L’economia ai tempi del governo Serpeverde, spiegata ai suoi elettori

Da qualche giorno, accanto alle ipotesi su chi sarà la marionetta di Salvini e Di Maio il Presidente del Consiglio, girano anticipazioni su quali saranno gli interventi che il quasi Governo ha in canna per far “ripartite l’economia” italiana, interventi che spesso sono paralleli all’affrancarsi dal giogo franco-tedesco e prodromici all’uscita dall’odiato EurodiProdi.

Una delle mie preferite, e una di quelle più osannate dai leghisti (e dai grillini, di riflesso) è quella tirata fuori da Claudio Borghi, economista vicino a Salvini, che da un par di settimane ha estratto dal suo cilindro i miniBOT.

L’idea di Borghi è in estrema sintesi la seguente:

Lo Stato Italiano è  poco propenso a pagare in tempi ragionevoli (forse bastava “poco propenso a pagare”)e quindi risulta debitore nei confronti di moltissimi contribuenti, siano essi privati cittadini o –peggio- aziende. Perché lo Stato non paga è facile da capire: non ha i soldi necessari. E allora ecco la genialata Serpeverde: al posto dei soldi che lo Stato deve ai suoi creditori, si emettono dei titoli di stato a copertura di quel debito che già esiste! Al contrario dei BOT normali, però, questi (mini)BOT avrebbero la caratteristica di potere essere spesi ovunque (parole di Borghi), per comperare e pagare qualsiasi cosa. Incluse le tasse che il cittadino deve versare allo Stato.

L’idea che sta sotto questa pensata è che siccome l’Italia NON PUO’ più stampare moneta a manovella per far fronte ai suoi bisogni di cassa (e quindi non può più svalutare la sua moneta ed inflazionare l’intera economia nazionale), allora si stampano questi pezzi di carta, che non sono soldi veri (né veri titoli di stato, peraltro…), e gli si dà valore legale. Un po’ come successe una quarantina d’anni fa con i miniassegni, e chi c’era sa come è finita.

Ora, l’intento di questo post sarebbe far capire bene ai grillini e ai leghisti che capitano qua per caso cosa sono i miniBOT e a cosa servono, per cui inizierò semplificando i termini del problema, e chiamando i miniBOT “torte di fango“. E non parlo di torte al cioccolato, no. Voglio indicare, con “torte di fango”, proprio delle frittelle di terra umida fatte seccare al Sole. Quindi: miniBOT=torte di fango.

Già con questo piccolo artificio semplificativo si intuisce che la qualità dell’idea non è eccelsa: uno Stato che emette torte di fango e che con quelle pretende di sanare i suoi debiti a me fa subito venire in mente certe tribù africane di tre o quattrocento anni fa. Ma poniamo che queste torte di fango vengano davvero tirate fuori dalle intellighenzie grilline e leghiste.

Ecco, in questo futuro prossimo un giorno un cittadino (sia egli iscritto a Rousseau, sia egli un fervente frequentatore di gazebo domenicali) con -poniamo- un credito di 10.000 Euro nei confronti dello Stato Italiano si vede arrivare a casa un barroccio trainato da un italico mulo sovranista. Dal barroccio scende un sorridente ragazzotto con un cestino di vimini in mano. E il cestino è pieno di torte di fango, che al cambio di Borghi valgono oggi 2.500 Euro. Quattro torte di fango e il debito è saldato, lo Stato è contento e il cittadino pure.

Forse.

Dico “forse” perché nella mia testa quel cittadino i 10.000 Euro li ha sborsati veramente (o ha venduto allo Stato roba per 10.000 Euro), e -sempre nella mia testa- quel cittadino i 10.000 Euro li aspettava per pagare tre bollette del gas, due fatture del dentista e magari un paio di spese settimanali al supermercato. Adesso ha 4 torte di fango, che secondo Borghi valgono 10.000 Euro e possono essere spese dovunque, per comperare qualsiasi cosa.

