Ancora uno scatto lombardo di Ammennicoli di pensiero, scritta su tendaggio da cantiere che lascia poco all’interpretazione:
Il francese impeccabile (cediglia, plurale e trattino a parte) della botta e risposta è impreziosito dal particolare misterioso della “q” con il gambo tagliato, a formare una croce che chissà se voluta o casuale, e se fosse voluta chissà che vuol dire.
La risposta glaciale è sporcata dalla “s” che non ci sta, ma il tutto ha una sua bellezza e pulizia. Bello anche il nero sulla destra, vicino al lampione.
Ammennicoli di Pensiero mi spedisce questa scritta ambigua, da Milano e più precisamente da Zona Bastioni, porta Venezia:
La frase sembra perfetta come incipit di un giudizio apodittico su qualcuno, magari un abitante del palazzo, magari uno (o una, per carità) che inizia qualcosa e non finisce mai, e mi immagino faccia lo stesso con -appunto- tutte le sue frasi. Potrebbe essere un’accusa di incompiutezza per un amore che si promette ma poi non si manifesta, un eterno “oggi no, domani forse, dopodomani di sicuro”, o la protesta (in)civile dopo l’ennesimo appuntamento bucato dall’incompiuto.
Potrebbe, ma temo che la spiegazione sia molto meno poetica.
Una veloce passata di Google mi informa infatti che la scritta non è altro che il titolo di una canzone di un certo DiNotte, di cui non so altro ma immagino sia meneghino e di cui non vi faccio ascoltare il pezzo perchè non mi piace per nulla.
Quindi, per rimanere geograficamente in tema metto una bellissima versione unplugged di “Strategie”.
Adp è molto prolifico, di questi tempi: si vede che la Lombardia è zona gialla, e lagGente ha voglia di scrivere sui muri qualsiasi cosa, che abbia un senso oppure no.
Questa scritta, ritratta su un cartellone pubblicitario nei sotterranei della stazione della Bovisa a prima vista pare appartenere alla categoria “oppure no”:
Tralasciando il (o la? o il/la/*? ) tag iniziale, e quello scarabocchio rosso poco sotto che ascrivo ad ignoti differenti da quello di cui mi occuperò tra poco (chiamiamoli Ignot* A ed Ignot* B, per comodità, rispetto della privacy e correttezza gender), ci imbattiamo in un intricato messaggio di non semplice interpretazione.
Si parte, è vero, con un chiaro “14:00 domani”, messaggio che qualcuno avrà correttamente interpretato come appuntamento in luogo a noi ignoto (a lui spero di no), e si prosegue con un “Ti amo” scritto con convinzione e caratteri cubitali che lascia spazio a pochi dubbi.
Ma poi la stessa mano indica a noi e al suo amore la luce, rappresentata da un triangolo il cui vertice (credo… oppure tutta la figura) è etichettata come “Messiah”, ma soprattutto i vertici (1, 3 e 4) sono a loro volta indicati con lettere: 1 può essere “I” o “A”, 4 è sicuramente solo “A” e 3 è “R”.
Poi c’è il 2, che non è sul triangolo ma rappresenta l’ipotetico quarto angolo di un rombo, e può assumere a scelta il ruolo di “Q”, di “s” o di “N” (credo a seconda dei giorni della settimana, o delle stagioni…), e a fianco lo spiegone: prendendo sostanzialmente a caso le lettere sui vertici, è possibile ottenere le seguenti scritte:
Iraq
Siria
Iran,
e se -per un motivo a me ignoto- prendiamo le iniziali di questi quattro stati otteniamo “ISI” (??!!!).
Faccio notare che se ci fosse anche una “H” in uno qualsiasi dei vertici (del triangolo O del rombo), avremmo potuto ottenere pure SHARIA, come parola, e che tra le combinazioni presenti sul tavolo ci sono già bell’e pronte “ARSI“, “NASI“, RASA“, “NARI“, e chissà cos’altro che non ho voglia di stare a cercare. Ad esempio: NASA, che tra quelle elencate è sicuramente la più inquietante (lo spazio, nonsiamomaistatisullaLuna, il 5G -mica lo vogliamo lasciare fuori, no?-…). Ma soprattutto faccio notare come accanto ad “Iraq” e a “Siria” ci sia una “x”, quasi a smarcare la parola, mentre “Iran” è presentato senza la “x” (non sarà riuscito a trovarla nel complesso schema? Chissà?)
