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Life on Mars

Quando sono in macchina con mia figlia è una continua lotta su cosa ascoltare in sottofondo alla radio. I gusti sono diversi quanto le decine di anni che ci separano, e solo l’autorità di pilota (prima che di padre) mi permette a volte di vincere il tiramolla.

L’altra sera ero riuscito a imporre semi-democraticamente una stazione rock, e a un certo punto mia figlia mi propone un patto: se non avesse indovinato l’autore del pezzo successivo avrebbe cambiato e scelto lei la stazione.

Mi aspettavo che giocasse a ciapanò, e che sbagliasse per passare a qualche stazione piena di brani usciti dal talent show di turno. E invece ha indovinato, con suo dispiacere -ma mio immenso piacere-, immediatamente il cantante.

Il brano era precisamente questo:

Precisamente nel senso letterale: quell‘interpretazione di quel brano.

E’ chiaro che la cura Ludovico che le impongo dà i suoi frutti, ma tutto sommato credo che non le sia dispiaciuto sentire Bowie.

Alla fine del pezzo mi ha stupito ancora di più. Ha esordito affermando che molti giovani votano Salvini, e mi ha chiesto perché, secondo me, succede questo.

Non c’era rimasto molto tempo, eravamo vicini a casa, e ho quindi sintetizzato al massimo la risposta: perché viviamo in un mondo di semplificazioni, in cui le risposte semplici a problemi complessi -magari date con un tweet o una foto- sono le uniche cose che la gGente ascolta. E pensa di capire.

Un po’ come per la musica: più facile ascoltare la roba standardizzata di oggi, pezzi che durano due minuti in cui nessuno suona qualcosa di simile a uno strumento e dove le parole sono “raga, frate, lama”, piuttosto che uno “Ziggy Stardust” dove se manca il basso te ne accorgi (almeno, io me ne accorgo).

Tutto questo mi ha poi fatto pensare che in realtà quel che han fatto Salvini e Di Maio è stato prendere il posto di quell’istituzione che per millenni di mestiere faceva solo quello: dare risposte semplici a problemi complessi: la religione, che oggi è più o meno in crisi come il PD.

Lega e M5S hanno semplicemente riempito un vuoto di risposte e -se vogliamo- di speranze. Sono stati aiutati da decenni di stordimento culturale a botte di televisione, social media, serie tv e reality show, e sono stati perfettamente in grado di capire il momento ed entrare in scena. La modalità acritica con cui qualsiasi cazzata dicano i due vicepremier viene digerita dall’elettorato a me ricorda l’accettazione prona ed ottusa del miracolo del sangue di San Gennaro, che in effetti essendo materia di fede non può essere approcciato con la ragione. Esattamente come il decreto “dignità”, quello “sicurezza” e la perla finale dell'”abolizione della povertà”: se ti fermi a riflettere sul contenuto ti accorgi per forza che sono cazzate, quindi devi crederci a prescindere, come a prescindere devi credere che i mali del nostro paese sono solo gli immigrati o la Merkel.

Daniele Caluri ed Emiliano Pagani, due fumettisti livornesi, hanno portato in giro per anni uno spettacolo vagamente riconducibile ad uno dei loro maggiori successi, “Don Zauker”. In una delle ultime rappresentazioni che ho visto i due hanno spiegato perfettamente il concetto, applicandolo alla religione. Ma vedrete che la cosa è identica se il contesto diventa politico.

L’esempio è questo. Se uno ti chiede “come mai l’erba è verde?”; tu puoi rispondere in maniera scientifica e parlare di lunghezze d’onda della luce, dell’assorbimento di alcune lunghezze d’onda e della riflessione di altre. Ma nel 90% dei casi il tuo interlocutore si rompe le balle alla terza parola, oppure inizia a chiedere ulteriori spiegazioni a catena, finché tu non crolli.

La risposta della religione è invece apodittica ed autoconclusiva: “perché il Signore ha voluto così”.

Punto, partita chiusa, si passa ad un altro argomento. La cui eventuale risposta sarà comunque “perché il Signore ha voluto così”.

Una volta la religione funzionava, perché i bisogni -e le domande- erano semplici.

Adesso il mondo è complicato, e le questioni sul tavolo sono molteplici: dalla crisi mondiale alle figure di guano della nazionale italiana di calcio, passando per il ponte di Genova, il riscaldamento globale, l’ultima stagione di Games of Thrones…

Troppa roba, troppo complessa ed eterogenea.