Va alle Poste, e presenta i bollettini al cassiere, il quale chiede subito “Come paga? Contanti o carta?”. “Torte di fango!” risponde il cittadino. “Ah… Guardi, per adesso non le prendiamo perché non passano dal POS, ma se torna tra una settimana il Professor Borghi ci ha assicurato che le macchine mangiafango saranno installate in tutti gli sportelli d’Italia” (L’installazione di macchine mangiafango in tutte le Poste italiane sarebbe un ottimo volano per l’economia, in effetti. Peccato che le aziende che producono POS non accettino di essere pagate in torte di fango, come Borghi scoprirà di lì a poco…).

Sconsolato, il cittadino va dal dentista, cui deve quasi 7.000 Euro (senza fattura, perché con l’IVA al 28% conviene pagare così) e deposita sul bancone della receptionist tre torte di fango, chiedendo indietro una bella 500 Euro di resto. La signorina, molto carina e molto giovane, sgrana gli occhioni blu e chiede cortesemente cosa cavolo sono quelle zolle di terra sul bancone. “Sono i vostri soldi, no? Tre torte di fango, sono 7.500 Euro, mi faccia il resto e non si preoccupi della ricevuta“. La signorina sfodera i canini, ride sul muso del cittadino, lo manda educatamente a fare in culo e lo avverte che se entro 5 giorni non porta 7.000 Euro veri gli manda a casa la “Randello Srl“, nota startup di recupero crediti 24 ore su 24, prezzi modici e risultato garantito.

Il cittadino ha votato Lega o M5S, ma non è scemo: capisce che andare al supermercato e cercare di pagare la spesa con le torte di fango  non ha molte probabilità di funzionare. Però è senza soldi, e in qualche modo deve cambiare le sue torte di fango in Euro (che sarà anche di Prodi, ma ha una flessibilità di utilizzo ancora ineguagliata rispetto alla torta di fangodiBorghi).

Fortunatamente, oltre alle startup di recupero crediti fioriscono nei vicoli delle città imprese un po’ meno regolari, che si occupano del cambio torte di fango/Euro. In teoria (l’ha detto Borghi!) anche le banche cambiano torte di fango in Euro, ma stranamente in pratica non se ne trova una disposta a farlo. E quindi ci si deve rivolgere ai cambiafango “abusivi”, soggetti al limite della legge ma tollerati dalle forze dell’ordine, che purtroppo applicano tassi di cambio parecchio penalizzanti per il cittadino: le 4 torte di fango dall’abusivo valgono 3.000 Euro, e il povero cittadino non si può lamentare: ieri il tasso era anche peggiore.

In attesa che la “Randello Srl” faccia visita al nostro cittadino, suggerisco agli elettori del governo Serpeverde di chiedere a Di Maio e Salvini a gran voce una ed una sola cosa, per le torte di fango: che esse vengano usate solo per pagare gli stipendi dei politici.

Tanto , che differenza c’è con i soldi veri? L’ha detto Borghi, sarà vero!

 

Barney

6 pensieri su “L’economia ai tempi del governo Serpeverde, spiegata ai suoi elettori

  1. CimPy

    “e lo avverte che se entro 5 giorni non porta 7.000 Euro veri gli manda a casa la “Randello Srl”, nota startup di recupero crediti 24 ore su 24, prezzi modici e risultato garantito”

    Genio. Ma soprattutto, per l’idea di pagarci i politici che però – guarda un po’?! – invece di quelle torte di fango, loro, nemmeno una se ne prenderanno.

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  2. ijk_ijk

    Le torte di fango sono comprensibili da chiunque. Temo invece che ci rifileranno un criptomoneta autarchica volatile come i sogni prima dell’alba.
    Vediamo chi sarà il primo esponente del governo a pronunciare la parolina magica “blockchain” come soluzione a tuyyi i mali. Se non sbaglio gia nel “contratto” è stata citata.

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  3. Pingback: A simple prop to occupy my time | BarneyPanofsky

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