Dopo la splendida performance di Berlusconi chèz Santoro, non v’e’ piu’ alcun dubbio che il leader del PdL sia il migliore giocatore su piazza dello sport “Facciamo campagna elettorale con l’elmetto e vinciamo le elezioni“. Il problema e’ che in vent’anni ha dimostrato ampiamente di essere un pessimo, mediocre giocatore di “Governo“, che segue “Vinciamo le elezioni” e dura molto di piu’: cinque anni contro qualche mese.
Pero’ ragazzi: come racconta panzane lui non c’e’ nessuno. Ravanando nel blog ho trovato, ad esempio, questa fantastica lettera datata primo febbraio 2011.
E’ sconcertante leggere quello che Silvio Berlusconi scriveva a quei tempi la’: i lusinghieri giudizi sulla Merkel, la manina tesa a Bersani per un governo di coalizione, nel tentativo di prolungare l’agonia del suo governo blindatissimo da una maggioranza quasi bulgara, la celeberrima “frustata al cavallo”, che avrebbe dovuto far ripartire il paese.
Circo della migliore qualità, giocoleria, leoni domati: tutto il campionario del truffolo che girava i paesini del Far West con il carro scalcagnato promettendo lunga vita a chi comperava il suo elisir.

Questo sosia di Berlusconi e’ Nigel West Dickens, venditore di Olio di Serpente in “Red Dead Redemption”.
E il tentativo riusci’, che la caduta del suo ultimo governo avvenne quasi un anno dopo…
Oggi, uguale sputato: come e’, come non e’, in un mese di ennesima discesa in campo e in chissa’ quante apparizioni in qualsiasi trasmissione televisiva, Berlusconi e’ riuscito a riportare il PdL quasi al 20%. E’ sempre poco per uno abituato a vincere, ma manca ancora più d’un mese al voto, io penso il PdL possa agevolmente superare il 25, e sto basso.
Penso che la sopravvivenza del fenomeno-Berlusconi sia dovuta ad una combinazione di fattori irripetibili:
- la sua inarrivabile conoscenza del medium televisivo, dei tempi, modi e atteggiamenti da tenere
- il suo totale controllo di circa un terzo del medium stesso
- i tanti soldi
- l’incultura dell’italiano medio, affascinato da tette-culi-figa e annoiato da chi racconta di problemi reali e di come realmente affrontarli
- la drammatica insipienza dei suoi maggiori oppositori (
i comunistiil PD), ottimisti per natura e perciò increduli di fronte ai tredici milioni di voti che il Nostro tira su come fosse la cosa più facile del mondo - la frammentazione del voto, specchio del provincialismo e del particolarismo italiano. I simboli presentati per le prossime politiche sono cinquanta, i partiti/movimenti sondaggiati quotidianamente sono oramai una decina, più altrettanti “minori”.
Scordo sicuramente qualcosa…
Ah, il calcio, vera metafora del nostro paese!
Lo sport in cui puoi non fare un cazzo per novanta minuti, difenderti scompostamente magari al limite del regolamento, godere di favori arbitrali dovuti non a malafede ma a insipienza del giudice, e alla fine vincere per una botta di culo ingiusta e truffaldina, salutata però come il dovuto premio a chi “s’è dato da fare”.
E se qualcuno dubita che il calcio c’entri una sega con la politica, beh… guardi chi e’ di fatto il Presidente del Milan dal 1986.
Come se ne esce, da un impasse che dura da venti anni? Un modo naturale e sicuro e’ attendere la dipartita fisica del Caro Leader. A 76 anni, pero’, potrebbe non ancora essere arrivato al capolinea (sinceramente, non glielo auguro: si vive una volta sola…), quindi -eliminando la possibilita’ di accelerare artificialmente il trapasso- c’e’ da pensare a qualcosa di altro.
Il PD, a mio modesto avviso, vive ora la certezza (e la paura) di non rappresentare la maggioranza dell’Italia. E i dirigenti lo sanno, tanto che Bersani (assolutamente inadatto a farsi intervistare, sia chiaro) racconta la balla del secolo quando dice “Noi sappiamo che vinceremo sia alla Camera che al Senato“. Sanno, i capi, che la gGente s’e’ rotta i coglioni di un direttivo piu’ attento a definire strategie di autoconservazione (si fanno le primarie ma le regole si decidono noi; si lasciano il 10% di posti per la decisione del Segretario; se qualche big rischia di essere massacrato alle primarie in Toscana, lo si manda in Calabria cosi’ stravince, e via cosi’), piuttosto che programmi seri e chiari su come cambiare l’Italia. Sanno, le persone normali, che continuare a blaterare del nulla cosmico, e poi dare ragione sia a Monti, che a Vendola, che alla Camusso, che a Casini vuole dire non avere idee in testa. Punto. Significa sperare nella botta di culo al novantesimo, per restare in metafora calcistica, e poi si vedra’ per la prossima partita.
Io speravo veramente che Giannino e Boldrin facessero il botto: una vera formazione di destra moderna, con un vero progetto liberale (il primo che dice che Monti e’ un liberale, metto mano alla tastiera) e dei personaggi al proprio interno che capiscono seriamente di economia e societa’. Ma probabilmente erano troppo eretici per tutti, e adesso i liberali di riferimento per Confindustria e Papa Ratzinger sono Casini, Fini, Rutelli e Monti perlappunto. Il “Grande Centro”: figurarsi di cosa saran capaci, figurarsi come possano convivere la chiesa e la finanza… Il culo e le quaranta ore reloaded, insomma.
Barney
Condivido alcune delle tue riflessioni ma non concordo sulla conclusione. Secondo me, al momento, con tutti i limiti del caso. l’unica proposta politica esistente è quella del centrosinistra. Le idee ci sono e sono state messe nero su bianco qualche mese fa prima delle primarie con la carta di intenti.
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Mah, devo dire che il PD di oggi non mi convince. Per nulla. È autoreferenziale nei suoi personaggi, di poco peso nelle sue politiche, semplicemente incomprensibile per quel che concerne le alleanze. Con SEL ma anche con Monti, se si pareggia, che posizione e’? Mi viene in mente il melone sardo d’azione di Benigni…
È certamente meglio di PdL e Montiani, ma davvero siamo in un’epoca di poca sostanza. E in tutto questo sono convintissimo che i risibili politici di oggi faccian di tutto per non fari scalzare. Come i famosi tacchini in prossimità del Natale 😉
B.
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