Stamani sul treno ho beccato un personaggione.
Uno che da come s’e’ comportato e’ al limite tra la normalita’ e la pazzia lucida, quello stato in cui non e’ impossibile che le cose che urli di voler fare poi tu non le faccia sul serio. E se incidentalmente ti trovi per le mani un’arma, beh, potrebbero esser dolori…
Ma andiamo con ordine: il treno che prendo di solito era in leggero ritardo (dieci minuti Trenitalia, che equivalgono a quindici minimo nel mondo reale), tanto che quello prima (in clamoroso ritardo) era partito esattamente al mio arrivo in stazione. Il risultato e’ stato un treno semivuoto, con il mio vagone occupato da me e un paio d’altri viaggiatori. Fino alla stazione di San Giuliano Terme, due fermate prima di Pisa Centrale, “termine corsa del treno” come ci avverte ogni tanto la voce dagli altoparlanti della carretta a gasolio che alle Ferrovie s’ostinano a chiamare “treno”.
A San Giuliano e’ salito un tizio, eta’ stimata tra quarantacinque e cinquanta, che s’e’ messo sul sedile accanto al mio. Appena arrivato ha dato un’occhiata sonora ai titoli di Repubblica, che avevo lasciato sul sedile di fianco a me. Con “occhiata sonora” intendo una lettura di dieci secondi con commento a voce alta atto a instaurare un dialogo con lo sconosciuto viaggiatore in cui ti sei imbattuto. Io ero abbastanza preso dalla lettura di questo romanzo qua (che vi consiglio di scaricare gratuitamente e legalmente), per cui non ho dato piu’ di tanto peso alla cosa.
Un cinque minuti dopo, in prossimita’ della stazione di Pisa San Rossore, il tizio mi chiede se puo’ dare un’occhiata seria al giornale. Io non vedo perche’ rispondergli di no, e lui si immerge nella lettura. Arrivati alla stazione di San Rossore, scendono gli altri due viaggiatori, e rimaniamo io e il mio nuovo amico a farci compagnia per gli ultimi cinque minuti di viaggio.
Appena il treno riparte, l’uomo mi restituisce il giornale, commentando ad alta voce la notizia della contestazione di Crozza a Sanremo. Io faccio la cazzata, e gli dico -riprendendo il giornale- che non ho visto l’episodio incriminato.
L’amico non aspettava altro che un aggancio: da quel momento e per i successivi quattro minuti ha parlato -meglio: urlato- solo e sempre lui, con alcuni miei tentativi di intervento subito stoppati dalla veemenza delle sue argomentazioni.
Di cosa ha parlato, l’uomo? Beh, non e’ semplicissimo fare un reportage accurato, ma ci provero’.
All’inizio s’e’ agganciato all’episodio di Crozza, sostenendo che un paese in cui non si puo’ contestare nessuno non e’ un paese civile.
Poi ha osato, affermando che dovrebbe essere diritto di tutti -in un paese civile- ammazzare chi impedisce di cambiare le cose. Ha sostenuto, con tanto di gesto di chi tira il collo alla gallina, che lui riteneva di dover potere ammazzare chiunque, pena la retrocessione del nostro paese a Terzo Mondo della democrazia.
Poi ha agganciato l’affermazione di cui sopra al fatto che questa situazione di stallo, e di non possibilita’ di tirare il collo a chi vogliamo, e’ frutto di una nazione (l’Italia) che non e’ nata sul sangue di una guerra, ne’ tantomeno di una rivoluzione.
Qui ho provato il primo intervento, rammentando all amico (che oramai stava concionando in piedi, quasi con la bava alla bocca) che a ben guardare una guerretta civile l’abbiamo avuta anche noi, con tanto di Partigiani. Lui s’e’ messo a ridere istericamente: “I partigiani? Ma non mi faccia ridere! Cinquemila? Diecimila morti? Ci voglioni i MILIONI DI MORTI per fare una nazione!!“.
