Sono rimasto molto indietro con i what-if di Randall, vedo di rimediare con questo post multiplo.
La domanda di questa settimana e’ “Se i datacenter di Google usassero schede perforate, quante ce ne vorrebbero?“. La risposta e’ “uno stonfo e mezzo”, ma come sempre la domanda e la risposta principali danno la stura a una serie di considerazioni laterali di altrettanto interesse. La chiusura, che spiega esattamente come scoprire la posizione dei segretissimi datacenter di Google una volta determinata la citta’, e’ esilarante.
La settimana prima la domanda era “Se salto giu’ da un aereo con un par di serbatoi di elio e un enorme pallone sgonfio, ce la faccio a salvarmi gonfiando con l’elio il pallone?“. La risposta e’ che ce la si puo’ fare a salvarsi, a patto d’avere un pallone grosso e resistente. E di cadere da molto in alto 🙂
Ancor prima un quesito che mi sarebbe piaciuto aver posto io: “Quanto posso andare forte in auto per prendere a manetta un dissuasore di velocita’ e sopravvivere?“. La laconica risposta iniziale e’ “surprisingly fast”, per scoprire poi che quel che vi ucciderebbe, alla fine, sarebbe la portanza.
Poi c’e’ stato questo, molto filosofico-fantascientifico-niueig: “Se ci si potesse teletrasportare in un posto a caso sulla superficie terrestre, quali sarebbero le probabilita’ di vedere segni di vita intelligente?“. La risposta, purtroppo, e’ che -pur essendo la Terra coperta per piu’ del 70% da acqua- le probabilita’ di trovare un segno delle attivita’ umane e’ elevatissimo, dovunque. E spesso questo segno si chiama “inquinamento”… Ma anche in mezzo al piu’ sperduto deserto o in mezzo all’oceano meno inquinato, basta alzare gli occhi al cielo, di notte, e osservare il veloce passaggio di innumerevoli satelliti artificiali. Di giorno ci sono le scie chimiche, chiaramente!
C’e’ stato poi qualcuno che ha domandato “Se avessi una versione stampata di Wikipedia in -diciamo- inglese, quante stampanti ci vorrebbero per mantenerla aggiornata rispetto alle modifiche fatte nella versione online?“, domanda che ha una risposta sorprendentemente stringata:
Infine, uno dei miei quesiti preferiti sino ad oggi, che parla di razzi, di spazio e di velocita’ orbitale. La domanda e’ stata posta in molti modi, uno e’ questo “Che succederebbe a un satellite che frenasse al suo rientro in atmosfera usando dei retrorazzi come ha fatto la gru volante su Marte? Avrebbe questo satellite ancora la necessita’ di scudi termici?“. La risposta e’ composita ed accurata come puo’ esserlo quella di un ex-ingegnere della NASA, e parte con una informazione che quasi nessuno ha in mente: lo spazio e’ solamente 100 chilometri sopra di noi. Non e’ difficilissimo fare questi 100 chilometri, il difficile (e il costoso in termini di propellente… ) e’ riuscire poi a stare in orbita girando a velocita’ di 8 chilometri al secondo…
Barney
XKCD già è una droga, poi ho scoperto i “What if…” e si è completato il quadro di dipendenza. Ma vedo che non sono solo…
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Xkcd e w-i-xkcd sono piccole oasi di intelligenza in un mondo di reality show…
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…e talk show, e “tribune politiche”, e pseudoscienza un tanto al chilo. Comunque confesso di provare un po’ di invidia per la creatività di Munroe: avere costantemente buone idee è un gran dono.
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🙂
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