Grave, ma non seria

La situazione è grave, non tanto perché il governo Serpeverde scimmiotta una politica nazional-socialista, cosa che però non sono in grado di attuare neanche con l’insegnante di sostegno, questi qua. Ho già scritto che Salvini -e in misura minore Di Maio- di quell’epoca mutuano le semplificazioni ad usum coglione: le promesse roboanti, il continuo cambiare bersaglio attenzionale di chi li sta a sentire, l’individuazione di gruppi minoritari cui accollare tutte le colpe del mondo… roba  che un liceale che due righe sul manuale di storia le ha lette non ci può cascare, ma pare che invece alla gGente sia taaanto piaciuta…

E’ grave non solo perché l’opposizione in trent’anni di berlusconismo non ha ancora capito che più si prende sul serio il problema, ma più gli si risponde con proclami ad minchiam (si, Rolling Stone: sto parlando di te), più l’avversario ha gioco facile a compattarsi e a urlare al radical chic di sinistra che non capisce i problemi del paese, e parla dalla sua villa in riva al mare di Capalbio.

E pensare che basterebbe sottolineare quanto nulla di pratico (lasciate stare la Aquarius e i roboanti summit europei dove ci pisciano in testa che è una bellezza, per favore) abbiano fatto i Serpeverde in questo poco tempo, oltre che parlare, cercare il nemico nella minoranza del giorno, coprirsi di ridicolo con videini e messaggetti del cazzo su qualsiasi social vi venga in mente. Ora per dire Salvini ha messo i taser in mano alla Polizia, e tutti a pensare -anzi, a credere- che così il problema della sicurezza si risolverà. Mah…

E’ tutto così irreale e circense che oramai anche i grillini non possono non andare dietro ai leghisti, e se a Pontida si è certi che i bambini affogati l’altro giorno sian solo bambolotti, i cinquestelle il dubbio lo devono avere, che sia stato tutto teatro. Non possono permettersi di prendere per buona la spiegazione semplice (sono bimbi morti affogati), come non possono esser certi che le scie chimiche non esistono, o che i vaccini sono innocui. Devono dubitare, di tutto e di tutti, a meno che la rRete -o bBeppe- non proclami la Verità, che allora è indiscutibile, diventa un fatto acclarato. Almeno i leghisti hanno poche idee ma chiare (direi due: negri e zingari a casa loro, Italia agli italiani), e possono permettersi di osannare Rita Pavone che sfancula Eddie Vedder e i Pearl Jam (con i PJ che rispondono: Rita Pavone? Who the fuck is Rita Pavone?), senza avere mai probabilmente sentito cantare né Rita, né Eddie.

Di Maio è tapinescamente costretto a cercare supporto in Jerry Calà (no, dico: Jerry stracazzo Calà: uno che per far ridere doveva sembrare ancora più scemo di quel che in realtà è, ma non son sicuro di questa affermazione), e a twittare “Libidine!” stamani, in risposta a un altro peto da 140 caratteri dell’ex- attore (scusate il termine) che dava la colpa di tutto alla sinistra (per i negri aspettiamo due giri, poi escono anche loro), e davvero in questa lotta di titani tra chi non sta con Salvini e lo dice su Rolling Stone e la combo dell’ospizio Pavone-Calà a me viene da tifare per il povero cane da calcio (la padrona l’ha orgogliosamente presentato come un incrocio tra un Pincher e un Chiuhahua, a me è parso più un topo marroncino) che l’altro giorno volava accanto al mio sedile, rinchiuso in un “trasportino” che sarà costato quanto un diamante della Tanzania.

Ma diamogli tempo, no? Si dice sempre così: diamogli tempo. Poi giudicheremo. E quanto sarebbe questo tempo? Sei mesi? Un anno, cinque anni? Trenta, come ha proclamato il Duce della Lega sulle malghe bergamasche l’altra domenica?

Aspettiamo, ora c’è in ballo il Decreto Dignità, che mi pare un obbrobrio a ventisette teste che fa rabbrividire anche il Referendum costituzionale di Renzi, vediamo cosa ne esce se e quando questa roba verrà presentata (magari un giro di consultazioni su Rousseau lo vogliamo fare, o stavolta si passa la mano?), poi vedrai che la Lega impone il porto d’armi libero e la libertà di sparare giorno e notte “a casa propria”, una roba che il Make my Day è una sciocchezza al confronto, e vedrai che tutto passa.

E se non passa c’è il poliziotto col taser, tranquilli.

 

Barney

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