Quando sono in macchina con mia figlia è una continua lotta su cosa ascoltare in sottofondo alla radio. I gusti sono diversi quanto le decine di anni che ci separano, e solo l’autorità di pilota (prima che di padre) mi permette a volte di vincere il tiramolla.
L’altra sera ero riuscito a imporre semi-democraticamente una stazione rock, e a un certo punto mia figlia mi propone un patto: se non avesse indovinato l’autore del pezzo successivo avrebbe cambiato e scelto lei la stazione.
Mi aspettavo che giocasse a ciapanò, e che sbagliasse per passare a qualche stazione piena di brani usciti dal talent show di turno. E invece ha indovinato, con suo dispiacere -ma mio immenso piacere-, immediatamente il cantante.
Il brano era precisamente questo:
Precisamente nel senso letterale: quell‘interpretazione di quel brano.
E’ chiaro che la cura Ludovico che le impongo dà i suoi frutti, ma tutto sommato credo che non le sia dispiaciuto sentire Bowie.
Alla fine del pezzo mi ha stupito ancora di più. Ha esordito affermando che molti giovani votano Salvini, e mi ha chiesto perché, secondo me, succede questo.
Non c’era rimasto molto tempo, eravamo vicini a casa, e ho quindi sintetizzato al massimo la risposta: perché viviamo in un mondo di semplificazioni, in cui le risposte semplici a problemi complessi -magari date con un tweet o una foto- sono le uniche cose che la gGente ascolta. E pensa di capire.
Un po’ come per la musica: più facile ascoltare la roba standardizzata di oggi, pezzi che durano due minuti in cui nessuno suona qualcosa di simile a uno strumento e dove le parole sono “raga, frate, lama”, piuttosto che uno “Ziggy Stardust” dove se manca il basso te ne accorgi (almeno, io me ne accorgo).
Tutto questo mi ha poi fatto pensare che in realtà quel che han fatto Salvini e Di Maio è stato prendere il posto di quell’istituzione che per millenni di mestiere faceva solo quello: dare risposte semplici a problemi complessi: la religione, che oggi è più o meno in crisi come il PD.
Lega e M5S hanno semplicemente riempito un vuoto di risposte e -se vogliamo- di speranze. Sono stati aiutati da decenni di stordimento culturale a botte di televisione, social media, serie tv e reality show, e sono stati perfettamente in grado di capire il momento ed entrare in scena. La modalità acritica con cui qualsiasi cazzata dicano i due vicepremier viene digerita dall’elettorato a me ricorda l’accettazione prona ed ottusa del miracolo del sangue di San Gennaro, che in effetti essendo materia di fede non può essere approcciato con la ragione. Esattamente come il decreto “dignità”, quello “sicurezza” e la perla finale dell'”abolizione della povertà”: se ti fermi a riflettere sul contenuto ti accorgi per forza che sono cazzate, quindi devi crederci a prescindere, come a prescindere devi credere che i mali del nostro paese sono solo gli immigrati o la Merkel.
Daniele Caluri ed Emiliano Pagani, due fumettisti livornesi, hanno portato in giro per anni uno spettacolo vagamente riconducibile ad uno dei loro maggiori successi, “Don Zauker”. In una delle ultime rappresentazioni che ho visto i due hanno spiegato perfettamente il concetto, applicandolo alla religione. Ma vedrete che la cosa è identica se il contesto diventa politico.
L’esempio è questo. Se uno ti chiede “come mai l’erba è verde?”; tu puoi rispondere in maniera scientifica e parlare di lunghezze d’onda della luce, dell’assorbimento di alcune lunghezze d’onda e della riflessione di altre. Ma nel 90% dei casi il tuo interlocutore si rompe le balle alla terza parola, oppure inizia a chiedere ulteriori spiegazioni a catena, finché tu non crolli.
La risposta della religione è invece apodittica ed autoconclusiva: “perché il Signore ha voluto così”.
Punto, partita chiusa, si passa ad un altro argomento. La cui eventuale risposta sarà comunque “perché il Signore ha voluto così”.
Una volta la religione funzionava, perché i bisogni -e le domande- erano semplici.
Adesso il mondo è complicato, e le questioni sul tavolo sono molteplici: dalla crisi mondiale alle figure di guano della nazionale italiana di calcio, passando per il ponte di Genova, il riscaldamento globale, l’ultima stagione di Games of Thrones…
Troppa roba, troppo complessa ed eterogenea.
Le risposte possibile a questa serqua di problemi complessi?
“I negri”. “Gli zingari”. “L’Europa/L’Euro/Macron/La Merkel”. “E allora il PD?”. “Prima gli italiani”. “Radici culturali comuni” (in realtà quest’ultima è in disuso perché è troppo complessa).
Come se ne può uscire?
Guardate, una buona partenza è fare ascoltare ai vostri figli David Bowie…
Barney