Da li’, non ho capito come, ha attaccato il discorso dell’invecchiamento della popolazione. Mi pare d’avere capito che suo padre -o suo suocero?- ha ottant’anni e ha ancora la patente. Per il mio nuovo amico, tutto cio’ e’ inconcepibile. A ottant’anni NON SI PUO’ guidare una macchina. A ottant’anni si ruba il cibo ed il futuro ai giovani, quindi… ti si da’ una pensione fino ai settantanove, tu fai il favore di non rompere i coglioni ad esempio guidando la macchina, e a ottanta… (rifa’ il gesto di tirare il collo alla gallina) “Via! Esci da pesare su di me, che ti devo sostenere. I vecchi ci rubano il futuro!!!!!“.
Provo a inserirmi nello streaming sonoro, ma non c’e’ verso. Distolgo lo sguardo, ma niente: lui va avanti per la sua strada, e capisco che l’unico motivo per cui non ha ancora ammazzato suo padre (o suo suocero?) e’ che probabilmente la pensione del vecchio gli serve come gli serve l’ossigeno per respirare. Oltre -probabilmente- al fatto che gli manca una pistola e il coraggio di usarla.
Il treno arriva finalmente a Pisa Centrale, e scendiamo sul primo binario con lui che ancora blatera di vecchi da ammazzare per dare una speranza ai giovani e di futuro che non c’e’.
Appena scesi inizio a temere che il nuovo amico mi si appiccichi addosso anche alla fermata dell’autobus, ma una metamorfosi si compie davanti ai miei occhi: l’uomo, riconosciuti due amici scesi da un altro vagone, si dirige verso di loro iniziando a concionare di non so bene cos’altro.
Sono libero, posso provare una corsa per prendere al volo l’autobus per l’ufficio.
Perdo di una decina di metri (o di una manciata di secondi, come preferite) il “16”, ma fortunatamente ho perso pure l’invasato.
Almeno, per oggi…
…non che a Lucca manchino soggetti del genere, sia chiaro:

Questo tizio si vede tutti i giorni mentre corre sugli spalti delle Mura. Sempre, con qualsiasi tempo, indossa un paio di slip o -come ieri l’altro- dei calzoncini. Piedi nudi, si ferma ogni tanto a fare esercizi di yoga o qualcosa del genere. Questo tizio non mi pare batta benissimo, pero’ se lui e’ contento cosi’…
Barney
Un invasato come il tuo è veramente da collezione, però di destrorsi che inneggiano alla guerra civile / pseudorivoluzione negli ultimi tempi, ne ho sentiti più d’uno.
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Ma sai che sono quasi certo che il “mio” fose invece un grillino? Non so da cosa, ma la sensazione era quella…
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forse grillo raccoglierà più i delusi “di destra”
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Almeno il fachiro della foto non va a stracciare i cosidetti al prossimo…
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Vero, indubbiamente 🙂
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Questa gente è da ammirare: in un periodo di crisi dei valori, è l’unica che trovi la sua piena realizzazione col solo mezzo che si ritrovi, la voce. Che poi il declino della moralità non ci sia mai stato (o non si sia mai fermato) e che andare sempre controcorrente porti per forza alla contraddizione – parli di democrazia e vuoi sbarazzarti di una fetta di società (i vecchi)? – è irrilevante.
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E’ una linea di pensiero trasversale e obliqua… Interessante 🙂
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Ahimé, l’invasato è un personaggio ricorrente in cui tutti, prima o poi, ci imbattiamo.
Io ne ho avuto uno in famiglia e, ti assicuro, non so se mi abbia fatto più pena o rabbia.
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L’importante e’ che si limiti allo sbraito e alla gesticolazione inconsulta…
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*probabilmente la pensione del vecchio gli serve come gli serve l’ossigeno per respirare*
Come lui ce ne sono tanti, e sembra che i treni li attirino.
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Eh, già… Welfare state all’italiana con vecchietto.
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