facciamo lo sgambetto a Renzi! Gne’ Gne’!“. Gente come Salvini, Meloni, Merda Pound e Roberto Fiore, diocristo, con una coscienza che ha come massima aspirazione quella di non avere i tarzanelli al culo, che si scoprono ambientalisti. Credibile, certamente.
Nel frattempo si e’ scatenato anche il fronte laico-meccanicista, quello della gGente che cerca di ragionare sui problemi (con le informazioni che ha in mano), e che se gli racconti che il Mare Adriatico puo’ diventare il nuovo Golfo del Messico si mette a ridere, cosi’ come se dai la colpa alle “trivelle” dei terremoti in Emilia di qualche anno fa. Io, per dire, sono tra questi.
E adesso non so davvero cosa votare:
Si’ non mi viene, mi mischierei a una ciurma inguardabile, che vota si’ per i motivi sbagliati (nell’ipotesi che abbia un motivo).
No, adesso, mi metterebbe in difficolta’, perche’ in fondo sono un anarchico insurrezionalista antisistema e anti capitalista, soprattutto se il capitalismo e’ quello italiano, che e’ un socialismo russo degli anni ’50 in peggio.
Astenermi? E’ quello che vuole Babbeo, che viene telecomandato da chissa’ chi. Non scherziamo…
La quarta via e’ la fetta di salame. Che avrebbe anche il fortissimo sapore di protesta contro il montante veganesimo di risulta, il che non fa male.
Salame, allora.
i’fFiumani mi ci dice anche stavolta:Barney