“Suttree”, Cormac McCarthy, Einaudi

Inizio il blog scrivendo qualcosa su “Suttree”, il libro di Cormack McCarthy scritto nel 1979 e pubblicato in Italia solo due settimane fa (Einaudi).

Iniziamo col dire che e’ stupendo, cosi’ il piu’ e’ fatto, e proseguiamo con lo spiegare succintamente il perche’.

“Suttree” e’ la storia di un uomo (Cornelius “Buddy” Suttree, per l’appunto) che incontriamo nel 1951 a vivacchiare sulle rive del Tennessee, a Knoxville. Si intuisce che l’uomo (di eta’ indefinibile, tra i 25 e i 40 anni) aveva una vita molto diversa, prima. Ma McCarthy non ci dice quasi nulla di questo “prima”, ne’ del motivo che ha sbattuto Suttree in una baracca galleggiante a pescare pesci gatto e ubriacarsi quando capita, con chi capita e bevendo qualsiasi cosa contenga alcool.

In compenso, lo scrittore ci immerge nel sottobosco che popola i bassifondi di Knoxville, e ci fa vedere la citta’ con i loro occhi. La maestria di McCarthy nello scrivere emerge ad ogni pagina: frasi secche e colorate da costrutti scarni ma efficaci, situazioni paradossali e grottesche che proprio per questo risultano vere, ma soprattutto una vitalita’ senza confine. E -sopra tutto- Buddy e il suo affannarsi ad aiutare chi sta come lui o peggio; quasi a redimersi ed espiare una colpa che -da lettori- e’ possibile solo intuire in qualche sprazzo, poche righe che servono solo a dipingere sul fondale di Suttree due o tre schizzi a matita di un quadro che si capisce drammatico. Il resto e’ lasciato a chi legge, cosi’ come il giudizio sui personaggi che gravitano invariabilmente attorno a Buddy.

E, tra i personaggi secondari ma non per questo meno importanti, Harrowgate e’ lo schizzatissimo giovinastro che viene sorpreso mentre si tromba un intero campo di angurie, e cosi’ si fa la sua prima galera; Ab e’ il negro che vive al di sopra di molti bianchi sia socialmente che economicamente, e quindi viene regolarmente battuto -ma non domato- da loro; Joyce e’ la puttana di Chicago che si innamora di Suttree e che rappresenta per l’uomo una delle poche parentesi felici della sua esistenza.

Tra tragedie, farse e splendide descrizioni di luoghi e personaggi, il libro segue Suttree nel suo cercare di sopravvivere, di tenersi a galla in un mondo che gli e’ ostile. Fino alla fine, che sembra -come nel recente “La strada“- segnare il sentiero per un futuro se non roseo almeno non peggiore di quello che ci si lascia alle spalle.

Il libro rientra secondo me nel ristretto novero dei capolavori contemporanei.

 

G

5 pensieri su ““Suttree”, Cormac McCarthy, Einaudi

  1. wwayne

    2 anni fa trovai in libreria il volume “Tutti i racconti western” di Elmore Leonard. Fu una rivelazione: da allora cominciai ad informarmi sulla narrativa western (della quale Cormac McCarthy é uno degli ultimi autori viventi), e ad acquistare molti romanzi appartenenti a questo genere. Sono ancor oggi trovabilissimi su ebay a prezzi stracciati.
    Ad oggi ho letto più di 50 romanzi western, e purtroppo credo di aver esaurito questa mia esperienza: non soltanto perché adesso ho deciso di prendermi una pausa dalla lettura in generale, ma anche perché ho già letto quasi tutti i libri degli scrittori western più talentuosi.
    Andare avanti significherebbe raschiare il fondo del barile, ripiegare sugli autori di seconda scelta perché quelli di prima qualità sono già stati spremuti. Ma probabilmente prima o poi lo farò, perché sono diventato troppo affezionato a questo genere per chiudere ogni rapporto con esso.

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    1. Barney Panofsky Autore articolo

      Grazie del commento, e complimenti per il blog. Ho letto della tua indigestione libraria in questi anni, e della tua decisione di staccare per un po’. Per me leggere e’ uno dei modi di passare il tempo durante i quotidiani viaggi in treno, non potrei smettere di farlo, anche perche’ mi piace troppo. Io sono da circa quarant’anni intrappolato nell’amore per la fantascienza, come genere di elezione, ma leggo veramente di tutto. A presto!

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      1. wwayne

        Contraccambio i complimenti. Il mio genere di elezione fino a 2 anni fa era il giallo (e in parte lo é rimasto), poi c’é stato questo innamoramento per il western che, come ti ho detto, sembra finito ma aspetterei a darlo per morto.
        Dei 162 libri di cui parlavo nel mio post, solo 6 sono di fantascienza. Te li elenco nell’ ordine in cui li ho letti:

        J. G. Ballard, “Deserto d’ acqua”
        Poul Anderson, “Quoziente mille”
        Richard Paul Russo, “Angelo meccanico”
        Richard Paul Russo, “Cyberblues – La missione di Carlucci”
        Richard Paul Russo, “Frank Carlucci investigatore”
        Richard Kadrey, “Metrofaga”

        A parte “Quoziente mille” (che aveva un ottimo spunto di trama e un ottimo inizio, ma più andava avanti e più peggiorava), gli altri 5 mi sono rimasti tutti nel cuore. Soprattutto “Angelo meccanico” e “Cyberblues – La missione di Carlucci”, che ti straconsiglio se non li hai ancora letti. Grazie per la risposta e per esserti aggiunto ai miei followers! : )

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