Le risposte possibile a questa serqua di problemi complessi?

“I negri”. “Gli zingari”. “L’Europa/L’Euro/Macron/La Merkel”. “E allora il PD?”. “Prima gli italiani”. “Radici culturali comuni” (in realtà quest’ultima è in disuso perché è troppo complessa).

Come se ne può uscire?

Guardate, una buona partenza è fare ascoltare ai vostri figli David Bowie…

 

Barney

L’alba dei morti sotto vetro

C’e’ questa isteria collettiva (non credo ci sia altro modo per definirla) che ha preso decine, migliaia, forse centinaia di migliaia di persone, tutte in fila a Roma per andare a vedere questa mummia qua:

zombie1

Oh, se qualcuno crede davvero che la faccia sia quella del frate, si svegli immediatamente. E’ una maschera di cera (o silicone?), perfettamente modellata su quel che rimane della capoccia di Fra’ Forgione. Anche il resto del corpo e’ oramai pergamena e ossa, rinchiuse in una teca a doppia tenuta ricolma di argon. Cosi’ non marcisce del tutto, e soprattutto la gGente non vomita dalla puzza.

Lo zombie e’ arrivato a Roma in pompa magna, annunciato da cartelloni che nemmeno l’ultimo concerto degli Stones al Circo Massimo, e il tragitto finale e’ stato tramesso in diretta tv e web da decine di canali. Come nei migliori concerti sold out, l’organizzazione ha previsto tre date, ossia il corteo trasportera’ la teca in tre chiese diverse, a garantire a tutti una comoda visione della mummietta.

Roba da pazzi.

La gGente, si diceva, fa la fila. E dopo la fila si fa il selfie con lo zombie:

zombie2selfie

Dall’altra parte c’e’ una seconda teca, con un altro corpo mummificato. Pero’ nessuno se lo fila, perche’ si sa: nemmeno la morte livella veramente.

Chi e’ l’altro? Pare si chiamasse Leopoldo Mandic, e che pure lui fosse francescano. Ma nessuno ci si fa il selfie assieme. Probabilmente era una persona molto migliore di Padre Pio; oddio, non che ci voglia moltissimo, in verita’, ad  esser meglio di uno che si teneva aperte le ferite alle mani con l’acido fenico, che si trombava le devote donnette di San Giovanni Rotondo almeno due volte a settimana, e che negli anni accumulo’ talmente tanti soldi da poter tirar su un ospedale, e comperare automobili a tutti i fraticelli del suo convento.

Nella prima tappa del tour pare si possano anche adorare le reliquie del santo, nel vero spirito medievale pre-luterano che pensavo fosse oramai superato: un mantello, i guanti e una benda insanguinata. Invece -come dicono i Paguri nel loro splendido “Don Zauker talk scio’“, il business della reliquia tira sempre alla grande, soprattutto in un paese nel quale -checche’ se ne dica- l’illuminismo ha sempre da venire…

 

Barney

 

 

Censura del cazzo

Che mi sembra la sintesi perfetta di cio’ che e’ accaduto ieri a Roma, in occasione della visita del barbudo asciugamanato Rouhani, Presidente dell’Iran.

La storia e’ oramai tristemente nota in tutto il mondo, e non val la pena spenderci piu’ di tre o quattro righe. Per dire essenzialmente che s’e’ trattato di una idiozia enorme che ci ha rappresentato come un paese vassallo della qualunque, che l’arte non si censura, lo fanno in genere i regimi totalitari. E che non si capisce come mai una cosa del genere a parti invertite (Renzi che va in Iran) non avviene mai. Ci sarebbe poi la questione della sovranita’ nazionale e della liberta’ di esprimerci -a casa nostra- come vogliamo, ma qua forse volerei troppo alto.

Mentre stasera tornavo a casa, pero’, pensavo che la stessa lecchinaggine, lo stesso atteggiamento da pelle d’orso distesa davanti al caminetto, la stessa censura per motivi prima di tutto religiosi, poi magari anche (anche) economici di sicuro i nostri politici l’avevano gia’ mostrata con altri capi di stato esteri.

Per esempio, mi chiedevo se una tale censura del cazzo (ma anche del culo e delle tette) fosse mai stata attuata per omaggiare la visita del Capo dello Stato di Citta’ del Vaticano, per evitare ai suoi occhi la vista delle nude forme classiche d’un Bronzo di Riace, o robe piu’ moderne come -che ne so?- “L’origine del mondo” di Courbet (che pero’ sta in Francia, e forse un caso non e’ che stia la’…).

