Questa non posso non segnalarla: stimare il tempo necessario per fare qualcosa e’ parte delle cose che faccio, e spesso (eufemismo per “sempre”) la stima e’ (stra)cannata per difetto:
L’alt-text apre un mondo che svelo subito dopo la citazione:
Corollary to Hofstadter’s Law: Every minute you spend thinking about Hofstadter’s Law is a minute you’re NOT WORKING AND WILL NEVER FINISH! PAAAAAANIIIIIIC!
E quindi uno deve per forza andare a vedere cosa caspita dice la legge di Hofstadter:
“ci metti sempre piu’ di quello che pensavi fosse il tempo necessario, anche se tieni conto della legge di Hofstadter”
che e’ bellissima nella sua ricorsivita’, ma che purtroppo ti fa venir voglia di andare a leggerti anche “The Mythical Man-Month” e la “Legge di Parkinson“, per non parlare della famosissima “regola 90-90” del perfetto sviluppatore:
“The first 90 percent of the code accounts for the first 90 percent of the development time. The remaining 10 percent of the code accounts for the other 90 percent of the development time”
Che sono ancora tutte sacrosante verita’, estrapolabili anche ad altri settori (e probabilmente anche alla vita privata…).
Barney
In sintesi:
ogni attività richiede più tempo di quanto si pensi.
Un buon algoritmo per arrivare a stime sensate?
Moltiplicare per 2 e cambiare l’unità di riferimento del tempo passando all’unità immediatamente superiore (convertendo i minuti in ore)
Esempio:
20 minuti cioè 0,33 ore -> 0,66 giorni (lavorativi) cioè circa 5 ore
4 ore -> 8 giorni
3 giorni -> 6 settimane…
🙂
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Una altra tecnica per arrivare a produrre stime che, a consuntivo, saranno vicine al verificatosi è questa:
per ogni 10 mesi di lavoro/uomo, aggiungere 2 settimane per gli imprevisti.
Poi aggiungere altre 2 settimane per gli imprevisti che non si hanno previsto
🙂
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Io faccio il massimo, ma più che raddoppiare non posso 🙂
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Naturalmente al tempo calcolato vanno aggiunti: il tempo perso per calcolarlo, quello perso a incazzarsi per avere buttato via tutto quel tempo per niente, quello perso per ricalcolare tutto a partire dal momento in cui si era cominciato a calcolare, quello pers…
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Ecco perché arrivo sempre in ritardo!
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Quelli bravi lo chiamano Risk Management. In realtà l’ha inventato Socrate, che era uno forte MA DAVVERO.
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Massi’, chiamiamolo Risk Management. Che equivale a dire -come suggerito da Daniele-: moltiplichiamo per n la stima fatta in fase di studio di fattibilita’ 😛
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Quando spiegano questi concetti sul pmbok mi viene da sorridere…
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