Tre parole spruzzate su un anonimo muro di un’anonima città italiana, mandatemi da Pendolante, a definire una verità assoluta-almeno per me-, comunque le si voglia leggere.
Eccole:
Intanto ammiro la capacità di fotografare dritto di Katia, e pure la drittezza di chi ha scritto magari al buio in quasi perfetto piombo con l’orizzonte.
Poi, non posso che concordare -in qualunque maniera si intenda la scritta- con lo scrivente: sia che si parli di bevanda gassata al caramello, sia che ci si riferisca alla polverina da naso, sia che la “e” abbia o meno l’accento siamo comunque secondo me dalla parte della vera mediocrità. La coca da naso non credo la proverò mai, quella da bere a me ha sempre fatto schifo, credo che da quando ho memoria ne avrò bevute una decina, e direi tutte con aggiunta di rum.
Il blues invece mi piace, e mi piacciono Margo e i suoi fratelli.
Barney
Coca ha le prime tre lettere piegate in avanti, mediocrità le ha diritte o leggermente piegate indietro. Le C di coca sono quasi chiuse, l’altra è molto aperta. Anche le due A sono diverse: sono due mani. La e, essendo in corsivo, non saprei. La prima è un inno (o un’invocazione), la seconda una randellata sulle gengive.
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Mhhh… Secondo me e’ la stessa persona, magari si e’ dovuta piegare per scrivere “mediocrita’”, ma potresti avere ragione.
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La città è Bologna
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