Il titolo del post e’ la traduzione fedele (mai aggettivo fu piu’ indicato…) del titolo del brano che rappresentera’ il contenuto del post stesso: A quick one (while he is away). La band e’ la piu’ grande rock and roll band della storia della musica, i Who.
La canzone e’ in realta’ una specie di mini-opera rock che cambia tempo e ritmo cinque o sei volte, e racconta quel che dice il titolo: una donna aspetta il fidanzato che pero’ non torna il giorno dovuto e allora lei cede alle lusinghe di Ivor, un -per dirla alla Guccini- macchinista ferroviere. Al suo ritorno il marito, dopo avere accolto il racconto lacrimoso della moglie fedifraga, perdona la donna… e vissero tutti felici e contenti.
Non sto a smenarla troppo: “A quick one” e’ un grandioso esempio di come si suona e si canta se si vuole essere una band che fa la storia. Tutti gli strumenti (compresa la voce di Roger) sono accordati e riconoscibili ad occhi chiusi: il pezzo non sarebbe lo stesso se il basso non avesse il suo spazio, e la batteria non fosse quel muro sonico che e’, e se alla chitarra ci fosse uno piu’ tecnico ma meno vitale di Townshend.
Ecco il pezzo (i primi cinque minuti sono di spiegone, la musica inizia dopo):
Barney
1. E’ marito o fidanzato?
2. Ma visto che lui tanto non c’è, perché diavolo si accontentano di una misera sveltina?
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Boh? Il legittimo partner, via!
Perché una botta e via? Beh, credo perché poi il partner torna, e poi Ivor è vecchio, non regge la botta 🙂
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CVD: sempre una scusa pronta, voi uomini, per non fare le cose come si deve!
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Ma che ingiusta calunnia!
Ma che gente frequenti?
😛
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Ho toccato qualche tasto sensibile? 😛
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:-O
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