ADP mi manda un bello scatto parigino, che merita sicuramente la pubblicazione:
Pur non essendo su un muro, la scritta ha una bella verve rivoluzionaria.
Per i non francofoni, c’è scritto: “leggere è disobbedire, scrivere è peggio“, che a me fa subito venire in mente Orwell. Ma è molto bello il contesto della finestra scrostata con il buco a forma di cuore da una parte e quello quadrato a sinistra, la luce che va solo sulla scritta e pure il soglio della finestra quasi a sottolineare il resto.
La colonna sonora ideale, che confeziona il tutto come il fiocco sul pacco regalo, mi sembra questa qua:
Ammennicolidipensiero mi ha spedito un po’ di materiale interessante, che pubblico volentieri iniziando da una combo che ha praticamente gia’ scritto sopra il titolo del commento musicale che chiudera’ il pezzo.
Sono due scritte “classiche”, di quelle fatte a pennarello su un muro da adolescenti in crisi ormonale, e sotto ciascuna la mano cinica ma saggia di un compagno piu’ navigato a chiosare apoditticamente, tranciando speranze e ardori giovanili:
Nella prima il sentimento e’ espresso da mano presumibilmente maschile, con data precisa a definire l’ambito temporale del sentimento. Sotto, una calligrafia femminile (forse addirittura la Chiara della dedica) che non lascia scampo al poveraccio. Nel mezzo si intravede qualcosa, forse addirittura un’altra data cancellata, a dimostrazione di quanto caduca fosse la prima scritta, e quanto vera invece la seconda.
La foto sotto e’ un classico intramontabile: i nomi di due piccioncini uniti dal “+” e con un cuoricino a chiarire che non e’ amicizia quella che li lega, e sotto una scritta che guarda al futuro, per Sam e Giulia non proprio roseo. Magari questa mano e’ di un rivale di Sam, qualcuno che s’e’ innamorato pure lui di Giulia, e che presagisce -o spera- una veloce separazione. O magari Sam non e’ un Samuele, e’ una Samantha (mi raccomando, con la “h”), che non ci sarebbe nulla di strano. E il rivale e’ una rivale, vai a sapere.
Ma cosa c'è dentro un libro? Di solito ci sono delle parole che, se fossero messe tutte in fila su una riga sola, questa riga sarebbe lunga chilometri e per leggerla bisognerebbe camminare molto. (Bruno Munari)