Detto fatto, stasera scopro che a Torino nel giugno scorso i manifesti di una mostra di Tamara De Lempicka sono stati oscurati in occasione della visita del Papa alla Sindone.

Perche’ i dipinti della polacca -tra l’altro bisessuale- avrebbero potuto turbare sia il Papa che i pellegrini, accorrenti alla Sindone come mosche sul miele.

E allora, di che ci indignamo oggi? Di un comportamento che e’ lo standard del politico medio nostrano?

Oppure del fatto che la censura del cazzo e’ sostanzialmente lo specchio della assoluta mancanza di coglioni?

 

Ascoltiamoci “Madre superiora”, va’:

 

Barney

 

(Post telefonato…) Abate cruento

Tra le news di oggi risalta quella che riporta i comportamenti -come dire?- spendaccioni dell’ex-Abate di Montecassino, Pietro Vittorelli.

Uno che (per dirla con il Maestro Federico Maria Sardelli) non si faceva certo mancare camauri d’ermellino Estone, ne’ anelli d’oro a cassettate, e come si fa a non rilinkare lo splendido “Otto per Mille” dei Paguri, quando si cita il Sardelli (se non l’avete mai visto, guardatevelo)?

Uno che spendeva 34.000 (sisi, trentaquattromila) Euro al mese con la carta di credito tra boutiques di Ralph Laurent, cenette eleganti (magari con dopocena altrettanto elegante…), vacanze, viaggi, case comperate all’insaputa del fratello e via andare.

Tutti soldi donati dai coglion fedeli al Monastero, perche’ fossero usati per opere di carita’ (carita’ del cazzo dell’Abate si potrebbe aggiungere, se io e l’omino del mio cervello fossimo maliziosi), un po’ come l’otto per mille di cui sopra (non l’avete ancora guardato? E che state ad aspettare?).

Pietro Vittorelli, uno che (per non farsi mancare nulla) presenziava alle convention di Forza Italia -ma va’?- e che addirittura si dice volesse “scendere in campo“. Côté Partito Popolare Europeo, ça va sans dire, ovviamente.

L’abate Vittorelli. Che non poteva non farmi venire in mente l’Abate Cruento degli Elii, un pezzo notevole sia come testo (folle ma con una sua ragione), sia come musica, tratto da un disco eccellente.

Serve per alzare il livello del post, e il ritornello (se cosi’ si puo’ chiamare) non e’ a tema, e’ piu’ che a tema:

Abate cruento esaminatore,
personaggio discutibile di un brutto sogno.
Quanti grattacapi che non merito ora.
Quanti milioni di miliardi di problemi in un sogno.

La parte parlata finale serviva in Cicciput a legare i vari pezzi tra di loro, ed e’ notevole anch’esso. Il disco si chiude con “Pagàno Karaoke” non so se rendo…

Barney

I grossi misteri d’aa vita

Fare il commerciale (o, come declina il mio biglietto da visita, il “Marketing and Sales Manager” -con lo stesso stipendio di prima, sia chiaro…) di un’azienda del settore aerospaziale mi costringe (o permette, se preferite) a viaggiare parecchio. L’altro giorno ero perlappunto in pre-trasferta a Firenze, che oramai l’aeroporto di Pisa e’ quasi inagibile, a vantaggio dello scalo “lamMerda” di Peretola, che davvero ha senso solo perche’ in millanta ci mangiano e Rossi e il PD saran tra quelli. Insomma, dovevo dormire a Firenze perche’ il volo comodissimo e bisnes imbarcava alle 6,30. E io col cazzo che guido in stato comatoso alle 4 del mattino…

Ok. Quindi ero in albergo e m’ero messo a vedere un po’ di tv rilassante (una combo “Ballaro’ – Le Iene” in cui uno diceva “bianco”, l’altro “nero”), quando per pura botta di culo son capitato su Rete4.

Ed ho scoperto il fantasmatico programmone per cattotalebani de noantri che si chiama “La strada dei Miracoli” (se cliccate sul link vi puppate la puntata integrale).

Il pezzo che ho beccato io e’ stato quasi sufficiente a giustificare la trasferta (quasi al livello della visione di un quarto di LA Clippers – SA Spurs il primissimo mattino dopo, diciamo).

Parlava di STIMMATE.

