Ogni tanto anche dalle nostre parti, anche su media “di regGime”, si possono trovare aggiornamenti sullo stato dei LuxLeaks, l’enorme mole di documenti che dimostra, al di la di qualsiasi ragionevole dubbio, come Jean-Claude Juncker (l’attuale presidente della Commissione Europea; non lo Sbuzzagrilli, quindi…) sia assolutamente uno scandalo in quella posizione li’.
Due brevissimi accenni al caso, ma prima la premessa fondamentale che da sola basterebbe a definire “unfit” l’uomo: egli ha fatto per diciotto fottutissimi anni il Premier del Lussemburgo, e si e’ dimesso solo a causa di uno scandalo ingestibile di raccolta illegale di informazioni, intercettazioni, ricatti e altre amenita’ di questo livello. Diciotto anni a capo del governo di uno stato che solo un anno fa ha iniziato a perdere lo status di paradiso fiscale, una meta per i capitali (leciti ma molto spesso illeciti) di mezzo mondo. Un posto dove -come ha evidenziato LuxLeaks– si potevano -attenzione: legalmente– pagare tasse sugli utili del 10, 6, 2 e addirittura dello ZERO VIRGOLA VENTISEI per cento. Cioe’, io guadagno cento Euro, e verso VENTISEI CENTESIMI nelle casse dello stato lussemburghese. Che mi ha proposto lui l’affare, sia chiaro.
Zero virgola ventisei. Era l’aliquota che pagava la Disney sui suoi ricavi, di MILARDI di Euro.
Ecco, tutto questo e’ accaduto quando Jean-Claude Juncker era il capo di governo del Lussemburgo, paradiso fiscale per quasi quattrocento multinazionali che impiantavano la loro sede legale nel principato e beneficiava di leggi fatte apposta per attirare investitori (non si sa con quale vantaggio per lo stato stesso, visto che la produzione rimane in altri posti, e di tasse ne incassano pochine).
Ora l’ometto di specchiatissima onesta’, quello costretto alle dimissioni dallo scandalo-intercettazioni dopo diciotto anni di accordi sottobanco con centinaia di multinazionali con bilanci multimiliardari, e’ Presidente della Commissione Europea.
E ieri il soggettone ha minacciato Francia e Italia riguardo allo sforamento del rapporto deficit-PIL. Ha detto “se i due paesi sforeranno, ne pagheranno le conseguenze”.
E’ bello sentire queste affermazioni apodittiche, soprattutto da uno di cotali principii morali, uno che che se pagasse le conseguenze delle sue azioni avrebbe come minimo una quarantina di anni di carcere duro.
E nella migliore delle ipotesi (dal mio punto di vista, chiaramente) un trave piantato di traverso in culo.
Barney
Oltre alle singole responsabilità e cv di ciascun membro della CE diciamo che quest’ultima è un fallimento mascherato, un ennesimo organo politico incapace di conseguire risultati concreti (ed omogenei, come vorrebbe lo spirito stesso dell’unione). È un non-luogo per destinare e sprecare inutilmente fondi e ruoli dei quali beneficiano sempre le stesse lobby.
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La cosa preoccupante è proprio questa, se ne parla tranquillamente su Radio24 senza che qualcuno arrossisca un po’.
Attenzione spoiler!
A giorni Napolitano ci spiegherà che il problema siamo noi.
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Da uno che, come dicono a Milano, sensa fa gnanca un plissé, è passato da repubblichino a pubblico estimatore di Pol Pot, questo e altro.
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