La mia capacità di lettura di messaggi iniziatici vergati dai Massoni o dai Savi di Sion è troppo scarsa per capire cosa ci sia nel vertice “1”, e perchè da lì si arrivi a “Messiah” con la “h” e al vertice 2, ma se qualcuno vuole tentare l’azzardo di una interpretazione anche blasfema, sono molto curioso.
Insomma: a Milano Bovisa devono fumare roba di una certa qualità, più meno come quella fumata dai Wand:
Da Busto Arsizio (che per inciso mi son sempre chiesto senza capirci molto perché si chiami “Arsizio”, e Wikipedia non ha le idee più chiare di me sulla cosa) Ammennicoli di pensiero mi manda questo reperto di un 2020 che sta finendo, con lagGente oramai stanca di lockdown e epidemie (è così in tutto il mondo, anche dove governano i sovranisti. Anzi: forse lì è anche peggio in termini di malati e di morti, ma i sovranisti son contenti perché lì si fa quello che cazzo gli pare. Incluso morire…):
La tipologia del font è a mio totalmente insindacabile giudizio indizio di destrumania politica dello scrivano. Manca l’accento sulla A di “libertà”, ma son cose che succedono quando si verga in fretta il messaggio sui muri della stazione, e la chiosa finale non si capisce se sia contro il virus o contro il governo che sfrutta il covid per i comodi suoi (ah, fosse vero… almeno ci sarebbe un disegno!). Mi piace molto la rettilineità delle prime due righe, rovinate dalla terza che scende inesorabile verso il basso.
La firma infine può essere di tutto: dal nome (V) e cognome (L? U? 4?) del bombolettaro alla sigla di un noto gruppo Qanonista di Busto Arsizio.
Me lo immagino, il graffitaro, che verga il suo messaggio immortale senza indossare la mascherina, a testimoniare la sua ribellione alla dittatura sopra descritta e a respirare i solventi mefitici dello spray mentre ascolta trap in cuffia.
E’ per questo ultimo particolare che ci vuole Amanda:
Ecco qua un bel trittico “da cantiere”, inviatomi da Ammennicoli di pensiero dal profondo nord in semi lockdown:
Si nota in tutte un senso di incompiutezza, ben definito dall'”Avete fatto” (cosa? o e’ solo una domanda a chi ha montato il ponteggio) nell’ultima foto, e nella scritta grande della prima foto “Come tutte le tue frasi”, però pure il “Potrei” della foto di mezzo che altra mano ha trasfromato in “Potremmo”, per poi chiosare “ma son contento” lascia aperte domande su domande (chi poteva cosa, all’inizio? Quello che ha trasformato la frase voleva includere anche il primo graffittaro, nel “potremmo”? Perchè è comunque contento?).
La perla però è nascosta nella frase scritta a penna accanto allo stencil femminista la’ in cima:
Virus
La fine
del
regno
di
Satana
Che veramente mi perplime (o mi perplette, a scelta vostra): io avrei pensato più ad un inizio che ad una fine…
Lascio la parola e il dubbio a Mark Lanegan e alla sua band, che di questi tempi è una certezza.
Ammennicoli di pensiero mi manda questo muro milanese (Via Mincio), composito e variegato nelle scritte e nelle tecniche:
La scritta piu’ leggibile e’ sormontata da uno stencil contro la tortura, e alla sua destra un altro stencil rosso avverte il lettore che “lo smartphone controlla te e chi ti sta intorno”. Altri stencil raffigurano due tizi pare con in mano un telefonino e un telecomando (mia libera interpretazione, potrebbero essere anche due pistole. Ma non ci vedrei tutta questa differenza, alla fine…), poi c’e’ l’altro stencil aerografato a bomboletta che inneggia all’incendio dei centri di identificazione e espulsione.
Una macedonia rivoluzionaria chiusa da una specie di tag forse lasciata a meta’, ABN… che chissa’ che vorra’ dire.
A naso non siamo davanti ad una sede della Lega Nord, ecco…
Come brano musicale mi ci sta questo, che temo d’avere gia’ giUocato su questi schermi. In ogni caso e’ perfetto, a dare il senso della lenta rivoluzione che non arriva mai.
Ma cosa c'è dentro un libro? Di solito ci sono delle parole che, se fossero messe tutte in fila su una riga sola, questa riga sarebbe lunga chilometri e per leggerla bisognerebbe camminare molto. (Bruno Munari)