Grand guignol religioso per eccellenza, base della santita’ di SanPio da FottiPuglia, reliquia vivente e scianguinante della Passione di Gesu’, le stimmate percorrono i secoli e appaiono e scompaiono che neanche le carte di Silvan. Tra l’altro, la loro accettazione in ambito cattolico e’ alterna come l’accensione e lo spegnimento delle frecce delle macchine. Ma divago, as usual.

Concentriamoci sui dieci splendidi menuti di visione mistica che ho avuto.

Lo studio, per prima cosa.

La presentatrice e’ una mistress dominatrice che non avevo mai visto prima. Eccovela qua, in posa algido-ambigua con sfondo Medjugorjesco [1] di ordinanza:

safiriaSi chiama Safiria Leccese, e il nome adespoto (o meglio: nomedelcazzo) dovrebbe subito fare ammosciare la fava a Camillo “ateodevoto” Langone. Pero’ penso che invece sia esattamente il modello di conduttrice che eccita l’immaginario collettivo che rappresenta il target della trasmissione: il cattotalebano italiano standard, perlappunto. Le mani sono in una posizione che qualcuno puo’ trovare ambigua, ma credo che la nostra trota l’abbia appositamente studiata. E l’ha tenuta per una ventina di secondi.

A fare da contraltare alla conduttrice, c’e’ un maschione tronista atto a riscaldare le valvole delle MILF e delle regazzine da catechismo. Tal Davide Banzato. Che, come ulteriore elemento eccitante, e’ un PRETE. Here he is, guys girls:

don-Davide-Banzato-BrasileOh, in trasmissione e’ rileccatissimo: capelli tagliati giusti, barba simmetricamente perfetta e tonaca nera con colletto bianco che fa tanto Don Camillo… Il trombamico d’elezione, direi.

Poi c’era Paolo Limiti nel ruolo di non ho capito bene cosa -forse “esperto”?-. E altre bestie di complemento.

Insomma, un Barnum da vedere e godersi appieno, anche in streaming completo!

Bene, tra ipotesi e domande come questa:

IMAGE00088(la cui risposta e’ banale: “stronzate, ciccio”)

la trasmissione s’e’ dipanata fino a quando l’ho seguita io. Cioe’ fino a quando Safiria (macchennomedelcazzo nonche’ apostato!!!) ha introdotto un “noto contattista e stimmatizzato“.

Al che io ho iniziato a pregare:

“No, dai. Cazzo. Non puo’ essere sempre in giro lulli’. Su, sara’ morto, oppure l’hanno arrestato. O internato in manicomio!”

Invece, come i piu’ sgamati avranno gia’ capito, era proprio lui. Cioe’ questo inculacredulones qua. che da vent’anni vive truffando la gente, al modico prezzo di un par di buchi nelle mani e du’ sgraffi nel grugno a cinghiale che si ritrova.

Alla vista del contattista stimmatizzato ho deciso che era l’ora di andargli un par di metri nel culo, alla “Strada dei Miracoli”.

Ramen

[1] Oh, ho scoperto che la madonnina di Medjugorje appare tutti i giorni alla stessa ora. Le 18,40. Incredibile (letterale) , ci si potrebbero rimettere gli orologi!

Barney

Clash of clans

Stamani non ho potuto resistere alla scena:

ImmagineI due tizi vestiti come due mormoni sono -ovviamente- i due Testimoni di Geova che stazionano sotto le logge da tempo immemorabile. Incredibilmente, in tanti anni di mie frequentazioni pisane non mi hanno mai fermato; in genere li attiro -loro e i geniali venditori di ciarpame che attaccano qualsiasi discorso con un “Posso domandarti se hai pregiudizi contro gli ex-carcerati?”, domanda alla quale io rispondo oramai da anni con “No, pero’ mi stanno sui coglioni quelli che mi chiedono se ho pregiudizi contro gli ex-qualcosa”. Funziona alla grande, e’ un ribaltamento delle posizioni che manda in tilt il programma che hanno a fatica imparato-.

Stamani hanno tentato la sorte; chissa’ come mai gli e’ venuto di fermare la suora assai anziana che ribatte con puntiglio alle loro apodittiche affermazioni. Ma Cristo santo: quella ha un par di millenni di esperienza alle spalle, vi va via agile!

 

Barney

Creationist Cosmos

Dio ha fatto tutto, a parte gli omosessuali che hanno scelto da soli la loro condizione.
E l’Universo non esiste, per la Chiesa Creazionista Battista dell’Alabama 🙂

Barney

CitizenGO spiega CitizenGO

Mi sto appassionando al sito dei cattotalebani petizionisti, lo ammetto.

Oggi m’e’ arrivato un loro reminder, perche’ NON ho risposto ad una mail della settimana scorsa. Ecco l’incipit della mail odierna:

Immagine

Le sottolineature rosse sono mie, ovviamente.

La sostanza, oltre al fatto che loro sanno che a me interessa questa causa (quale?) e sanno anche per certo che io difendo i loro stesso valori della vita, la famiglia e la liberta’, e’ semplice e diretta: mi si chiede di fare una donazione, adesso, immediatamente, di quindici fottutissimi Euro.

Poi c’e’ il testo della mail cui non ho risposto, e nel testo c’e’ una splendida tabBella che spiega tutto. Nella tabBella si mettono a confronto tre siti di petizioni on line: Change.org (famoso, credo sia il primo sito di questo tipo), Avaaz (di cui ho parlato tempo fa a proposito delle api), e poi ovviamente CitizenGO. Chi sara’ il buono? Chi saranno i kattivi? ImmagineSono dei geni, non c’e’ che dire.

 

 

Barney

Ho un nuovo idolo, e manco lo conoscevo…

Non ho ancora capito come, ma da un po’ di settimane mi arrivano sulla casella postale di Google tutte le petizioni aperte su CitizenGo.  Per chi non lo conoscesse, CitizenGo e’ una piattaforma sulla Rete dove si puo’ iniziare una campagna di raccolta-firme in modo molto semplice e rapido: dalla homepage del sito si puo’ stiacciare il bel pulsantone “crea la tua petizione“, e in tre balletti siam pronti a protestare contro l’uccisione della giraffina nello zoo di Copenhagen, oppure contro l’aggressione dell’ONU alla Chiesa Cattolica (??!!!!), contro la legge belga sull’eutanasia anche per i minori, e assieme a questo una serqua di raccolte contro i matrimoni omosessuali, le bandiere arcobaleno in Campidoglio (??!?!?!?!), le linee guida sull’educazione sessuale in Europa, e via andare di robe molto spesso molto, troppo catto-fascio-talebane per i miei gusti, pero’ interessanti perche’ mi danno la possibilita’ di vedere da vicino quanto sian bui i tempi che viviamo.

Vabbe’, ieri CitizenGo mi ha informato che il nostro paese corre un gravissimo pericolo: il festival di Sanremo verra’ infatti visitato tra pochi giorni da un cantante che si chiama Rufus Wainwright (di cui io ignoravo persino l’esistenza, pensa un po’), un canadese omosessuale che a me pare del tutto innocuo a sentirlo cantare, ma la mail di CitizenGo dice questo (grassetto e sottolineato mio):

“Xxxx ci ha contattati dichiarandosi offeso e indignato, dopo aver scoperto che il cantante in questione si esibisce spesso in performance denigratorie nei confronti del sentimento religioso dei credenti, con feroci parodie della religione cristiana e della figura di Gesù. Anche i testi dei pezzi di Rufus Wainwright non sono da meno quanto a blasfemia e vilipendio: ad esempio, nella sua canzone “Gay Messiah” (Messia Gay), Rufus Wainwright parla di un salvatore che rinasce “dal porno degli anni Settanta” e di “battesimo con lo sperma”, concludendo con i seguenti versi: “allora io mi inginocchierò e Glielo darò guardando in basso”.

Inoltre, il cantante è da sempre un aggressivo attivista nel campo dei presunti “diritti delle persone LGBT”, ovvero della possibilità da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso di sposarsi e adottare figli. Di conseguenza, non è difficile prevedere che la presenza di una “icona gay” al Festival di Sanremo rappresenterà l’occasione per un ennesimo caso di propaganda ideologica contro i valori della famiglia fondata sull’unione di una donna e un uomo.

Qui non si sta mettendo in discussione la libertà di espressione di un cantante (libertà che comunque deve accordarsi con il divieto di vilipendio alla religione, secondo l’articolo 403 del Codice penale), ma si sta parlando dell’inopportunità e la faziosità di proporre questo tipo di contenuti in prima serata e nella trasmissione più vista dell’anno dal pubblico italiano.

Soprattutto, molti telespettatori sono stati feriti dal fatto che Rufus Wainwright sarà ospitato dalla televisione pubblica, che dovrebbe dimostrare un’attenzione massima ai propri contenuti e al rispetto della sensibilità di chi guarda, e che soprattutto (il che non è trascurabile) viene finanziata dal canone RAI, che in quanto tassa dello Stato è obbligatorio per tutti. Come scrive giustamente Xxxxx nella sua petizione, “è semplicemente vergognoso che un telespettatore debba essere insultato e offeso nella sua libertà religiosa da un cantante pagato con le tasse che egli stesso versa nelle casse dello Stato”.

Su internet da alcuni giorni sono partite iniziative e campagne di vario genere contro questa ospitata: c’è chi invita tutti a non pagare il canone RAI e chi propone il boicottaggio della kermesse sanremese. Noi di CitizenGO vogliamo agire in modo concreto ma non per questo illegale: decidere di non guardare il Festival è ovviamente un diritto di ognuno, ma qui non è solo in gioco il gusto del singolo telespettatore, in quanto si tratta di difendere la libertà religiosa di tutti (anche la mia e la tua, Barney, che magari neppure guarderemmo l’eventuale esibizione) e di ripristinare il valore di un servizio pubblico rispettoso della sensibilità di ciascuno e libero dalla propaganda del discorso unico.”

Oh, e’ tutto vero: l’unica modifica che ho fatto e’ aver tolto il nome della persona che ha scritto la petizione.

Ho anche scoperto che i papaboys sono gia’ frementi ai loro posti per tirare gavettoni d’acqua santa al cantante frocio che si vorrebbe esibire al festival della canzone Italiana.

Non mi resta che farvi ascoltare “Gay Messyah”, cosi’ la vostra anima sara’ perduta per sempre, ed i cardini della societa’ europea cadrnno sotto i colpi di Lucifero in persona.

Penitenziagite, e du’ ova:

Barney

L’intervista a Julian Barnes

Ieri, dopo mesi e mesi di letture insignificanti ed inutili di quel che da noi si chiama “quotidiano”, m’e’ capitato di non rimpiangere assolutamente il prezzo del giornale che tutte le mattine compero per riflesso condizionato. E’ successo con “Repubblica”, che -assieme a un articolo su Arduino che ha spinto Intel ad imboccare la strada dell’Open Source elettronico, all’incipit della prossima uscita dell’ennesimo romanzo postumo di Mordecai Richler presentato come “il prequel della Versione di Barney” (e te, che lo leggerai, sai gia’ che si trattera’ di qualcos’altro, ma sicuramente sara’ divertente) e ad un interessante articolo sul commercio di piccioni viaggiatori in Cina- ha pubblicato una intervista a Julian Barnes.

Di Barnes ho letto “Il senso di una fine“, uno dei libri che mi hanno maggiormente colpito sia per come sono scritti che per il contenuto;  l’intervista mi ha fatto scoprire un uomo duro e fragile allo stesso tempo, una persona che ha -forse?- superato il lutto della morte della moglie con un atteggiamento che pare cinico e freddo, ma che secondo me e’ lo specchio di un animo sensibile e maturo.

Alcune sue risposte sono davvero un trattato di filosofia spicciola, si avverte nel dialogo una rassegnazione di fondo che non e’ triste, pare stoica ma in realta’ lascia intendere un ribollire di passioni sotto la scorza del meccanicismo di facciata. Anche quando dice “moriremo tutti”, lo dice con un tono tranquillo e posato che mi inorgoglisce al pensiero d’essere pure io un umano; quando declina il facile conforto della fede a favore della verita’ lo fa lasciando uno spiraglio al dubbio della non completa conoscenza dell’universo:

Non ha mai cercato in questi anni la consolazione della religione?
“No. I miei genitori non erano credenti, non andavamo mai in chiesa tranne che per i matrimoni. Mi definisco un agnostico perché non credo ci sia alcuna prova dell’esistenza di Dio, anche se l’estensione di quanto siamo in grado di vedere non è poi tanto grande. Ho una visione molto darwiniana e meccanicistica dell’universo: siamo dei freak, un meraviglioso esempio di qualcosa troppo ben evoluto per il nostro scopo. Ma l’universo non ha sentimenti; lo stesso atteggiamento che ha verso di noi, lo ha per gli scarafaggi. Noi tutti spariremo, compreso l’universo stesso, e siccome l’essere umano è egoista ed egocentrico, probabilmente accelereremo i tempi”.

Mi pare un uomo il cui pensiero debba essere letto, nel mare di mediocrita’ sul quale navighiamo…

 

 

Barney